Brunello Arborio - 02-06-2006 |
Non condivido il tuo intervento per alcune ragioni che provo ad elencare: 1) La Riforma Moratti è stata imposta dall'alto, senza ascoltare le scuole: non condivido quindi che il corpo di una qualsiasi legge sulla scuola venga deciso dall'alto, mentre per i piccoli "ritocchi" vengano ascoltate le scuole 2) La riforma Moratti contiene tali storture che è impossibile ritoccarla: per fare un esempio, per quanto riguarda le scuole superiori, l' impianto duale che divide le scuole in licei di serie A, riservati alle elite, e scuole di formazione professionali, riservate alle classi sociali più umili e destinate alla formazione di lavoratori acritici e privi di strumenti culturali, rende la Riforma Moratti inemendabile, come penso si accorgerà lo stesso Fioroni quando dovrà mettere mano alle scuole superiori. In questo contesto la legge popolare ha molti pregi innegabili: 1) E' una legge che proviene da una riflessione di genitori, studenti e docenti che si sono sforzati di non limitarsi ad una semplice opposizione distruttiva, ma hanno deciso di dire qualcosa di significativo per costruire una scuola pubblica di qualità, senza subire le solite imposizioni dall'alto 2) Grazie al dibattito avviato dai comitati spontanei di raccolta delle firme si è tornati a parlare di scuola al di fuori delle solite aule polverose, coperte di muffa, dove sono soliti confrontarsi pedanti studiosi di pedagogia che non sono mai entrati in un aula. 3) E' ora di ridiscutere l'autonomia scolastica perchè in molti casi ha consegnato le scuole alle vessazioni di presidi-manager in vena di onnipotenza, creando in molti casi una forte contrapposizione tra corpo docente e dirigente: secondo me se si vuole parlare di autonomia, il dirigente dovrebbe essere un semplice coordinatore del collegio dei docenti e del consiglio di istituto. |
Grazia Perrone - 04-06-2006 |
Ho letto con molta attenzione la tua nota, caro Gianfranco. Ma non la condivido. Nel merito. La proposta legislativa di iniziativa popolare può essere emendabile (come tutte ... del resto) ma ha il grande merito di mettere al centro del dibattito politico il problema. E bene ha fatto la Cgil scuola a schierarsi subito (e senza equivoci) per l'abrogazione tout court. Da maestra (ex) elementare in servizio permanente effettivo sono fermamente convinta che la legge 53 vada abrogata e con essa sospesa tutta la decretazione sul primo e sul secondo ciclo. Concordo sul fatto che si debba avviare un serio dibattito nel paese che coinvolga in primis le scuole e gli insegnanti e debba poi essere il Parlamento a legiferare con l'apporto di maggioranza e opposizione. La scuola - repetita juvant - è di tutti i cittadini e non si modifica - come è avvenuto per la Costituzione - a colpi di maggioranza. Questa esperienza - ormai decennale - deve essere chiara al centrosinista come al centrodestra nella nuova dialettica dell'alternanza, la legge 30 (di Berlinfuer) e la 53 (della Moratti/Bertagna) dovrebbero far capire che bisogna cambiare metodo di legiferare in materia scolastica. Una cosa chiedo con forza: che si ritorni nelle scuole allo status quo ante Moratti per dare serenità e sicurezza alle famiglie, ai docenti e agli studenti, alle scuole che in questi anni sono precipitate sull'orlo del caos e della paralisi affinché il dibattito (ed il confronto) politico ricominci da zero. Sull'autonomia, poi, (e sull'interpretazione ad essa data da taluni dirigenti/datori di lavoro) avrei molto da eccepire. Ma avrò tempo e modo per farlo. E non mi importa di apparire ... retrograda. |