Esce la ristampa del “Sovversivo”, il libro di Corrado Stajano dedicato alla morte del giovane anarchico avvenuta nel 1972 - Serantini 30 anni dopo, e la ferita è ancora aperta -
Se fosse ancora vivo avrebbe cinquant'anni. E avrebbe visto molte cose cambiare. Avrebbe visto le stragi fasciste e il terrorismo rosso, avrebbe visto un ex comunista nominato presidente del Consiglio ed ex missini diventare ministri. Avrebbe sentito il capo del partito post fascista dire che si riconosce nei valori del 25 Aprile e avrebbe visto qualche suo vecchio compagno di Potere operaio o di Lotta continua passare a Forza Italia. Chissà, forse sarebbe cambiato anche lui. A vent'anni era anarchico e a vent'anni è stato ucciso. Franco Serantini morì il 7 maggio del 1972, in carcere, a Pisa. Due giorni prima aveva partecipato a una manifestazione per impedire un comizio elettorale di un parlamentare missino, Giuseppe Niccolai. La polizia sfondò una barricata sul lungarno Gambacorti; gli altri manifestanti fuggirono, lui “inspiegabilmente restò fermo”, come poi raccontò il commissario che lo portò via. Un gruppo di agenti gli fu addosso: pugni, calci, manganellate, colpi con il moschetto usato come una clava. “Erano degli ossessi” raccontò un testimone; “sembravano drogati”, disse un altro. Franco Serantini, tramortito, passò la notte in carcere. Il giorno dopo venne interrogato dal magistrato. Non riusciva a tenere la testa diritta. Fu visitato dal medico del carcere che gli prescrisse la borsa del ghiaccio. La mattina dopo lo trovarono nella sua cella con la bava alla bocca. Era ormai in coma. Morì nell’infermeria del carcere. Ucciso tre volte: dai poliziotti che lo avevano massacrato, dai secondini che non lo avevano curato, dal magistrato che non lo aveva soccorso. Vita e morte dell’anarchico Serantini erano state raccontate da Corrado Stajano in un libro uscito nel 1975 da Einaudi, Il sovversivo . Un libro che richiama il Truman Capote di A sangue freddo , stessa meticolosità nella ricostruzione dei fatti, stessa cura dei particolari, grande spazio alle testimonianze dirette e ai verbali.
Un racconto quasi distaccato, senza enfasi, l'aggettivazione ridotta all'indispensabile. Perché i fatti parlano da soli. E quei fatti tornano a parlarci oggi. A trent'anni dalla morte di Franco Serantini, la Biblioteca che da lui ha preso il nome ha ristampato il volume di Stajano. Ma sono passati davvero trent'anni? E si parla della Pisa di allora o della Genova del G8, degli anarchici toscani o dei no global napoletani? Perché in questo lungo tempo tante cose sono cambiate. Ma non tutte. No, non tutte.
Il libro di Corrado Stajano “Il sovversivo. Vita e morte dell’anarchico Serantini” (pp.144, euro 10.50) è ristampato dalla Biblioteca Franco Serantini di Pisa (tel. 050/570995;
www.bfspisa.com)
Claudio Schirinzi