breve di cronaca
«Vorrei fare il maestro»
RICERCA—I risultati di uno studio dei giovani imprenditori dell'Apla

E' il lavoro «ideale» per il 60% degli studenti fra i 10 e i 14 anni

Né medico né ingegnere, il 60% degli studenti di Parma compresi tra i 10 ed i 14 anni vorrebbe essere un insegnante. E' un dato non negativo ma sicuramente curioso, emerso dalla ricerca effettuata dal Gruppo giovani imprenditori della Confartigianato-Apla in dieci scuole medie inferiori della nostra provincia, allo scopo di «favorire un dialogo tra il mondo dell'artigianato e gli studenti».
Si tratta, in altre parole, di un questionario - 15 domande- che gli stessi giovani imprenditori hanno proposto agli studenti per capire le loro conoscenze riguardo al mondo del lavoro artigiano, ed anche come viene visto l'imprenditore-artigiano, il suo contributo e ruolo nella società e degli aspetti negativi e positivi di quest'attività.

Ecco che, in base ai risultati resi noti nei giorni scorsi nel corso di una conferenza stampa nella sede dell'associazione,, per i giovani studenti l'imprenditore artigiano è colui che intraprende un'attività lavorativa in proprio (45%) e che le doti da possedere, necessarie per tale attività, sono l'esperienza e la creatività (70%).

Dati che certamente non vanno presi in modo assoluto e scientifico (dieci istituti non sono la totalità, ma comunque un numero considerevole), ma che in ogni modo offrono uno spaccato interessante del mondo giovanile e del loro rapporto con quello del lavoro. Ecco che molti sottolineano le «piccole dimensioni» delle imprese artigiane, per gli studenti, questo lavoro significa azienda-bottega con spazi e personale ridotti (non superano i 15 dipendenti), avendone così una visione molto tradizionale: non compare il modello di un'impresa moderna e grande anche se gli artigiani si sono modernizzati e messi al passo con i tempi (90%).

Il lavoro artigianale è giudicato positivo per un'autonomia gestionale (65%) e negativo per le grandi responsabilità richieste (38%): il più conosciuto è, nella stragrande maggioranza, quello del falegname. Curiose sono le attività «ambite» dai giovani, infatti, dopo il maestro, nettamente staccati ci sono il tecnico informatico, il meccanico ed un più «classico» ingegnere.

«L'idea del questionario è nata - ha spiegato Nicola Baistrocchi, presidente del gruppo giovani imprenditori della Confartigianato - dopo che avevamo costatato l'assenza di nozioni sull'imprenditoria e sul mondo dell'artigianato nei libri di testo e soprattutto nei programmi scolastici. Da qui la necessità, discussa a livello nazionale con altre realtà, di fare qualcosa».

«Nella nostra provincia - ha sottolineato Alberto Bertoli, segretario provinciale di Confartigianato- ci sono quarantacinquemila imprese di cui ben quindicimila, vale a dire un terzo del totale, sono artigiane. Non solo, in provincia una su otto lavora in proprio (uno su cinque in città) e solo 96 le imprese con più di 100 dipendenti : un dato che deva fare riflettere nell'ambito delle scelte di politica locale».

Alla presentazione dei risultati della ricerca, che verrà diffusa anche tra gli associati, sono intervenuti anche Michele Baiocchi e Leonardo Cassinelli, rispettivamente consigliere nazionale e vicepresidente provinciale del gruppo giovani imprenditori di Confartigianato.

m. sc.





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