breve di cronaca
Troppo precario
Lettere al Manifesto - 02-08-2006
Uno dei punti qualificanti del programma con il quale l'Unione ha vinto le ultime elezioni politiche prevedeva la lotta alla precarietà del lavoro giovanile, che avrebbe dovuto essere combattuta, tra le altre cose, mediante una riduzione del cuneo fiscale volta a rendere per le imprese il lavoro a tempo indeterminato più conveniente di quello precario. Questo progetto, ovviamente condivisibile, dovrebbe favorire la riduzione del precariato nel settore privato, ma non tiene conto del fatto che oggi uno dei maggiori datori di lavoro precario è proprio Io stato, guidato dallo stesso Romano Prodi che ha fatto della stabilità dei rapporti lavorativi uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale. Purtroppo non siamo ancora riusciti a capire come il centrosinistra intenda muoversi per ridurre la piaga del precariato pubblico. Nel dipartimento universitario dal quale scriviamo, le condizioni del lavoro sembrano più vicine a quelle dell'800 che a quelle che dovremmo avere dopo le sudate conquiste del 20 secolo. La sicurezza sul lavoro è un optional quasi mai garantito: le strutture sono fatiscenti e la mancanza di fondi impedisce di adeguare l'ambiente di lavoro agli standard minimi. Gli strumenti di lavoro non vengono quasi mal ammodernati, i rischi di esposizione a radiazioni ionizzanti o raggi laser non sono mai stati controllati, nessuno è mai venuto a misurare i campi magnetici ai quali siamo esposti, l'aria nei corridoi e nei laboratori è irrespirabile e le cappe di sicurezza spesso non funzionano o funzionano male, le docce di sicurezza sono pressoché assenti ed in molte aree i vecchi materiali infiammabili come il legno non sono mai stati sostituiti con i moderni materiali ignifughi. Se ci fossero i controlli tipici dei posti di lavoro sindacalizzati, l'attività dell'intera università La Sapienza sarebbe stata già sospesa, ma qui nessuno controlla, in parte perché dovrebbe essere lo Stato a controllare se stesso, in parte perché nessuno dei lavoratori precari sottoposti a continui attacchi alla propria salute ha convenienza a far cessare l'attività che giustifica il rinnovo del proprio contratto annuale. Così, come conseguenza del continuo ricorso a contratti precari, all'interno dello stesso stato governato dal centrosinistra le condizioni dei nuovi lavoratori scivolano lentamente sempre più all'indietro. Sarebbe interessante ascoltare dai segretari e dai ministri del centrosinistra quale futuro intendono riservare alloro dipendenti precari!

Coordinamento Chimici Precari de La Sapienza

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