breve di cronaca
... ma la Riforma inizia dal primo ciclo e dalla scuola dell'infanzia!
Cisl Scuola - 30-05-2006
Comunicato stampa di Francesco Scrima Segretario Generale della CISL Scuola in merito alla comunicazione del Ministro Chiti sulla programmazione dei lavori parlamentari

Mentre apprezziamo l'intento del Governo - espresso nella recentissima comunicazione del Ministro per i Rapporti con il Parlamento e le Riforme, Vannino Chiti, ai Presidenti di Camera e Senato relativamente alla programmazione dei lavori parlamentari - di voler immediatamente intervenire sui provvedimenti attuativi della Riforma Moratti, rileviamo e denunciamo nel merito una vistosa dimenticanza e un'evidente asimmetria nella considerazione delle urgenze di modifica e correzione di tutti quegli aspetti che la CISL Scuola ha da sempre giudicato:
- inaccettabili sotto il profilo pedagogico e socio-culturale;
- irrispettosi dell'autonomia organizzativa e didattica delle istituzioni scolastiche;
- mortificanti delle responsabilità e delle competenze professionali dei docenti;
- lesivi delle prerogative della contrattazione sindacale in materia di rapporti di lavoro del personale.
Per la CISL Scuola, pertanto, una priorità assoluta è rappresentata dalla necessità di apportare modifiche urgenti al Decreto Legislativo 59/2004 eliminando le disposizioni relative agli "anticipi", al "tutor", al "portfolio delle competenze", alla decurtazione del tempo-scuola, alla distinzione tra orario obbligatorio e opzionale-facoltativo, alla disarticolazione dei modelli istituzionali di tempo pieno e tempo prolungato e, soprattutto, le prolisse e contraddittorie elencazioni di obiettivi specifici di apprendimento contenute nelle "Indicazioni Nazionali", allegate al Decreto.
E' altrettanto innegabile la necessità di intervenire sul secondo ciclo rimodulandone i tempi di attuazione, ancorché opportunamente già rinviati di un anno.
Esiste, perciò, la possibilità di una riflessione più distesa sui contenuti del Decreto Legislativo 226/2005 del quale la CISL Scuola, unitamente alle altre organizzazioni sindacali confederali, aveva ripetutamente chiesto al precedete Governo il ritiro.
A tal proposito appare inevitabile il ritiro del Decreto Ministeriale 775/2006 concernente il varo di un progetto di "innovazione", rifiutato dalla stragrande maggioranza delle scuole e che ha dato vita ad un aspro contenzioso interistituzionale con le Regioni, in quanto considerato un surrettizio espediente di avvio anticipato della riforma nel secondo ciclo.
La CISL Scuola invita perciò il Ministro dell'Istruzione, Giuseppe Fioroni, ad individuare gli strumenti più idonei ed efficaci per attuare i propositi modificativi e correttivi della Riforma Moratti, coerentemente agli impegni assunti nel programma elettorale dell'Ulivo, ricordando che la Riforma, i guai da essa finora prodotti ed il grande disagio provocato dai provvedimenti attuativi iniziano dal primo ciclo e dalla scuola dell'infanzia!

Roma, 29 maggio 2006
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 Anna Pizzuti    - 30-05-2006
Una delle prime regole della narratologia è la differenza tra fabula, intesa come svolgimento cronologico delle vicende, e l'intreccio, inteso come la libertà dell'autore di rompere questo ordine e di disporre gli avvenimenti secondo la propria intenzione narrativa.
Anzi, è proprio la capacità di guardare oltre la banale e non sempre scontata logica cronologica dei fatti, la capacità di tessere trame, che ci dice, se non proprio tutto, gran parte della sensibilità di un autore, della sua visione del mondo, della sua arte.

Cosa c'entri questo discorso con il ministro Fioroni e con le sue - solo sue? - intenzioni rispetto alle priorità di intervento sulla scuola, è presto detto.

Quali erano, infatti, i tempi previsti dal decreto sulla riforma del secondo ciclo? Nell'anno scolastico 2006/2007 si sarebbe dovuto sperimentare e, nell'anno successivo, attuare la suddetta riforma. Per cui - ed ecco qui la procedura che chiameremo da fabula - se si intende fermare - fermare? - il processo, si inizia dal suo primo momento: niente sperimentazione, con buona pace delle poche decine di scuole che l'avevano approvata.

E per il decreto, si vedrà. Poi. Successivamente. In ordine cronologico. Prendendosi tempi distesi, come si legge nel comunicato della CIsl scuola. Tempi distesi fino a dicembre prossimo, o magari anche di più - cosa sono, infatti, poco più di sei mesi nell'ordine temporale della politica italiana? - quando i giochi saranno fatti ed il decreto dispiegherà tutti i suoi effetti devastanti.

