Il sogno realizzato!
Angelo Arrabito - 16-11-2005
E' incredibile come sia esplosa nuovamente l'aggressività e la tracotanza mediatica "dell'allegra brigata" che da ormai quattro anni e mezzo ha mano libera sulla cosiddetta "azienda Italia"!
La cosa straordinaria e quanto mai bislacca è che costoro sembrano quasi estranei allo sfacelo materiale e civile che inequivocabilmente ha ormai investito gli italiani ricorrendo all'immagine fatua, peraltro in maniera ridicola e pietosa, come ormai è notorio a tutti, anche ai qualunquisti e agli ingenui, di un fantasma comunista origine misteriosa di tutti i mali.
Eppure il "sogno" del cavaliere, quello di cui con gran trasporto egli stesso parlava nei patinati spot televisivi, mi pare che si sia tutto quanto avverato!
Il programma presentato agli elettori nel 2001 è stato onorato alla perfezione e finalmente questa burocrazia pesante, ridondante, degna espressione di un vecchio, lento, parruccoso stato permeato di "spirito comunista" è stata smantellata. E' forse una colpa se il cavaliere e tutti i suoi alleati si riferivano, allora come adesso, a quella legalità che proprio lega le mani a quegli imprenditori che, magari solo per garantire posti di lavoro e solo per mantenere in attività la baracca, intendiamoci, "dovevano necessariamente" ricorrere a falsificare i bilanci? E' forse sbagliata la fulgida idea che per rendere più dinamico e "snello" il mercato del lavoro si possa dare origine ad una moltitudine di contratti di lavoro sottopagati e con licenziamento incorporato? E' meglio lavorare un pò, sia pure senza diritti e spogliati di ogni dignità di persona che non lavorare per niente!
E che dire, poi, della grande trovata di abbreviare i tempi di prescrizione dei processi in attesa di essere celebrati? E' anche questa una misura coerente con lo spirito che anima l'azione di governo e cioè sempre quello di "alleggerire" in questo caso la giustizia o...la pena!
Lo stesso spirito (immondo) ha poi suggerito alla efficientissima quanto mai serissima compagine governativa di "alleggerire" il sistema scolastico pubblico italiano di ore di lezioni, di contenuti disciplinari, di insegnanti, di fondi sia per la didattica che per la ricerca, tutte voci inutili, che costituiscono una spesa per lo Stato e che producono poco o nulla e soprattutto creano un ostacolo alla crescita della manovalanza, e, ancor peggio, possono contribuire alla formazione di una vera coscienza democratica e civile. Non parliamo poi della Carta Costituzionale, finalmente svecchiata da quei fini, candidi, altruisti e onesti pensieri leghisti che dovrebbero essere presi in seria considerazione, e non lo sono, non si capisce perchè, dai luminari delle scienze politiche ed economiche mondiali...nonchè dai sociologi e dagli psichiatri. Per ora li ha presi in seria considerazione il Cavaliere pensando altruisticamente alla rovinosa sorte che spetterebbe all'amata "azienda Italia" se Dio non voglia, incappando nell'errore di non assecondare gli istinti leghisti, si verificasse l'uscita dalla scena politica della sua persona (lo stesso pensiero attraverserà naturalmente le teste dei leader degli altri partiti della casa delle libertà: risulta, infatti, ancora un mistero come le istanze che supportano le basi del pensiero politico di AN e di CDU possano essere conciliati con il movimento leghista).
E intanto la nazione italiana, che doveva in questi anni, secondo "il sogno" prendere il volo economico, vivere tutto il "di più per tutti" in ogni campo, si è trovata e si trova, in solo quattro anni e mezzo, ad avere un potere d'acquisto degli stipendi ormai sicuramente dimezzato a tal punto da ricorrere a prestiti presso finanziare (basta pensare alla copiosa proliferazione degli istituti di credito) solo per sostenere le spese DEL VIVERE E DEL SOSTENTAMENTO QUOTIDIANO.
I fatti sono questi, la realtà è sotto gli occhi di tutti e vissuta nelle carni della maggioranza degli italiani; perché poi ce n'è, pochi, che dentro il sogno ci si sono ritrovati nel libertinaggio selvaggio di fare e disfare a piacimento, come cambiare la lira in euro secondo l'equazione mille lire = 1 euro anziché = 50 centesimi!
Adesso l'ultimo slogan approntato recita "una casa per tutti" chissà quale clausola ci sarà sotto, che da bravo piazzista viene convenientemente taciuta come quella delle "pensioni per tutti"...quelli che avevano praticamente una certa età avanzata e certe caratteristiche sicchè sono stati pochissimi, come si sa, i "tutti" che ne hanno beneficiato. Però, quello che conta è che tutti gli altri pensionati, anche se raggirati, hanno sognato! Ma quello che conta di più è che si sia capito di che natura era e per chi era il sogno ora realizzato e allora declamato, in quella primavera del 2001.

