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Abu Graib: le immagini di nuovi abusi
Agenzia Reuters - 17-02-2006
BAGHDAD - Una stazione televisiva australiana ha trasmesso oggi immagini inedite di quelli che appaiono come abusi sui prigionieri di Abu Ghraib, facendo infuriare gli iracheni fino a chiedere che le truppe americane lascino il Paese.

Il programma "Dateline" di Special Broadcasting Service ha detto che le immagini sono state registrate all'epoca di quelle ormai tristemente famose, in cui soldati Usa che abusavano di detenuti nel carcere di Abu Ghraib, al centro di aspre polemiche a livello internazionale nel 2004.

Alcune delle nuove immagini fanno pensare che ci siano stati altri abusi come omicidi, torture e umiliazioni di natura sessuale, dice Dateline.

Fotografie e immagini video mostrano i prigionieri sanguinanti o incappucciati, legati a letti e porte, a volte con accanto una guardia americana che sorride.

Ci sono anche due uomini nudi ammanettati insieme, una pila formata da cinque prigionieri nudi fotografati da dietro, e un cane al guinzaglio vicino al viso di un uomo accovacciato con indosso una tuta arancione.

Le immagini sono subito state ritrasmesse da stazioni satellitari arabe e diversi organi d'informazione, tra cui la tv American ABC News, le hanno mostrate sui propri siti web.

Questo ha fatto crescere tra gli arabi la rabbia suscitata dalla pubblicazione domenica scorsa di immagini di soldati britannici che picchiavano dei ragazzi e dalle vignette che ritraggono Maometto pubblicate da alcuni giornali europei.

"Le nuove immagini hanno riacceso la lunga sofferenza iniziata con l'occupazione dell'Iraq . Mi ha fatto arrabbiare profondamente, mi ha pugnalato al cuore vedere il mio popolo pagare per nessuna buona ragione", ha detto un insegnante iracheno, Hanan Adeeb, di 34 anni.
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 da http:// www.granma.cu/italiano/2006/enero/vier20/caminos    - 17-02-2006
È NATA L'ENCICLOPEDIA
LIBERA MONDIALE CONTRO IL TERRORISMO USA


Tutte le strade del terrorismo conducono a Washington

L'Avana. 20 Gennaio 2006

JAVIER RODRIGUEZ

L'Avana. (PL) - Cuba ha posto nel servizio di Internet un'Enciclopedia sul terrorismo, un prodotto del lavoro congiunto di giornalisti, intellettuali, investigatori latinoamericani, specialisti internazionali e organismi statali.
L'opera è una novità nel suo genere ed è stata presentata alla stampa nazionale e straniera, segnalando il numero dei dati che offre e la sua utilità come strumento d'informazione e di denuncia.
L'Enciclopedia conta anche con l'apporto delle vittime, dei testimoni e degli investigatori di numerose nazioni ed è stata presentata nella stessa giornata anche a Bamako, nel Foro Sociale Mondiale che si è inaugurato in Mali; successivamente verrà presentata in Venezuela nello stesso Foro.
I dettagli delle organizzazioni vincolate al terrorismo che hanno operato non solo contro Cuba, ma anche in numerosi paesi del mondo, i fatti segreti come l'Operazione Condor e gli aspetti del Plan Colombia si possono contattare come le fotografe, i video e più di 800 articoli che appaiono nel sito.
L'elenco dei giornalisti assassinati nel continente americano, i capitoli con le relazioni di molte vittime della repressione, una galleria di foto di torturatori e terroristi si incontrano in questa Enciclopedia.
Oltre alla presentazione in due lingue (spagnolo e inglese), offre la facilità di trovare i vincoli e i collegamenti con 56 nazioni.
Tutti i materiali sono esenti dal pagamento per i diritti d'autore e si possono utilizzare liberamente come aiuto nella promozione della lotta contro il terrorismo.
La collocazione di questo lavoro in Internet risponde a una promessa fatta al termine dell'Incontro Mondiale di Lotta contro il Terrorismo effettato all'Avana nel mese di giugno del 2005.
L'enciclopedia si alimenterà gradualmente con tutti gli apporti validi di ogni interessato a questi temi.
Per accedere all'Enciclopedia si offrono tre direzioni:

www.terrorfileonline.org
terrorfileonline.com
terrorfileonline.net

Alpidio Alonso presidente dell'Associazione Culturale Hermanos Saiz, ha spiegato che non si tratta di un'opera basata solo sul terrorismo degli Stati Uniti contro Cuba, ma di quanto è stato commesso contro tutti i paesi e anche a danno dello stesso popolo nordamericano.
È praticamente impossibile incontrare in America Latina un'azione di questo genere dietro alla quale non ci sia la mano di Washington e dei suoi pedoni, come nel caso di Posada Carriles con la cui annunciata libertà si commetterà un'autentica infamia.
Ireol Sánchez, presidente dell'Istituto Cubano del Libro ha detto che Cuba vuole giustizia, non solo per sè ma per tutte le vittime e i popoli danneggiati, includendo anche i fatti accaduti negli anni precedenti al Trionfo della Rivoluzione Cubana.
In una dichiarazione a PL, Betina Palenzuela Corcho, figlia di Adriana Corcho funzionaria dell'ambasciata cubana in Portogallo, morta per l'esplosione d'una bomba nella sede diplomatica, ha detto che tutto quello che si fa per denunciare casi come quello sarà sempre insufficiente.
"Chi ha vissuto sulla propria pelle il terrorismo deve usare qualsiasi opportunità per denunciarlo!" ha affermato.
Betina, che allora aveva 12 anni, ha partecipato come specialista nel gruppo di disegno grafico e del servitore per il sito inaugurato ed ha partecipato anche all'Incontro del 2005 all'Avana.
"Anche se non si può cancellare il dolore, tutto quello che dobbiamo fare per aiutare a far diminuire i crimini come questi", ha detto ancora.
Margarita Morales, figlia di Luis Alfredo Morales, morto nell'esplosione di un aereo sopra Barbados nel 1976, ha segnalato che è molto importante conoscere tutto sul terrorismo praticato contro Cuba e contro qualsiasi altro popolo.
Sentiamo dolore per le vittime come per i morti dell'11 settembre a New York e per questo è molto importante il riflesso della verità per questo sito.
Margarita ha ricordato che nell'Enciclopedia si dimostra chiaramente, di fronte alla prossima possibile liberazione di Posada Carriles, chi sono coloro che usano questi metodi per colpire i popoli.
La brasiliana Marita Guimaraes, vittima della repressione durante l'applicazione del Plan Condor, ha dichiarato che chi la interrogò e la torturò allora era uno statunitense.
"Ancora oggi ci controllano, vogliono sapere dove andiamo e quello che stiamo facendo...io sono una protagonista di questa storia e per fortuna sono qui viva e la posso raccontare!"