Proviamo, invece, ad immaginare un'altra procedura, che chiameremo, appunto, da intreccio: rompiamo l'ordine cronologico, come farebbe un vero scrittore, o, in questo caso, un politico intenzionato a far corrispondere le azioni ai proclami. Aboliamo, abroghiamo, cancelliamo, facciamo scomparire il decreto 226, ora, subito. A quel punto cadrebbe, automaticamente, anche il decreto sulla sperimentazione. Due in uno, ed in tempi rapidissimi, altro che distesi.

Anzi, a pensarci bene, quattro in uno. Perché, se qualcuno lo ricorda - e lo spero proprio - il decreto sull'alternanza e quello sul diritto-dovere, erano corollari anticipati - il che non destava meraviglia, conoscendo la surrealelogica morattiana - proprio del secondo ciclo riformato. Lo presupponevano, anzi, per essere attuati. E chi li ha letti e studiati, oltre che combattuti, dovrebbe ricordarlo bene.

Il problema è dirlo al ministro, per fare in modo che non racconti fabule e che cominci ad intrecciare una buona scuola.

 da Flc Cgil    - 30-05-2006
Le prime dichiarazioni del nuovo Ministro dell'Istruzione, all'indomani del suo insediamento, paiono positive e condivisibili.
La scelta di partecipare alla marcia di Barbiana, di valorizzare l'insegnamento di Don Milani; le dichiarazioni in sostegno della scuola pubblica; financo la decisione di ripristinare il nome del Ministero, recuperando la dizione "Pubblica Istruzione", hanno il segno di una volontà politica per noi positiva.
Non ci nascondiamo che, tra metodo e merito, il cammino del nuovo Governo sarà irto di difficoltà e che saranno i fatti, e la loro qualità, a dare il segno reale delle volontà in campo.
Sul piano del metodo, sarà necessario rendere visibile la volontà di coinvolgere in ogni intervento il personale della scuola, quel milione e oltre di persone che in questi anni hanno messo in gioco se stessi, non per una scelta politica di parte: ma per la volontà determinata di proteggere le loro istituzioni e la loro dignità da controriforme offensive e umilianti.
A queste persone va data una risposta, da parte della politica, in termini di assunzione comune di scelte e responsabilità, attraverso percorsi di scelta condivisa con chi quotidianamente opera nelle istituzioni formative.
Sul piano del merito, ribadiamo le priorità che la FLC Cgil ha già meditatamente esposto nel suo Programma, e che attengono sia all'immediato sia al medio- lungo periodo.
Nell'immediato chiediamo interventi urgenti, per la secondaria, sia sulla sospensione del decreto sulla secondaria superiore, che dispiegherebbe i suoi effetti negativi con la separazione dei percorsi formativi già dai prossimi mesi, sia sul ripristino dei componenti esterni nelle Commissioni per la maturità.
Per la scuola dell'infanzia, elementare e media chiediamo il ritiro delle Indicazioni nazionali, con tutti i prodotti correlati, e delle norme sugli anticipi.
Si tratta di pure urgenze temporali, legate ai tempi dei decreti e all'operare quotidiano, che non intendono in alcun modo mettere in ombra la priorità degli interventi di cancellazione della Legge 53 e di sua sostituzione con alcuni provvedimenti-obiettivo in grado di determinare un nuovo equilibrio nel sistema scolastico pubblico.
Abbiamo consapevolezza del quadro di difficoltà di finanza pubblica; e proprio per questo, chiediamo al nuovo Ministro di costruire un'agenda che consideri il ridisegno istituzionale del sistema di istruzione a partire dalla cancellazione delle norme della Legge 53, inutili e dannose.
Rifinanziamento del sistema di istruzione pubblico, soluzione del precariato strutturale, costruzione di una nuova leva di docenti motivati anche attraverso un riconoscimento economico adeguato al ruolo, autonomia del sistema in un quadro di garanzia nazionale della qualità e dell'omogeneità dell'offerta, valutazione trasparente dell'efficacia delle istituzioni: queste sono secondo noi le coordinate principali di intervento che il nuovo Governo dovrebbe assumere.
Su queste coordinate, a partire dal DPEF e dalla prossima Finanziaria, attendiamo risposte misurabili e inequivoche.

 Da Aprile online    - 31-05-2006
La decisione del ministro della Pubblica Istruzione Fioroni di sospendere il decreto attuativo della legge Moratti sulla scuola secondaria superiore costituisce un primo passo importante per porre termine alla situazione di conflitto del Ministero con le Regioni che si erano inutilmente opposte per ragione di competenza a quel decreto e ridà certezza alle famiglie degli studenti che avrebbero in caso contrario iscrivere i propri figli nel gennaio 2007 ai licei o alla formazione professionale.
Naturalmente siamo certi che il ministro affronterà al più presto altre questioni urgenti che riguardano la scuola:in particolare il decreto attuativo sul primo ciclo scolastico e le commissioni di esame per la maturità attualmente composte soltanto dagli insegnanti interni anche per le scuole private.

Onorevole Nicola Tranfaglia Gruppo parlamentare PDC1 della Camera