Promemoria
Riccardo Orioles - 08-04-2006
La nostra e' una Citta' in cui si lavora:
a comandare, e' il popolo e la Legge.
Ciascuno di noi tutti ha dei diritti,
quand'e' insieme con altri, e quando e' solo; ciascuno di noi tutti ha dei doveri.

Nella Citta' non c'e' uomo ne' donna,
miscredente o fedele, bianco o nero.
I cittadini sono uguali. Tutti
vivano nella loro dignita',
ne' miseri, ne' troppo ricchi: a ognuno
fraterna dia il suo aiuto la Citta'.

Chi pensa, chi produce, chi lavora,
ognuno dia una mano alla Citta':
lei vuole che nessun rimanga fuori
per la pigrizia o per la poverta'.

E' una la Citta', ma il cittadino
e' diverso un dall'altro, al suo paese,
nel suo nord, nel suo sud, nel suo dialetto:
la Citta' non ci vuole fatti a schiera.

Legge di dei non e' legge civile:
qui, ciascuno rispetti il dio d'altrui.
I boschi, l'aria libera, i poeti,
i maestri che insegnano, il sapere
sono il nostro tesoro: la Citta'
per tutti loro e' vita e liberta'.

Non barbari, ma uomini civili
noi rispettiamo ogni altra citta'.
Ma chi fugge dai barbari, qui trovi
casa fraterna, asilo e carita':
guai a chi lo scaccia! Offende tutti noi.

Non sia guerra fra umani, uomini!, mai.
Ragionate piuttosto: noi vogliamo
essere i primi a ragionare, e andiamo
nel mondo in amicizia e liberta'.

Nei giorni duri, abbiamo una bandiera
che ci ricorda: siamo una Citta'.

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 da Scintilla    - 08-04-2006
Purchč non si tratti di cittą...prefette!