breve di cronaca
Non serve un tecnico, ma un mediatore
Virgilio notizie - 26-04-2006
ADDETTI AI LAVORI A PRODI: SCELGA UN MINISTRO POLITICO


Roma, 25 apr. (Apcom) - "La scelta dovrebbe cadere su un ministro politico, non quindi su un tecnico, capace di mediare a sinistra e anche a destra". E' questo il profilo che, secondo una ricerca realizzata tra gli addetti ai lavori dalla rivista Tuttoscuola, dovrà individuare Romano Prodi nella scelta del nuovo ministro dell'Istruzione.

Per il mensile specializzato in problematiche scolastiche il successore di Letizia Moratti a viale Trastevere "non può essere un esponente dell'ala abrogazionista dell'Unione (Prc, Comunisti italiani, Verdi), né di quella laica meno gradita alla Chiesa e ai cattolici moderati (Rosa nel pugno); molti si aspettano che sia un cattolico".

La rivista ha sondato i pareri di esperti e segretari sindacali del mondo scolastico: per Enrico Panini, segreatrio Flc-Cgil, la scelta del leader dell'Unione non potrà che ricadere su "un ministro che ponga i fatti amministrativi dopo le decisioni politiche e non viceversa".

Anche secondo Francesco Scrima (Cisl) il responsabile dell'Istruzione dovrà essere un "politico che sappia mettere la centralità della scuola all'attenzione del Paese"; sulla stessa lunghezza d'onda Massimo Di Menna (Uil), il quale indica a Prodi addirittura "un segretario di partito che coinvolga chi nella scuola lavora da anni".

Per Gino Galati, segretario del sindacato autonomo Snals, il ministro dell'Istruzione dovrà essere in grado di "risolvere i conflitti di competenza fra Stato e regioni e garantire finanziamenti ad hoc per ridare dignità economica al settore". Secondo Giorgio Rembado, presidente dell'Associazione nazionale alte professionalità (Anp), la scuola abbia bisogno di un politico che si sia sempre occupato di scuola, "perchè non si può ricominciare ex novo ogni cinque anni con un periodo di apprendistato del ministro per permettergli di entrare nel vivo delle questioni".

Tuttoscuola ha interpellato anche le associazioni: il Moige, Movimento italiano genitori, auspica la nominino di un ministro prima di tutto "più vicino alle famiglie"; l'Agesc, Associazione genitori scuole cattoliche, vorrebbe un politico' in grado di tutelare tutte le famiglie, indistintamente cristiane o musulmani; l'Age, Associazione italiana genitori, è convinta che chi siederà a viale Trastevere dovrà mettere al centro dell'attenzione "i ragazzi, perchè solo chi ha come riferimento i veri fruitori del sistema scolastico può arrivare a costruire una scuola di qualità" .

Tuttoscuola non si è però limitata a costruire il profilo del ministro ideale, ma ha anche riportato i nomi degli esponenti politici che hanno cominciato a circolare da alcuni giorni. "Sono soprattutto - scrive la rivista - quelli di esponenti della Margherita: Pierluigi Castagnetti, Enrico Letta e Rosy Bindi (se non tornerà al ministero della Salute), ma si parla anche di Albertina Soliani, già sottosegretario al Miur col ministro Berlinguer. Tra i diessini la più quotata è Livia Turco, mentre tra i politici più vicini a Prodi qualche chance potrebbe averla Arturo Parisi".

Secondo il mensile diretto da Giovanni Vinciguerra, fuori dall'area dell'Ulivo "si deve tener poi conto della (auto) candidatura di Clemente Mastella". Tuttoscuola non esclude, comunque, che il successore della Moratti possa essere un esponente exra-politico. "Al di fuori del circuito dei politici - fa sapere la rivista - i nomi più gettonati sono quelli di due intellettuali di spicco, uno più vicino alla Margherita, Massimo Cacciari, l'altro più gradito ai Ds e alla sinistra del centro-sinistra, Umberto Eco".

Il giro d'orizzonte della redazione di Tuttoscuola non ha risparmiato nemmeno i sondaggi. "Per gli amanti del toto-ministri - conclude la rivista - è da segnalare il gioco on line "Fantagoverno" proposto dall'Espresso: al momento è in testa la diessina Melandri (15% dei voti), seguita dal segretario dei Comunisti italiani Diliberto (12%), poi la Bonino (9%). Ha ricevuto voti anche Luciana Sbarbati dei Repubblicani europei (3%), già direttrice di scuola materna".

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 Anna Pizzuti    - 27-04-2006
Segnalo anche l’ipotesi Violante, letta oggi su Repubblica on line.

Per quanto mi riguarda debbo dire che nessuno dei nomi finora circolati mi sembra adatto al ruolo da ricoprire.
E nemmeno sono d’accordo sulla necessità di un politico, soprattutto se scelto per eventuali qualità di mediazione. Non perché, d’altro canto, propenda per un tecnico. Anche la signora Moratti lo era - o almeno così era stata presentata - ce lo siamo dimenticati?

Se potessi, mi piacerebbe suggerire qualcuno che rappresenti un progetto alto (ed altro) di scuola, fondato su alcuni punti fermi : Costituzione, diritti ed innovazione democratica; che conosca la scuola, ma che, soprattutto, abbia seguito tutto il dibattito e le lotte di questi cinque e più anni e che conosca in maniera capillare tutti gli aspetti e tutti i risvolti della riforma Moratti.

Solo con una persona che risponda a queste caratteristiche sarebbe possibile riaprire in maniera precisa il dibattito sull’abrogazione, confrontarsi con la proposta di legge popolare che sta camminando e bene e tirare le fila della resistenza propositiva che le scuole hanno maturato in questi anni.

Non ho nomi da proporre, bensì un metodo: guardare, per esempio, tra i membri delle commissioni parlamentari della Camera e del Senato. Se non altro perché è in queste commissioni che:
a) si è fatto muro – a livello istituzionale – contro la riforma Moratti e, per farlo, la si è dovuta analizzare a fondo, oltre le parole;
b) si sono raccolte le idee e le proposte delle associazioni, dei sindacati, dei movimenti tutti.

Io non penso che la scuola sia spaccata. Disorientata, avvilita, sfiduciata, forse e, sicuramente, alla ricerca di se stessa. Di ciò che ha perso e di ciò che dovrebbe guadagnare. Nessuna mediazione, quindi, ma conoscenza, innanzi tutto ed ascolto. Quello vero.