breve di cronaca
Fondi d'istituto appesi a un filo
Italia Oggi - 23-02-2006
L'istruzione ha chiesto all'economia di escludere le scuole dal tetto di spesa della Finanziaria 2006.

Le eccedenze rispetto al 2004 potrebbero essere congelate


Ci si era sempre lamentati che i fondi per le attività scolastiche erano pochi, troppo pochi rispetto alle effettive necessità, tra attività aggiuntive previste dalla riforma Moratti, da attuare, e il piano dell'offerta formativa, da migliorare. Ora gli istituti potrebbero vedersi decurtare per quest'anno anche le risorse accreditate. O meglio, potrebbero vedersi congelare quella fetta di risorse che supera il plafond del 2004. Già, perché una norma della Finanziaria 2006 blocca i fondi per la contrattazione integrativa delle amministrazioni statali, applicando come tetto di spesa il finanziamento certificato nel 2004. Uno stratagemma per imbrigliare le amministrazioni spendaccione, quello messo a punto dal ministro dell'economia, Giulio Tremonti, e che potrebbe però oggi travolgere anche le scuole.
I consigli d'istituto dovranno approvare il bilancio consuntivo 2005 entro il 30 aprile. Subito dopo scatteranno i controlli dei revisori dei conti.

Il bilancio tiene conto delle entrate e delle uscite movimentate direttamente dalle scuole attraverso il proprio fondo. Si tratta di solito di pagamenti per le attività aggiuntive del personale collegate al Pof, il pacchetto di formazione della suola, che sempre più spesso oltre alle attività obbligatorie ne prevede di opzionali, autofinanziate.

Il comma 189 dell'articolo 1 della legge n. 266/2005 ha previsto che i finanziamenti per i fondi per la contrattazione integrativa delle amministrazioni non superino l'importo del 2004, come certificato dagli organi di controllo. Per le amministrazioni dello stato i controllori sono la funzione pubblica e la ragioneria generale dello stato. Ma le scuole sono amministrazioni statali? È quanto ha chiesto il ministero dell'istruzione all'economia, pretendendo una nota chiarificatrice che consenta di dire che il tetto di spesa non si applica alle scuole. Viale Trastevere vuole insomma evitare, non assumendosene però da solo la responsabilità, che i revisori possano, con interpretazioni personali e diversificate sul territorio, contestare le maggiori uscite degli istituti scolastici. E riportare le somme eccedenti in avanzo di amministrazione. Ossia spostarle sul bilancio dell'anno successivo. Secondo le rilevazioni condotte dal ministero dell'economia, nel corso del 2005 nei due terzi delle scuole italiane l'avanzo di amministrazione sarebbe particolarmente consistente e potrebbe consentire da solo di far funzionare le scuole per almeno un anno, anche in assenza di finanziamenti statali.

Un avanzo che però è frutto di un accredito tardivo delle somme da parte dell'amministrazione centrale, ha replicato il responsabile dell'istruzione, Letizia Moratti. Insomma, i soldi arriverebbero a fine esercizio e non all'inizio, tardi per essere contabilmente spesi nell'anno di spettanza. Ecco perché risulterebbero tanti avanzi. Ma sono tutti finanziamenti già impegnati. Come dire, il segno di un indebitamento e non di una ricchezza

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 Tecnica della scuola    - 22-02-2006
In arrivo nuovi finanziamenti per le scuole

Ma il taglio rispetto al 2005 è ancora pesante. I finanziamenti riguardano tutte le scuole e non solo quelle di alcune regioni, come qualcuno pensava. Mediamente si tratta di pochissime migliaia di euro in più per ogni scuola.

