breve di cronaca
In sciopero per la democrazia sindacale
Cobas scuola - 07-10-2006
Prosegue ad oltranza dal 2 ottobre lo sciopero della fame davanti al Ministero della Pubblica Istruzione di tre membri dell'Esecutivo Nazionale Cobas Scuola: Ferdinando Alliata, Nicola Giua e Antimo Santoro. Chiediamo la restituzione, almeno durante la fase elettorale delle RSU del diritto di assemblea per i Cobas e per tutti i lavoratori. Fioroni si era impegnato a cancellare il grave vulnus alla democrazia e a restituire le assemblee: ma non ha fatto niente.

Tale situazione è particolarmente odiosa in vista delle elezioni delle RSU (Rappresentanze sindacali unitarie) di dicembre, le cui regole già aberranti (si misura la rappresentanza nazionale dei sindacati non su liste nazionali che tutti/e possano votare, ma su liste di scuola, ove in assenza di un proprio candidato un sindacato non può essere votato dai/dalle simpatizzanti) sono aggravate dal divieto ai COBAS di tenere assemblee nelle scuole per cercare candidati e fare campagna elettorale.

E il ministro Fioroni (che gattopardescamente sta cambiando le forme per conservare la sostanza delle leggi Moratti), mentre sotto le finestre del Ministero si svolgeva il nostro sit-in, ha rilasciato dichiarazioni assurde e ingannevoli. Fioroni sostiene di aver "sollevato il problema presso il ministero della Funzione pubblica" al quale spetterebbero le decisioni. Ha poi aggiunto, sbalorditivamente, che lui non può fare di più altrimenti incorrerebbe in "un reato penale e in sanzioni amministrative", ben guardandosi dal dire quale sarebbe il reato.

In realtà nella scuola i lavoratori/trici sono i veri titolari del diritto di assemblea, avendo dieci ore a disposizione per tenerle con chi ritengono opportuno: e fino al 1999 tutti i sindacati erano autorizzati a convocare assemblee.

Poi nel '99 Berlinguer regalò il diritto di assemblea ai sindacati "maggiormente rappresentativi", quelli che in base alla legge Bassanini hanno i diritti alle trattative e ai distacchi.

Tale imposizione non ha alcun fondamento giuridico: nonostante le pressioni che i confederali fanno su di loro, nessun capo di istituto che in questi anni ci ha dato le assemblee è mai stato nè perseguito nè sanzionato.

Dunque, tutte le responsabilità ricadono su Fioroni che certamente ha subito le pressioni di quei sindacati "rappresentativi" che vogliono conservare il monopolio dei diritti sindacali.

La lotta proseguirà e si estenderà, e da oggi consideriamo il ministro Fioroni responsabile della salute dei nostri colleghi, oltre che dichiarato complice di un gravissimo vulnus alla democrazie nelle scuole

Invitiamo chi ha a cuore le sorti della democrazia nelle scuole a scegliere tra queste forme di partecipazione alla protesta:
1)sciopero della fame per un giorno, indossando a scuola la scritta "In sciopero della fame per il diritto di parola";
2) presenza in aula (alle superiori e medie) e nelle riunioni con un bavaglio con la scritta "Diritto di parola", spiegando poi i motivi della protesta;
3) partecipazione al presidio permanente sotto il Ministero, che prevede performances e dibattiti sulla politica scolastica del governo;
4) sottoscrizione dell'appello per la restituzione del diritto di assemblea ai Cobas e a tutti/e i lavoratori.
5) Inviare mail di solidarietà all'indirizzo: dirittodiparola@yahoo.it
6) Inviare mail di protesta all'indirizzo del ministero della pubblica istruzione.

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 Giuseppe Aragno    - 08-10-2006
Il nostro modello di "democrazia", quello che con infinita e cinica arroganza "esportiamo" o imponiamo, affidandoci a F16 e cingolati, è solo una tragica farsa, impastata di sangue e retorica. Se un popolo va al voto e con regolari elezioni elegge democraticamente un governo che non gode delle nostre simpatie, noi lo affamiamo per "convincerlo" democraticamente a scegliersi i candidati che paicciono a noi. Da un po' ci piace Gheddafi perché è un maestro di democrazia; abbiamo alleati che fanno la guerra con armi proibite, spariamo su donne incinte e uomini feriti, facciamo la guerra in nome della pace, abbiamo un parlamento di "nominati" non eletti e siamo democratici.
Che dire? Coraggio, siamo con voi. Nicola Giuia, poi, col quale ho avuto anni fa un breve scambio di mail, è un collega valoroso e un galantuomo come ormai se ne trovano pochi. La lotta che conduce coi Cobas intende difendere un principio sacrosanto che appartiene ad ognuno di noi: la democrazia è partecipazione. Quali che siano le nostre idee politiche, aiutiamolo, aiutiamo i Cobas. Prendiamo posizione in questa battaglia.