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 Aldo E. Quagliozzi    - 16-11-2005
Preoccupanti le tematiche di questa rilettura avendo sempre ragione quel tale Ovidio nelle sue ‘ Metamorfosi ‘ ( IX 139-40 ) – Ovidio, chi è costui? – che ebbe a dire “ fama veris addere falsa gaudet et e minimo sua per mendacia crescit “, della facilità di cui gode la fama nell’aggiungere cose false a quelle vere e che cresce da un nonnulla per le sue stesse menzogne.

Tema primo. Delle nevrosi

Da “ Le nevrosi, cromatiche e no, di Silvio Berlusconi “ di Mario Pirani sul quotidiano ‘ la Repubblica ‘ del 14 di novembre.

“ Anche se in genere in questa rubrica ( “ Linea di confine “ n.d.r. ) evito discorsi su Berlusconi, oggi mi è venuto l´impulso di cedergli addirittura la parola.
Lo sciopero della stampa e della Tv ha infatti purtroppo privato i lettori – tranne quelli del crumiro Giornale di famiglia, uscito egualmente – di un documento a mio avviso straordinario, il discorso pronunciato dal premier all´Eur in occasione dell´anniversario del crollo del Muro di Berlino, evento evidentemente insufficiente alla bisogna poiché «abbattuto un muro, ne può sorgere un altro».
Sospetto avvalorato dal permanere della dittatura comunista in Cina (un pericolo giallo-rosso che potrebbe mascherare una invasione armata camuffata da export tessile? ) e dal mantenimento del simbolo della falce e martello in due partitini della coalizione avversa.
Ma il pericolo più incombente (per fortuna solo in Italia, «unico paese del mondo occidentale») è quello dei comunisti «occulti», i quali, anche se oggi si dicono socialdemocratici, sono sempre rimasti dei bolscevichi ai cui metodi di lotta politica si ispirano: «Il metodo di considerare gli avversari dei nemici da eliminare, se non fisicamente, almeno moralmente con il dileggio, con il discredito, con la menzogna, con la calunnia, con l´uso politico della giustizia. L´obiettivo è di imporre l´egemonia del partito sulla società civile, sulla cultura, sull´economia, sulla scuola, sulla università, sull´informazione, sulla magistratura».
Fin qui la lectio berlusconiana non si discosta da tematiche già esperite, ma vi è un punto dove l´analisi assume il profilo dell´originalità antropologica. «La sinistra – recita il Nostro – non odia soltanto il leader del centro-destra... no, odia tutti gli elettori del centro destra, tutti i cittadini che non la pensano come loro... per la sinistra tutti gli elettori del centro destra sono ottusi, sono volgari, sono egoisti, sono profittatori, sono la parte peggiore dell´Italia.... la sinistra non vuole il consenso degli elettori di centro-destra, vincere con i loro voti lo considera una cosa quasi repellente... vorrebbe soltanto che non andassero a votare».
E´ questa una conclusione davvero innovativa, un grande passo avanti negli studi che analizzano i comportamenti elettorali. Il disgusto per il voto proveniente dall´avversario non solo inficia i metodi fin qui in auge per i sondaggi ma altresì apre stimolanti spiegazioni sulle cause dei contrasti interni del centro sinistra. Alla loro origine vi dovrebbe essere, stando al teorema del Cavaliere, l´empito fisiologico di arrecarsi volontariamente danni d´immagine tali da dissuadere l´eventuale elettore di centro-destra dal cambiare opzione.
Forza dell´idiosincrasia. Vi è, però, soprattutto negli ambienti psichiatrici e psicanalitici, chi suggerisce una spiegazione diversa delle esternazioni ultime di Berlusconi.
Saremmo di fronte all´accentuarsi, a causa dell´angoscia crescente derivante dalla possibile perdita del potere, delle modalità paranoidi che determinano la cosiddetta «identificazione proiettiva».
Nella personalità narcisistica del soggetto starebbero sempre più prendendo il sopravvento parti psicotiche che egli tende ad espellere dalla sua autoraffigurazione, proiettandole sugli altri, identificandole in loro e diffondendo all´esterno odio ossessivo, menzogna, malignità velenose.
Una diagnosi di una patologia della psiche che troverebbe conferma anche in episodi apparentemente "scherzosi".
Ad esempio una giovane e bella signora, ospite a Villa Certosa, che si era presentata con una blusa bianca e un paio di pantaloni verde chiaro, si sentì perentoriamente invitare dal padrone di casa ad indossarne un paio bianchi, come tutte le persone che circolavano nella magione, scegliendo quale le andasse meglio nel suo guardaroba personale.
«Quando si dice la sensibilità ai colori», mi spiegò la signora in questione, confessandomi, peraltro, che la taglia del Cavaliere le stava comunque un po´ troppo larga.
Azzardai che mi sembrava, piuttosto, una manifestazione di nevrosi maniacale. Ho descritto l´episodio, tacendo i nomi, a un autorevole studioso della mente, il professor Mauro Mancia, titolare della cattedra di neurofisiologia all´Università di Milano, che ha confermato il mio sospetto: «Mi sembra un caso perfetto di personalità narcisistica estrema, insofferente al fatto che qualcuno possa sottrarsi e non si adegui al suo ideale estetico».
Non è la prima volta nella Storia. Il cavaliere «dalle belle braghe bianche» ha precedenti noti, anche se non sempre commendevoli.”

