Aspetti della controriforma scolastica
Franco Di Michele - 07-05-2002
E’ indubbiamente sacrosanto esprimere preoccupazioni per la politica restauratrice della signora Moratti ,ma sarebbe intellettualmente non corretto stendere un velo pietoso sulla politica scolastica italiana degli ultimi dieci anni ,sulla demagogia e sul populismo che l’ha caratterizzata,sull’uso spregiudicato della scure dei tagli che si sono abbattuti sulla tanto decantata Scuola della Costituzione , sull’ incremento esponenziale dei carichi di lavoro per il personale della Scuola sanciti e ribaditi dai Contratti Collettivi Confederali,sull’umiliazione, legislativamente codificata,del potere contrattuale dei Lavoratori stessi ,sulla caduta verticale della qualità dell’istruzione pubblica.
La Signora Moratti può dirsi ottimista quando pensa di ridurre ,nei prossimi cinque anni ,la spesa del personale della Scuola all’80% delle somme stanziate per il Sistema di Istruzione Nazionale,in quanto i Colleghi che l’ hanno preceduta sono già riusciti,in dieci anni ,a portarla dal 97,6 % del 1991 al 90,1 % del 2000.La Signora Moratti dovrà solo accelerare un po’, contando sulla popolarità che le potrà derivare dalle mance elargite ad uno sparuto drappello di docenti “ super esperti “( forma camuffata del Concorsone Berlingueriano ) mentre promette, nella sua lettera al collega Tremonti del 2 agosto 2001 :

“1. la ridefinizione dei criteri di dimensionamento delle istituzioni scolastiche, d'intesa con le Regioni e con gli Enti locali;
2. la promozione della mobilità professionale e intercompartimentale del personale appartenente a ruoli che presentano situazioni di esubero (per esempio: insegnanti tecnico pratici, docenti di educazione tecnica e di educazione fisica). Le posizioni di esubero ammontano a oltre 8.000 unità;
3. la destinazione di una quota percentuale dell’organico di ciascuna istituzione scolastica (tale percentuale potrebbe corrispondere alla “quota locale” del curricolo che il DPR n. 275/99 quantifica nel 15% dell’orario complessivo settimanale) preferibilmente a contratti d’opera;
4. la trasformazione, per i docenti dell’istruzione secondaria, dell’orario di cattedra in “orario annuale di lavoro” rispetto al quale dovrebbero essere previste, ove necessarie, prestazioni aggiuntive obbligatorie, da retribuire in eccedenza, e il consequenziale contenimento delle supplenze brevi;
5. la razionalizzazione delle classi di concorso per una utilizzazione ottimale del personale;
6. la ridefinizione del profilo professionale dell’assistente tecnico e della funzione docente dell’insegnante tecnico pratico, creando le condizioni per eliminare o ridurre i tempi di compresenza;
7. la riduzione del numero dei docenti “specialisti” (circa 11.000) impegnati nell’insegnamento delle lingue straniere nella scuola elementare facendo ricorso in misura più ampia alla formazione del personale e favorendo il reclutamento di docenti che abbiano superato la prova di lingua straniera;
8. la ridefinizione dei compiti e dei ruoli del personale Ata, nel quadro dell’autonomia degli istituti, attraverso un miglior impiego delle tecnologie informatiche e l’esternalizzazione delle funzioni strumentali. “

Tagli,tagli e ancora tagli .
Se può essere logico ,dal suo punto di vista, che la Signora Moratti decida di tagliare, con la Circolare n. 16 del 19 febbraio 2002, 8500 posti di lavoro della scuola pubblica, oltre al resto a venire ,è drammatico verificare che le possibilità legislative di tale decisione siano quasi tutte già state predisposte nei dieci anni precedenti.
La circolare in questione infatti esordisce snocciolando un impietoso rosario di legittimità legislative:

“ VISTO il decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297;
VISTI l’articolo 1, comma 72, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, nonché i decreti ministeriali 24 luglio 1998 n.331, e 6 agosto 1999, n. 200 riguardanti rispettivamente l’organico funzionale della scuola elementare e materna;
VISTO l’articolo 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59 che ha previsto l’attribuzione dell’autonomia scolastica alle scuole ed istituti di ogni ordine e grado;
VISTI l’articolo 40, comma 1, della legge 27 dicembre 1997, n.449 e l’articolo 26, comma 16, della legge 23 dicembre 1998, n.448 concernenti l’assegnazione dei posti per attività di sostegno agli alunni portatori di handicap;
VISTA la legge 20 gennaio 1999, n. 9 contenente disposizioni per l’elevamento dell’obbligo di istruzione;
VISTI i decreti ministeriali 15 marzo 1997, n. 176 e 6 agosto 1999, n. 200 nelle parti relative ai parametri minimi contemplati per il funzionamento dei convitti e degli educandati di Stato, nonché alla definizione degli organici del personale educativo;
VISTI i titoli II e III del decreto ministeriale 24 luglio 1998, n. 331, recanti disposizioni per la formazione delle classi e la determinazione degli organici del personale della scuola;
VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275 con il quale è stato approvato il regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche;
VISTO il decreto ministeriale 3 giugno 1999, n.141 recante norme sulla formazione delle classi con alunni in situazione di handicap;
VISTI il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, relativo alla riforma dell’organizzazione del Governo e il decreto del Presidente della Repubblica 6 novembre 2000, n. 347 contenente norme di organizzazione del Ministero della pubblica istruzione;….. “etc,etc….