Quando pochi giorni fa si era diffusa la notizia che in Lombardia l’Uffiio scolastico regionale aveva comunicato alle scuole l’arrivo di ulteriori fondi per le spese funzionamento ordinario, i maligni avevano commentato dicendo che si trattava di una "manovra elettorale" legata alla prossima candidatura del ministro Moratti a sindaco di Milano.
Nelle ore successive la notizia ha assunto una connotazione diversa: anche nel Lazio la direzione regionale ha informato le scuole che ci sono soldi in arrivo per le spese di funzionamento.
A questo punto il nostro giornale è in grado di fornire una notizia pressochè certa: nei giorni scorsi il Ministero ha disposto una vera e propria variazione di bilancio che consente di aumentare le risorse per il funzionamento generale delle istituzioni scolastiche.
Gli aumenti riguarderanno pertanto tutte le scuole d’Italia e non solo quelle di alcune regioni come Lazio e Lombardia le cui direzioni regionali sono state particolarmente svelte a informare le scuole.
Al momento attuale non è ancora dato di sapere con certezza nè l’entità precisa degli aumenti nè, soprattutto, in quale modo siano state reperite le risorse.
Il punto principale è ovviamente il secondo; se la variazione consistesse, per esempio, in una diminuzione delle spese per la realizzazione del POF e in un aumento di quelle per il funzionamento per le scuole in realtà cambierebbe ben poco: la maggiore disponibilità di fondi per le spese generali andrebbe a discapito della progettazione didattica e non ci sarebbe nessun benificio reale.
E’ molto probabile, tuttavia, che le nuove risorse reperite dal Ministero siano legate a qualche risparmio del 2005 e fondi che si era riusciti a "mettere in salvo" a ottobre quando il Governo aveva approvato il "decreto taglia-spese".
Resta poi la questione dell’entità dei nuovi fondi: secondo stime attendibili, ma che per ora non trovano nessuna conferma ufficiale, sembra che si tratti di somme che corrispondono al 15/20 per cento del finanziamento già assegnato e che consentirebbero di ridurre di circa un terzo i tagli rispetto al 2005.
In ogni caso quello che è assolutamente certo è che anche con i nuovi fondi per il 2006 le scuole saranno costrette a "tirare la cinghia" rispetto agli anni precedenti.

di Reginaldo Palermo


 www.flcgil.it    - 22-02-2006
Il Miur crede di salvarsi l’anima con 30 milioni di euro


Hanno avuto un primo effetto le iniziative messe in campo dalla FLC Cgil, unitamente alle altre Organizzazioni confederali della scuola, per protestare duramente contro i tagli operati dal Governo e dal MIUR sul finanziamento alle scuole statali: il telegramma con richiesta di incontro dei Segretari Generali FLC Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola, l’invito agli Organi Collegiali delle scuole e ai Dirigenti Scolastici da parte del Coordinamento Unitario Nazionale dei Dirigenti Scolastici FLC Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola per denunciare singolarmente la propria situazione di difficoltà finanziaria, le numerose denunce che stanno pervenendo al MIUR e ai Sindacati con relativa pubblicazione delle stesse sul nostro sito hanno smosso la placida sonnolenza del MIUR.

Infatti, dalle Direzioni generali regionali stanno pervenendo alle scuole delle comunicazioni con cui si preannunciano, o si indicano, incrementi di fondi per il funzionamento amministrativo per l’anno in corso.

Secondo i nostri calcoli si tratterebbe al massimo di 30 milioni di euro al livello nazionale che probabilmente sono stati presi dal Piano di finanziamento della Legge 53/2003 di controriforma della scuola. In sostanza si tratterebbe di un ritorno a casa di quelle risorse che erano già a disposizione delle scuole ma erano state loro sottratte proprio per finanziare la legge 53/2003. Un gioco di andirivieni che tuttavia finisce sempre con un saldo negativo per le scuole.

Infatti, a stare alle cifre comunicate con precisione da alcune Direzioni Regionali, quale quelle della Lombardia e della Toscana, dopo il taglio del 2005 con questa “restituzione” la partita si chiuderebbe per la Lombardia con un taglio del 32% e per la Toscana con un taglio del 35%.

Come dire che si è tagliato un po’ meno ma sempre di taglio si tratta.

E vi è da aggiungere che tale “restituzione” riguarda solo il funzionamento amministrativo e didattico.

Tutti gli altri tagli riguardanti altre voci rimangono tragicamente confermati: sulle supplenze, sugli alunni diversamente abili, sulla 440, sugli esami di stato. E’ evidente che ciò non basta per salvarsi l’anima. Se si dividono 30 milioni di euro per 10750 scuola la media è di 2.790 euro che non basteranno neanche a pagare i debiti della TARSU.

Siamo di fronte ad operazioni di pura propaganda elettorale. Gli addetti ai lavori (Ds e Dsga) peraltro costretti a variare il programma annuale del 2006 appena approvato sanno benissimo la vera finalità di questa operazione. Come spiegare diversamente il fatto che ad esempio la Direzione Regionale del Lazio il 24 gennaio (nota prot. 3375) dava indicazioni alle scuole di limitare gli impegni di spesa del 40% rispetto agli anni precedenti e soltanto 20 giorni dopo con toni trionfalistici annuncia l’incremento di spesa?

Il tutto peraltro sta avvenendo ancora una volta senza nessuna trasparenza. L’incontro da noi richiesto non ha ancora avuto riscontro. Stiamo ancora aspettando una convocazione che ci consenta di andare ad una discussione di merito su tutti i settori di attività che hanno subito drastici ridimensionamenti fino a mettere in discussione la stessa funzionalità delle istituzioni scolastiche statali.

Siamo impegnati a seguire passo passo la situazione e ritorneremo sulla questione per maggiori approfondimenti nei prossimi giorni.

Roma, 21 febbraio 2006