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Un Ministero per la Bonino
Giuseppe Aragno - 10-05-2006
Leggo in rete:

Da "Liberazione", lettere al Direttore, 5 maggio 2006

Caro direttore,
per Emma Bonino viene rivendicato il Ministero della Difesa. La stessa a suo tempo si fece un nome in appoggio alla Nato nei 78 giorni di bombardamenti sui popoli della ex Yugoslavia e oggi è contraria al ritiro delle truppe italiane dall'Iraq.
Viene in mente il magistero artistico ed etico di Charlie Chaplin nel film "
Monsieur Verdoux" allorché indica come, nella società capitalista, il crimine è un modo di fare affari "con altri mezzi" e che la guerra è sì il crimine più grande ma anche il più impunito e fa dire al protagonista, ormai avviato al patibolo: "Ho sbagliato e ho pagato perché ho usato l'assassinio al dettaglio e non quello più grosso che resta impunito", facendo riferimento alla guerra.
Già a suo tempo Erasmo di Rotterdam oservava: "
voi vedete di solito i saggi alle prese con la povertà, con la fame, ingloriosi, invisi a tutti e vedete invece gli stolti nuotare nell'oro, salire al governo degli stati, prosperare in tutti i modi".
Nei "
tempi moderni", tanto per restare al gioco delle citazioni chapliniane, si direbbe che ben poco è cambiato e che - per salire al governo degli stati - occorre stare dalla parte dei bombardieri e dimenticarti la nonviolenza, che pure è stato il tuo "marchio di fabbrica politico".
Nulla di personale contro la Bonino, né tanto meno accuse dirette, ma la contraddizione ideologica è comunque reale e inquietante.

P. V.


(lettera è riportata in Coordinamento nazionale per la Jugoslavia)

I Fasci e le Corporazioni - come definire diversamente un Parlamento i cui rappresentanti non sono stati eletti dal popolo, ma dai partiti? - manderanno probabilmente al Quirinale Giorgio Napolitano, al quale, sia detto per inciso, gli elettori del suo stesso partito avevano negato il loro voto. Tuttavia, dal momento che alcuni settori di quello che sempre più ambiguamente si definisce centro-sinistra, capitanati da Prodi e Fassino, avevano proposto di candidare Emma Bonino, vale forse la pena di ricordare quello che scrisse giustamente Nichi Vendola su "Liberazione", l' 11 -12 aprile del 1999:

"Un uomo chiamato Emma"

Il lato maschile di Marco Pannella si chiama Emma Bonino. Emma è un uomo di rara furbizia e di rocambolesco cinismo. Si veste come un monaco tibetano ma ragiona come un funzionario modello della CIA. Milita da sempre, con trepidante fanatismo, sul fronte occidentale: laddove intreccia ghirlande di propaganda a favore dei diritti del mercato e del mercato dei diritti. Non disdegna, tale è la sua passione per i deboli, la compagnia degli hooligans del potere finanziario e degli ustascia di tutte le Croazie del mondo. Lui, il Bonino, ama la guerra condita con ironiche citazioni dei Mahatma Gandhi. Il quale è incolpevole della vomitevole strumentalizzazione radical-chic di chi, come Pannella, in quei tempi lontani avrebbe naturalmente tifato per il colonialismo britannico. Lui, oggi commissario della polizia europea predica la non violenza dei Mirage e dei B 52. Gli piacciono le stragi ornamentali e le carneficine umanitarie. Emma è un sacerdote dell'idillio atomico e dell'armonia occidentale, imposta con le buone o le cattive: o pax americana o riposini in pace nei camposanti balcanici o africani o di ogni meridione di questa Terra. Emma si compiace nel farsi fotografare accanto a fanciulli ossuti e disperati: proprio quelli che sono così piccoli e così poveri e così straziati grazie ai suoi amici della NATO, del Fondo monetario, della Banca mondiale. Non sei anche tu, carissimo Bonino, impegnato a consegnare al destino inappellabile del sottosviluppo e della espropriazione di risorse, di vita, di futuro, milioni e milioni di bambini nati fuori dal campo dell'opulenza capitalistica? Una vipera con la faccia di colombella, così è la nostra candidata quirinalizia, il nostro soldato Emma Bonino, l'uomo giusto al posto giusto. (Su quale sia il giusto posto ciascuno di noi potrebbe esprimere opinioni fantasiose). Nella storia della tarantella dei tarantolati, gli ex radicali entreranno, ballando e contorcendosi, da protagonisti assoluti. Magri, dietetici, apocalittici. Nacquero libertari e morirono liberisti. Furono in altri tempi scintille di trasgressione politica e culturale, oggi sono il lato "anticonformista" del servilismo e dell'obbedienza di classe. Con l'elmetto in testa, con la tessera NATO in tasca, con il cuore nel portafoglio: come il colonnello Emma Bonino
.

(articolo riportato in Coordinamento nazionale per la Jugoslavia)

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