Lo stesso discorso di continuità legislativa e culturale lo si potrebbe fare con i nuovi esami di Stato e le sue modalità ultime.
Sono il momentaneo punto di arrivo di un percorso iniziato con l’abolizione degli esami di riparazione ,un percorso di svuotamento culturale ed istituzionale della scuola pubblica,un percorso che ha determinato la nullificazione di fatto degli organi collegiali che sono sopravvissuti, in un mare di ambiguità e di contraddizioni, ai Decreti Delegati del 1974 fino a che li ha sorretti la tensione politica e culturale che li aveva partoriti ma che mai sono stati capaci di incidere realmente sulla organizzazione scolastica perché mai messi realmente in grado di farlo
La Signora Moratti ha in questo caso fatto opera meritevole: ha dato sepoltura ad un cadavere putrefatto esposto al ludibrio delle intemperie ,venerato e rimpianto soltanto da prediche o da gente che non ha mai messo piede in una scuola reale.
E si potrebbe ancora parlare del liberismo didattico, dell’accanimento programmatorio e verificazionista ,dell’ossessione narcisistica della trasparenza ,degli studenti da considerare “utenti consumatori”, ( L.Russo, “Segmenti e Bastoncini “), degli insegnanti da considerare non più professionisti ma “intrattenitori “ e consumatori a loro volta dei prodotti dei rinomati ex BDP ,Ex Cede e di tutte le altre numerosissime teste pensanti messe al lavoro e generosamente finanziate dal Ministero ,bypassando e mettendo fuori gioco, in maniera poco democratica,per la verità, le risorse umane e professionali dei docenti in prima linea.
Tutta una stagione di progressiva destrutturazione della Scuola Pubblica, in cui si sono tagliati posti alla scuola pubblica per trovare risorse per le scuola private e confessionali, in cui si sono fatti “ Progetti Qualità “ con la Confindustria. Una stagione che non trovava risorse per un reale aggiornamento per i Docenti o per gli anni sabbatici ,ma riusciva a spendere 830.000 mila lire l’ora per i corsi di formazione dei futuri Dirigenti , gestiti al 90% dalla Confindustria, sempre lei, direttamente o indirettamente .
Un budget di 90 miliardi, oltre diecimila i dirigenti scolastici coinvolti, 300 ore di lezione in due anni, gare di appalto per "lotti" da 750 milioni l'uno .A bando di concorso appena concluso si scoprì che i vincitori erano per la gran parte aziende private e tra le più robuste dei gotha dell'industria italiana: Fiat, Ibm, Iri. Fu , intatti Confindustria a fare la parte dei leone, con tutte le sue diramazioni. Un altro bel pezzo di formazione se la aggiudicarono le università private vicine a Confindustria, Bocconi Luiss, oltre all'università del Sacro cuore, alle Acli, all'Uciim (l'associazíone dei docenti delle medie cattoliche), e all'Aime (maestri cattolici). Solo le briciole all'associazionismo laico (Cidi, Andis e Proteso) e una presenza, neppure troppo significativa, delle università statali.
Un investimento senza precedenti,pari grossomodo a quanto prevedeva il ministero della pubblica istruzione per l'aggiornamento di ottantamila docenti o di centocinquantamila bidelli e personale tecnico

Volevano portare la scuola Italiana in Europa passando per Arcore !!!

Franco Di Michele
Docente del Liceo Scientifico di Nereto





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 sandra coronella    - 07-05-2002
Non ho la pretesa di risponderti compiutamente, ma i governi precedenti hanno inventato, anche sulla base di quelle leggi che citi, l'organico funzionale, che per le scuole superiori ha consentito un miglior utilizzo delle risorse, lasciando ore a disposizione e facendo anche lavorare precari.
Non a caso è la prima cosa eliminata dalla Moratti.

Sull'esame di Stato: quello di Berlinguer era sempre meglio del precedente, che tagliava fuori da marzo gran parte delle materie, e l'impostazione (terza prova, documento del 15 maggio...) era positiva.
Che poi non si sia gestito sempre seriamente...non era scritto nelle leggi.

Infine i corsi per Dirigenti.
Su questi in effetti ho anch'io molte riserve, specialmente perchè non c'è stata alcuna selezione.
Il fatto che fossero affidati a Enti privati però non mi scandalizzerebbe in sè, se l'impostazione è più gestionale organizzativa che didattica.
Organizzazione, non necessariamente aziendalismo.

Gli altri temi meriterebbero ben maggiore approfondimento, e sarebbe ora di affrontarli senza troppi timori, visto che...abbiamo tempi lunghi.

Sandra Coronella

 franco festa    - 12-05-2002
giustissimo..sacrosantissimo..e come è ridicolo vedere a capo della protesta quel berlinguer che ha prodotto tanti sfasci..dio ci salvi, come sinistra...