Tagli dell'organico e delle retribuzioni
Dopo aver prospettato sfracelli inenarrabili per quanto riguarda la scuola pubblica, il governo, ricorre al classico sistema: sventola una carota che pare appetitosa (
la promessa di 100.000 assunzioni in ruolo - 80.000 docenti e 20.000 Ata - nei prossimi tre anni) e si prepara ad usare il bastone:
- le immissioni in ruolo, che comunque coprirebbero a mala pena i posti liberatisi grazie ai pensionamenti, sono vincolate ad una verifica annuale. È bene ricordare che, oggi, i precari della scuola sono oltre 200.000 (
più di 130.000 docenti e più di 70.000 Ata)
- l'incremento medio di 0,4 alunni per classe nel prossimo anno scolastico comporterà, da solo, la perdita di più di 15.000 posti di lavoro per i docenti e di più di 4.000 posti di lavoro per gli Ata senza tenere conto delle ricadute sulla qualità del servizio
- si ribadisce che va modificata la normativa sul numero dei posti di sostegno con l'effetto di tagliare molte altre migliaia di posti di lavoro e di negare agli alunni diversamente abili un diritto fondamentale
- si introducono ulteriori vincoli per quanto riguarda il ricorso alle supplenze brevi con la pretesa di evitare gli "scostamenti" dalla media nazionale delle assenze brevi
- per quanto riguarda l'istruzione professionale è prevista una riduzione del numero di ore di lezione con un'ulteriore ricaduta sul servizio e sull'occupazione e nuove possibilità di intervento nella formazione professionale per le agenzie formative legate ai sindacati istituzionali
- non si è data soluzione alla grave situazione delle decine di migliaia dei colleghi permanentemente inabili al servizio per i quali si è previsto solo lo slittamento di un anno rispetto a quanto previsto in precedenza ed un'improbabile trasferimento ad altra amministrazione
- si ricorre all'ennesimo piano di riconversione su "materie affini" per i colleghi in soprannumero - prodotti in gran parte proprio da questa manovra - con l'effetto di tagliare altri posti di lavoro
- si incrementano di 100 milioni di euro i finanziamenti alle scuole private
In compenso, non solo non sono previste risorse adeguate per il rinnovo del contratto scaduto da quasi un anno ma si taglia del 50% quanto ci spetta per il passaggio da un gradone ad un altro con l'effetto di ridurre seccamente i nostri stipendi.
Di fronte a questa situazione, sono più forti di prima le ragioni dello sciopero dei precari della scuola e del pubblico impiego di
venerdì 6 ottobre e dello sciopero generale di tutte le categorie che il sindacalismo di base ha indetto per il
10 novembre.
Per la CUB scuola
Il Coordinatore nazionale
Cosimo Scarinzi