Che ci importa della scuola?
Celeste Grossi - 20-05-2001
Celeste Grossi, direttrice di école, ha scritto per Fuoriregistro un articolo di presentazione della nuova veste della rivista che riprende in gran parte quello tenuto il 10 maggio a Milano, nel corso di un incontro al quale e' intervenuto, tra gli altri, Domenico Starnone, il cui contributo siamo in attesa di pubblicare

Che ci importa della scuola? Molto se ci ostiniamo a fare una rivista “di frontiera” (tra politica e linguaggi, tra rivendicazionismo e letteratura) e se ci ostiniamo a farla con categorie di pensiero non stereotipate, non prevedibili, non autoghettizzanti che ci permettono di esplorare curiosamente il nuovo senza bisogno di farci troppo scudo di rassicuranti rifiuti a priori.
Quello di maggio 2001 è il quinto numero della nuova serie di école, la terza. Il numero zero della rivista uscì come bimestrale 12 anni fa; la seconda serie prese avvio con la trasformazione in mensile nel 1992.
Ma école aveva già iniziato a vivere come inserto all’interno di rossoscuola nella primavera del 1988, dopo una lunga gestazione, perché il concepimento era in realtà avvenuto qualche anno prima, mentre preparavamo il convegno sul “Mal di scuola” della primavera nucleare del 1986.
Nei quindici anni trascorsi molte cose sono cambiate, non credo quel malessere, il mal di scuola che, casomai, si è allargato.
E non sono cambiate le “parole” chiave di école - ambiente, comunicazione, intercultura, laicità, mal di scuola, scienza e natura, uguaglianza/differenze - .
Diventa sempre più chiaro che il separare - scuola e politica, mente e natura, economia ed ecologia - condanna la nuova generazione alla pura compatibilità, non apre orizzonti, non promette futuro.
L'educazione ambientale continua ad essere una straordinaria opportunità di umanizzazione della scienza e della tecnologia e di liberazione dall'ossessione degli oggetti e dal mito triste dello sviluppo.
école è uno strumento di navigazione, una sede di riflessione collettiva e pubblica, una rivista di voci plurali che coltiva “utopie concrete”.
Non ci accontentiamo di mettere in rete opinioni differenti, tentiamo, senza preconcetti, di essere “nodo”, laboratorio di idee per l’educazione. A maggior ragione ora che scuola e formazione, dopo decenni di disattenzione, sono uno dei terreni di scontro più acceso tra forze politiche, economiche, sociali, culturali.
Pensiamo di poter offrire riflessioni e strumenti a chi nella scuola e nella società è convinto che la scuola vada trasformata ma non è convinto delle riforme che stanno prendendo corpo, anche perché le riforme del centrosinistra nella scuola sono state progettate e varate senza una decisione preliminare sugli assi culturali di riferimento. Il timore è che questa situazione non sia stata una scelta a favore della libertà progettuale ma un segno del dominio dei tecnocrati. E c’è un ulteriore piccolo dettaglio: il governo e la maggioranza che daranno l'impronta all'architettura globale della scuola.

Il tentativo di école è quello di mettere insieme la voce della “base” (un'esigenza di radicamento sociale) con quella dell’elaborazione intellettuale da utilizzare anche come strumento di analisi politica.
L'idea è quella di riuscire a cortocircuitare cose differenti, rifiutando lo specialismo e di rendere visibile il cortocircuito anche sulle pagine della rivista.
Quando abbiamo deciso di staccarci dal precedente editore lo abbiamo fatto con l'intenzione di continuare la storica testata in una nuova serie, e abbiamo dato vita all'Associazione “Idee per l’educazione” i cui soci fondatori sono i redattori della rivista che hanno scelto di aderire al progetto un po’ folle di ripartire rinunciando al capitale economico e agli abbonati pur di poter essere, nel rispetto di tutti, più liberi.
Insomma a gennaio siamo ripartiti, senza nemmeno un abbonato, con l'idea di proseguire le pubblicazioni della rivista adattandola ai tempi e alle mutate sensibilità, ma con il desiderio di tenere presente tutta la "piccola storia nobile" di école - come dice il vicedirettore Andrea Bagni -, ma anche la sua “preistoria” (rossoscuola, nata nel 1980, come foglio che dava conto dei movimenti che in quegli anni e in quelli successivi attraversavano insegnanti e studenti) e in particolare il momento in cui abbiamo cominciato a proporre di considerare la scuola come un ambiente.

Nel DNA della nostra avventura c'è quindi la radicale estraneità dai disvalori dell'aziendalismo: per noi gli studenti non sono "utenti" ma abitanti, parte viva dell'ecosistema scolastico, gli insegnanti sono persone, ricche della loro soggettività, non strumenti di gerarchia e tecnicismo che lentamente si affermano nella scuola, sempre più anche in quella di base. La nostra idea di rivista - e di educazione - è a favore di una “inattuale” gratuità e libertà critica, una rivista che possa essere strumento di ricerca intorno al sapere che attraversa le generazioni, la società e il lavoro, le scuole, le classi, i corpi; possibile “luogo comune” di donne e uomini, incrocio di esperienze e storie di chi abita la scuola nel cuore, in partenza da sé e proprio per questo capace di teoria, con uno sguardo critico e politico sul paesaggio scolastico, così devastato dalla tecnica delle costruzioni, dai plastici didattici del modellismo maschile occidentale.
I lettori che ci sembrano più vicini al nostro progetto editoriale sono quelli che oggi vivono la crisi determinata dall'assoluta necessità delle riforme e l'insoddisfazione per quanto effettivamente è stato proposto dai governi di centrosinistra.
Lettori appassionati, schierati, ma proprio per questo alla ricerca di soluzioni verso quel ben di scuola che ci sembra essere una delle radici della costruzione del futuro, per nulla convinti che la via sia già chiara e segnata.
Pensiamo che una rivista aperta a coordinamenti, movimenti e autoriforme, singolari sindacalismi, leggera e gentile, capace di parlare di formazione dentro e fuori la scuola, possa essere utile. Anche solo per restare in contatto e non perdersi troppo. Nelle prossime notti, buie e tempestose.

Per realizzarla abbiamo chiesto e chiediamo una partecipazione forte al progetto, all'avventura editoriale della nostra testata che non ha sponsor, né padroni, solo lettori ci auguriamo fedeli e siamo certi saranno implacabili censori di imparrocchiamenti o perdite di radicale criticità.
La rivista è solo uno degli strumenti del nostro progetto di comunicazione Nel 2001 a usciranno 10 numeri: i 5 bimestrali di 52 pagine si alterneranno con le Lettere di école per dare ai lettori commenti, notizie, recensioni.
Il legame con gli abbonati, che vorremmo continuo e biunivoco, sarà assicurato anche dalle pagine del sito che con frequenti aggiornamenti raccoglierà approfondimenti, appuntamenti e una serie di guide per navigare tra i temi della rivista.
Ulteriore strumento di informazione sarà un cd-rom che, a dicembre, amplierà l’analisi delle questioni fondamentali dell’anno, fornendo dati, immagini, opinioni, bibliografie, indirizzi.

école redazione, via lario 10, 22030 Lipomo (Co),tel 031.281565,

e-mail coecole@tin.it,
http://www.scuolacomo.com/ecole
école ufficio abbonamenti tel. 031.571930

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