Tema secondo. Delle bugie

Da “ Quando raccontare bugie è una patologia ( capito, Silvio ? ) “ di Luigi Cancrini sul quotidiano ‘ l’Unità ‘ del 14 di novembre.

“ ( … ) Sono vere le immagini che scorrono davanti a noi al cinema o in casa davanti alla televisione?
Che non siano vere lo sappiamo, ( … ), ed esse occupano tuttavia la mente come se lo fossero. Adempiendo in modo sostanzialmente corretto al compito di tenerle occupate, la mente e la coscienza, tenendo lontani altri pensieri.
Perché questo, mi pare, è il compito fondamentale delle bugie dal punto di vista che più qui mi interessa, quello della condizione psicologica della persona che le dice.
Il discorso ( … ) può essere fatto anche a proposito delle bugie più strumentale ( e più efficaci ) proposte dal politico narcisista in difficoltà?
Io credo proprio di sì. Occupata per definizione ( e per sua sventura ) dal culto della sua immagine, la persona che ha tratti narcisistici importanti di personalità mente, abitualmente, allo scopo di negare, a sé prima che agli altri, gli argomenti e le riflessioni scomode, i discorsi che potrebbero mettere in discussione quello che gli è più caro: la bellezza, la forza, la perfezione di quella immagine, appunto, che lo specchio immaginario della sua fantasia e quello, più reale, degli occhi e degli atteggiamenti degli altri che lo circondano gli restituiscono di sé, del suo comportamento e delle sue azioni.
E’ per questo motivo, credo, che la gran parte delle bugie più efficaci e più evidenti sono dette con quel particolare tipo di buonafede che deriva dalla capacità di stare in un limbo della coscienza dove il vero dei desideri ( o dei sogni ) e il vero della realtà si confondono.
Dove diventa incerto il confine fra quello che pensiamo e quello che vorremmo pensare, fra quello che vediamo e quello che vorremmo vedere.
Come a me pare sia evidente tutte le volte che si ascoltano parlare Berlusconi e i suoi, da Previti a Castelli, da Bondi a Tremonti, da Giovanardi a Schifani. Di cui direi che si presentano in fondo alle telecamere soprattutto come sognatori. Ad occhi aperti ed a cervello ostinatamente chiuso. Per paura prima che per calcolo.
Parlo così per deformazione professionale? Può darsi. Il fatto è che mi sembra sempre più chiaro, mentre gli anni passano, il rapporto che c’è fra i comportamenti più difficili da accettare o da tollerare perché così apertamente lasciano trasparire una patologia grave del senso morale e un nodo antico di sofferenza e di fragilità che contribuisce in modo spesso determinante al loro verificarsi.
Come se mi venisse ormai naturale di vedere, dietro all’uomo che ha bisogno patologico di mentire, il bambino infelice che non riesce a tollerare la durezza della realtà o, per dirla con Bion, la fatica e il dolore del pensiero. ( … ) “