l'Unità - 26-10-2005 |
Un fiume contro la Moratti. An provoca, tensioni dentro e fuori Montecitorio Il giorno più lungo per il ministro Moratti è un giorno di scontri, di migliana e migliaia di studenti in piazza contro le sue riforme, di tensione in Parlamento e di manganellate sotto Montecitorio. Il ddl 4735-b che rivede i criteri di reclutamento dei professori universitari arriva alla Camera per essere approvato in terza battuta. Per il governo è l’ennesimo tentativo estremo di far passare una riforma prima della fine della legislatura. Per gli studenti e i ricercatori universitari che questa riforma non la vogliono proprio, un giorno di mobilitazione nazionale a Roma. Solo in serata alla Camera il ministro Moratti decide di prendere la parola dopo che la protesta fuori Montecitorio da semplice corteo –gli organizzatori parlano di 150mila presenze - si è trasformata in presidio, un sit in sotto le finestre del Parlamento. «Mi meraviglio dei colleghi dell’opposizione –dice la ministra più contestata del governo Berlusconi che affermano cose non vere. La Conferenza dei Rettori Riuniti in passato mi ha sottoposto 14 richieste: 13 sono state accolte». Il ministro stenta a tenere la voce ferma. Poi all’applauso della maggioranza si rincuora e prende fiato. Ma martedì mattina in piazza ci sono proprio tutti a dire che la Moratti mente: ricercatori, studenti, docenti, sindacati. C’è anche il rettore dell’università La Sapienza, Guarini. «Sono qui perché è un dovere essere chiari e trasparenti. Il mio appoggio alla protesta è incondizionato». Il rettore Guarini spiega che questa riforma creerà più problemi al futuro della formazione nel nostro Paese che al presente, «saranno le giovani generazioni a pagare il prezzo di queste scelte politiche». Perché? Il problema principale resta la precarietà, consolidata e non combattuta dal ddl Moratti. «Prima dell’estate sembrava che il governo avesse accolto il nostro punto di vista –spiega Guarini.- Poi dopo, con un colpo di mano, hanno presentato questo maxi emendamento per arrivare in fretta alle votazioni e delle nostre istanze non si è interessato più nessuno». Tre i cortei che in mattinata si muovono per le vie di Roma contro il ddl. Pullman e treni arrivano da tutta Italia. A Montecitorio c’è il presidio di docenti e ricercatori. Poi verso le 14 anche gli altri cortei confluiscono davanti alla Camera. Dentro l’aula si vota il ddl Moratti, ormai al termine del suo iter parlamentare. Escono due deputati di An, Ignazio La Russa e Mario Landolfi. Guardano oltre le transenne dove migliaia di manifestanti da martedì mattina stanno seguendo le votazioni. «Buffoni, andatevene…», dicono gli esponenti di Alleanza nazionale. La reazione della piazza è immediata. Urla, insulti, slogan contro la Moratti e tutta la maggioranza. Il clima si surrriscalda ancor più quando oltre a La Russa e Landolfi escono altri esponenti del centrodestra a istigare i manifestanti. «Che responsabilità è questa, che bisogno c’è di istigare questi ragazzi. Stanno manifestando. Credo che uomini di istituzione non debbano compiere errori così gravi». Alba Sasso, ds, corre in piazza a dare il suo sostegno a chi martedì è in sciopero. Con lei arrivano numerosi esponenti del centrosinistra. Il vicepresidente della Camera Fabio Mussi fa arrivare bottigliette d’acqua a agenti in assetto antisommossa e manifestanti, per calmare gli animi. Da via degli Uffici del Vicario, accanto a Montecitorio, un gruppo di studenti con il volto coperto cerca di arrivare davanti alla Camera. La polizia circonda e blocca tutte le vie d’accesso alla zona. Qualche lancio di fumogeni. Poi il gruppo si disperde per cercare di fare il giro dall’altra parte. Intanto dietro le transenne aumenta il numero dei manifestanti. In principio i cortei erano tre. Uno che partiva da piazza Esedra, uno da piazzale Aldo Moro, davanti all’università La Sapienza e l’altro era un presidio permanente davanti alla Camera per seguire le fasi del voto. Il resto della cronaca è un botta e risposta tra la piazza e il centrodestra. Esce Gustavo Selva di An. Vuole passare ad ogni costo da via degli Uffici del vicario, occupata dagli studenti. «E’ un mio diritto, fatemi passare». Loro, in risposta, gli comprano un gelato al cioccolato e glielo consegnano. Esce Daniela Santanchè, sempre An, che molto elegantemente si volta verso i manifestanti e mostra il dito medio (nella foto). Una giornata di provocazioni. Dentro la discussione politica continua. Il presidente della Camera Casini è costretto