breve di cronaca
In arrivo due decreti (forse tre) sul secondo ciclo
La Tecnica della scuola - 23-01-2006
Sono ormai in fase di emanazione due importanti decreti sul secondo ciclo: uno riguarda la quota oraria del 20% per realizzare l'offerta formativa della scuola, l'altro fornisce le tabelle di confluenza dei percorsi attuali in quelli "riformati". Ma si parla anche di un decreto che riapre il discorso della sperimentazione.

L'emanazione di altri due decreti ministeriali relativi alla applicazione della riforma del secondo ciclo è data ormai per imminente.
Il primo riguarda il problema della quota oraria del 20% che ogni istituzione scolastica può utilizzare per definire il proprio piano dell'offerta formativa.
Il decreto chiarisce che, in ogni caso, per aumentare la quota oraria di una o più discipline oppure per introdurre una nuova materia di insegnamento non è possibile operare decrementi orari superiori al 20% per ciascuna disciplina: con questa regola si vuole ovviamente evitare che si creino percorsi di studio magari graditi agli studenti ma ampiamenti incompleti sul piano culturale e scientifico.
L'altro decreto riguarda la confluenza dei titoli di studio dei percorsi previsti dagli attuali indirizzi nei percorsi liceali definiti con il decreto legislativo n. 226 dello scorso ottobre.
Il provvedimento non dovrebbe presentare sorprese clamorose: per licei classici e scientifici non cambierà nulla, mentre tutti gli indirizzi linguistici attivati nei percorsi attuali confluiranno nel liceo linguistico, così come il liceo delle scienze umane raccoglierà l'eredita del vecchio istitituto magistrale nonchè delle modifiche e integrazioni che esso ha subito nel corso degli anni.
Il liceo economico, costituito dai due indirizzi economico-istituzionale ed economico-aziendale accoglierà i corsi di studio che ora afferiscono all'Istituto tecnico commerciale, all'Istituto tecnico per le attività sociali e nell'Istituto tecnico per il turismo.
Nel nuovo liceo artistico confluiranno le due sezioni dell'attuale liceo rispettivamente finalizzate alla prosecuzione degli studi nella Accademia di Belle Arti ed alla facoltà di Architettura. Alcuni indirizzi speciali rimarranno invece fuori ed entreranno a far parte dei percorsi di istruzione o di formazione professionale (arte dei metalli, del corallo, del legno, del tessuto, del vetro, ecc..)
Tutti i restanti 32 corsi di studio degli istituti tecnici attuali e allocati rispettivamente nell'IT industriale, nell'IT nautico, nell'IT, nell'IT per geometri e nell'IT agrario confluiranno nel nuovo liceo tecnologico.
In entrambi i decreti si fa riferimento, come previsto dalla legge di riforma, alla conferenza unificata Stato-Regioni che però, come è noto, non ha espresso alcun parere in merito, fatto che non mancherà di scatenare polemiche e proteste da parte dei sindacati e delle stesse regioni.
Polemiche che potrebbero trasformarsi in veri e propri ricorsi se - come si vocifera - insieme con questi due decreti, ormai virtualmente varati, il Miur dovesse emanare anche il decreto che autorizza le scuole del secondo ciclo ad attivare forme di sperimentazione dei nuovi percorsi già a partire dal prossimo settembre.

R.P.
22/01/2006


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 da Tuttoscuola news    - 23-01-2006
No a sperimentazioni “elettorali”

E' il titolo dell'editoriale del numero di gennaio di “Tuttoscuola” in edicola.
E' noto che nelle scorse settimane una parte dell'attuale maggioranza e' tornata a chiedere che viale Trastevere promuova la sperimentazione del secondo ciclo gia' a partire dal 1° settembre 2006.
“La nostra rivista - si legge nell'editoriale - non ha mai condiviso il rifiuto aprioristico della riforma Moratti, ma ritiene anche che, nella situazione data, l'anticipazione al 2006 di una riforma incompleta, non concertata con le Regioni, non adeguatamente comunicata, non sorretta da un piano di formazione dei docenti, non finanziata, sarebbe oltremodo avventurosa, e finirebbe per gettare olio sul fuoco delle polemiche elettorali.
Per questo auspichiamo che il ministro Moratti eviti di concludere la sua esperienza governativa di tecnico prestato alla politica con una decisione, come quella di promuovere una sperimentazione nazionale dal 2006, nella quale le motivazioni politiche soverchierebbero di gran lunga quelle tecniche. La scuola italiana ha bisogno di intese e di convergenze, non di forzature unilaterali. Ne' da una parte, ne' dall'altra”.