Ricordi incantati
Ilaria Ricciotti - 19-06-2006
Quand' ero bambina, spesso, recandomi dai nonni ero affascinata da quella casa e da quell'ambiente, diverso dal mio, che ogni volta mi invitava ad esplorarlo.

Alberi che non potevi fare a meno di possedere; prati in cui era facile perdersi, ma che mi dilettavano quando mi rotolavo e calpestavo la loro erba. Fiori dai mille colori ed odori. Un torrente, dall'acqua sempre rinnovata e cristallina, che mi chiamava perché mi immergessi per rinfrescarmi e tonificarmi; per sentirmi leggera.

Quel luogo sembrava "un giardino incantato", dove ogni elemento espletava la sua adeguata funzione e le cose, anche quelle più piccole ed apparentemente insignificanti, esercitavano in me una fortissima attrazione, di cui non riuscivo pienamente ad averne consapevolezza.

Questo mondo che ora guardo da lontano e con occhi diversi, è ancora presente con le sue sensazioni e le sue emozioni.

Nonostante siano trascorsi diversi anni, a volte sento il bisogno di sprofondare in esso, per rigenerarmi e ricominciare il cammino.

Mi reputo fortunata di averlo incontrato e di aver stabilito con esso un accordo quasi perfetto.

Oggi i mondi che ci ruotano attorno sono molti. Ognuno ha il suo luccichio.

Ma molti di essi ti attirano per poi risucchiarti nel loro vortice nero, minaccioso e mortale.

Quanti, infatti, accettano di farsi male pur di entrare a far parte di questo o quel mondo, dai mille tentacoli vischiosi e scivolosi?

Leggendo il giornale in questo periodo, oltre agli scandali di "calciopoli" se ne aggiungono altri, che ogni volta mi fanno riflettere, mi rattristano e mi inducono a concludere che il potere logora, fa ammalare e morire la gente che lo usa per sé.

Il potere sta diventando un mito che molti venerano e che molti vorrebbero possedere e dominare ad ogni costo, anche perdendo la dignità di donne e di uomini.

Questa gente, affamata ed ingorda, non ha ricordi incantati a cui attingere quando la vita ti mette alla prova per poi abbandonarti al tuo destino.

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