più volte a richiamare maggioranza e opposizione all’ordine. La tensione è già molto alta quando, ad un tratto, arriva la notizia di una carica in via del Corso in seguito alla quale sarebbero rimasti feriti tre studenti, tra cui una ragazza e cinque persone sarebbero state identificate. La Questura nega di aver ordinato una carica. E in effetti gli agenti che hanno inseguito a suon di manganellate un gruppo di studenti bolognesi e padovani fin dentro la Galleria Colonna vengono fermati da altri agenti e carabinieri. Casini comunque, sollecitato da Rifondazione, telefona al Viminale per sapere cosa è successo. Ma non sospende la seduta. Dalle finestre si percepiscono forti e chiari gli slogan del sit in.Il governo decide di inviare Valentina Aprea, sottosegretario alla Cultura, a parlare con studenti e docenti. «Il ministro è disposto ad incontrare una delegazione»…Non riesce neanche a finire di parlare. «Ormai è tardi, - risponde la folla- nessuna delegazione. Sospendete i lavori L’Italia non vuole questa riforma». In aula si va avanti, fino a sera. Mentre gli studenti defluiscono, alcune migliaia in corteo si dirigono verso l’università La Sapienza. E passando, con gli animi esacerbati, se la prendono anche con i giornalisti: con una cronista di Sky, con la sede del Messaggero. Solo qualche decina di loro è deciso a passare la notte lì, davanti a Palazzo Chigi. Tutto inutile dato che in tarda serata la "controriforma" Moratti viene definitivamente approvata dalla Camera: 259 voti favorevoli. L'opposizione non ha partecipato al voto finale mentre la Cdl ha votato compatta per il sì. Intanto alla Bocconi, il “tempio del sapere economico” a Milano, si fa sapere che c’è già in programma un nuovo presidio per venerdì 28. Aspettano la Moratti, all’inaugurazione dell’anno accademico. Valentina Petrini ha collaborato Davide Sfragano l'Unità |
Corsera - 26-10-2005 |
Non è vero! Voglio vedere la foto L'onorevole di An replica con un gestaccio ai cori dei manifestanti giunti a Roma per protestare contro la riforma della scuola ROMA - L'onorevole di An Daniela Santanchè ha risposto ai cori degli studenti raccolti in protesta davanti a Montecitorio, dove si stava votando la riforma dell'Università, alzando il braccio e mostrando loro dito medio alzato, sorridendo. Raggiunta telefonicamente da Corriere.it, ( ■ Ascolta l'audio) la parlamentare si è mostrata sorpresa, e ha reagito con un «Non è vero, voglio vedere la foto». Daniela Santanchè si rivolge agli studenti alzando il dito medio (Ap) ■ vai alla foto LO SDEGNO DELL'OPPOSIZIONE - Un gesto probabilmente non colto dagli studenti, ma stigmatizzato dall'opposizione. «Il gesto della deputato Daniela Santanchè nei confronti degli studenti che oggi manifestavano davanti a Montecitorio è rozzo e volgare. Dimostra tutto l'autoritarismo della destra» ha detto Vittoria Franco, responsabile nazionale Ds per la Cultura. «Ciò che mi turba è che un gesto del genere venga da una deputata - spiega Franco - e cioè da una persona che per il ruolo che ricopre dovrebbe dimostrare ai giovani capacità di ascolto. Si tratta invece di un gesto volgare e rozzo, che dimostra la chiusura e tutto l'autoritarismo della destra nei confronti di studenti che stanno semplicemente manifestando la loro voglia di partecipare alla vita della scuola e dell'università italiane. È chiaro che ormai questa destra è davvero lontana dal sentire del Paese». Corriere della Sera |
Beppe Grillo - 26-10-2005 |
Apprendo che i nostri ragazzi stanno chiedendo ragione della riforma Moratti ai nostri dipendenti che si barricano in Parlamento mostrando dei diti medi. Vorrei portare ai ragazzi la mia totale solidarietà e l'invidia di non essere lì con loro. Coraggio! Beppe Grillo |
l'Unità - 27-10-2005 |
La striscia rossa de l'Unità Santanché 1: «Ma le sembra possibile che una persona come me faccia un gesto del genere?». C’è la foto onorevole. «Impossibile, sarà un fotomontaggio». Santanché 2 (il giorno dopo): «È vergognoso che si metta in risalto una mia foto con un gesto che non è elegante » Daniela Santanché Corriere della sera, Ansa 26 ottobre |
ilaria ricciotti - 28-10-2005 |
Un gesto a dir poco da esplulsione dal campo politico. E noi saremmo rappresentati da costoro? E' vergognoso!!!!!!!!!!!!!!!!!! Parole, insulti, gestacci, lancio di monetine, e chissà quante altre cose ancora sono atteggiamenti di chi non sa cosa significhi Politica. Ed allora certa gente dovrebbe andarsene da dove è venuta, in quanto indegna di rappresentare il popolo italiano. |