Prof. S. De Nuccio - 13-11-2005 |
Ho letto con vero piacere la tardiva ma pur sempre straordinaria presa di posizione di alcuni, seppur fra i sommi, intellettuali italiani sulla necessità di uno studio (oggi si preferisce il termine più asettico o forse più ambiguo di 'confronto') serio e costante del testo principe dell'identità culturale italiana (ed occidentale), la Bibbia. E' da anni che vado dicendo le medesime cose nella scuola, con colleghi e alunni, ma è come parlare a sordi. Da quando, nel coacervo della Rivoluzione Francese, si è fatto la incredibile (o probabilmente capziosa) confusione tra Religione e qualche rappresentante della Chiesa, indegno o corrotto, e si è buttato tutto, a livello culturale, acqua sporca e bambino, la società e la cultura occidentali, a livello di massa, si sono andate progressivamente impoverendo in tutti i sensi, non solo nella conoscenza della propria identità-storico-culturale ma anche nel modo di 'leggere', o meglio di 'intelligere', il senso delle cose e la vita stessa. Non condivido invece il ragionamento sull'ora di religione. Non si tratta di interferire nulla, ma di togliersi finalmente le maschere e affrontare il problema. L'ora di religione così come è fatta non serve a nulla e va radicalmente rivista. Siamo ancora alla logica della riforma Gentile, riproposta in tutti i concordati. Io credo e chiedo (mi pare sia giunto il momento!!) che si facciano due cose serie: 1. Rimettere nelle Università italiane gli insegnamenti/facoltà di Teologia, che preparino seri e competenti docenti di... una disciplina che si può tranquillamente chiamare 'Religione' o, magari a partire dalla scuola superiore, 'Antropologia Rligiosa' e P E R M E T T E R E a tutti i nostri figli un serio, costante e approfondito confronto con questa dimensione essenziale della storia e della cultura umana: l'esperienza religiosa, il bisogno, che in qualche modo ci accomuna, di 'inventare' una dimensione religiosa, compresa quella di chi poi la negherà tale dimensione, (ma la negherà con consapevolezza, con dignità, con cognizione di causa, e non per bieca superficialità! La quale superficialità suonerebbe quantomeno indegna dei padri, dei Patres' che abbiamo avuto!) 2. Dotare la scuola italiana appunto di docenti di 'religione' laici, staccati dalla Chiesa, pagati dallo Stato e 'prodotti' dallo Stato, che insegnino una disciplina dello stato, la disciplina 'Religione' o 'Antropologia Religiosa'. E la Chiesa? deve tornare a fare l'unica cosa che sa e può fare: la 'maestra della fede e la mediatrice della salvezza, ma in altri luoghi che non siano quelli dello Stato e con altri metodi, diversi da quelli scolastici! |