Carissimi studenti
Gianni Mereghetti - 20-06-2006
in questi giorni ognuno dice la sua sugli esami di stato, chi sostiene la loro inutilità, chi li considera assurdi, chi vorrebbe reintrodurre i commissari esterni, chi invece cambiarne la formula - fosse per me li abolirei del tutto!. La realtà però non sono queste libere opinioni a confronto, ma che voi dovete farli questi esami, e secondo una modalità di gran lunga contraddittoria ed estranea ai più elementari principi educativi. Mi auguro che per voi sia un'occasione, non come spesso noi insegnanti vi chiediamo di mettere in scena mediocri replay delle nostre lezioni, ma di far esplodere le vostre capacità critiche e creative. Spero in questa scossa, una scossa che faccia saltare il meccanismo di esami noiosi e annoianti, una scossa che li trasformi da rito prestabilito in un'esperienza, una scossa che faccia accadere l'imprevisto. Del resto per parafrasare Montale è solo l'imprevisto la speranza di questi esami. Ma non è stoltezza il dirselo, perchè voi in questi anni mi avete spesso sorpreso con la vostra vitalità fino a rendere le mie povere lezioni ricche di una tensione umana che non avrei mai pensato. Questo è ciò che mi aspetto da questi esami, che la vostra capacità di giudizio si liberi, e voi aspettatevi che io la sappia valorizzare.
Grazie e buoni esami.

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 Gianni Mereghetti    - 30-06-2006
Finite le correzioni delle prove scritte si va verso l’ultima fatica degli esami, il colloquio. Ognuno di voi lo affronterà, conoscendo già gli esiti delle prove scritte; per questo alcuni si siederanno davanti alla commissione preoccupati e impauriti, in quanto consapevoli di essere all’ultima spiaggia, altri porteranno sul volto la delusione per un punteggio che speravano diverso, altri ancora tradiranno una certa tensione, ma con la coscienza di poter ottenere un bel risultato. Ognuno si avvicinerà a questo colloquio, che di fatto colloquio non è, da un suo punto di partenza, ma un unico compito vi accomuna, quello di fare ciò che la formula dell’esame vorrebbe rendere impossibile. Che mettiate in campo voi stessi, la vostra criticità, la vostra creatività, questo è il compito che vi attende e spero che noi insegnanti su questo vi sappiamo seguire, iniziando noi a mandare a vuoto un meccanismo che nulla ha a che fare con la scuola. Del resto a rendere interessante questo colloquio è la possibilità che qualcuno inizi a parlare di sè! Abbiate il coraggio di osare, è questo del resto la maturità, saper affrontare la realtà mettendo in campo se stessi.