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Brasile, vincono le pistole
Unità on line - 25-10-2005
Bocciato il referendum contro il commercio delle armi

Ha vinto la paura, hanno vinto i grandi proprietari terrieri e hanno vinto pistole e fucili. Il Brasile non rinuncia al grilletto facile e boccia a larghissima maggioranza il referendum sulla proibizione del commercio delle armi da fuoco. Un risultato netto e pesantissimo, sia per la forte affluenza alle urne elettroniche (hanno votato oltre 120 milioni di persone, l'87 per cento degli aventi diritto al voto), sia per le percentuali del sì (solo il 35,6 delle preferenze valide) e del no (64,3 per cento).
Su un piatto della bilancia gli oltre 30mila morti ammazzati ogni anno dai proiettili, sull'altro piatto il mito dell'autodifesa. Ha vinto quest'ultimo, sorretto da una martellante campagna propagandistica radiotelevisiva finanziata dai proprietari agricoli. Ha perso il fronte trasversale «per un Brasile senz'armi», uno schieramento che comprendeva il presidente Lula e il suo governo, numerosi personaggi del mondo dello sport e dello spettacoli e i vescovi cattolici.
Nelle settimane di campagna referendaria si è assistito a un vero capovolgimento degli umori dell'elettorato. All'inizio i sondaggi davano il «sì» alla proibizione del commercio d'armi addirittura all'80 per cento. A spostare gli equilibri sono stati gli indecisi, le grandi masse. E, secondo le ultime rilevazioni, soprattutto le donne.


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 dal Foglio per la Nonviolenza    - 25-10-2005
L'esito negativo del referendum brasiliano rappresenta un'occasione persa per tutta l'umanita'. Ha vinto la paura, hanno vinto i fabbricanti d'armi, ha vinto la vecchia logica della violenza, ha vinto la disinformazione, ha vinto il cattivo esempio. Avremo tempo e modo per analizzare il risultato, per capire i meccanismi che hanno funzionato, per comprendere cosa si e' mosso nella societa' brasiliana. Avremo modo di lasciare la parola e ascoltare cio' che diranno i diretti protagonisti, chi ha sostenuto la campagna per il si'.
Ma ora voglio fare un brevissima considerazione, che ci riguarda da vicino.
A parte qualche rara eccezione, la cosiddetta grande stampa italiana non ha data alcuna informazione prima del referendum brasiliano. I telegiornali della Rai e di Mediaset non hanno dato la notizia durante la campagna referendaria brasiliana e non hanno offerto ai telespettatori nessun approfondimento sul tema. Oggi invece, fin dai primi telegiornali mattutini, la notizia della vittoria del no e' stata data anche con servizi e collegamenti. E' stato annunciato, come prima notizia di politica estera, che i brasiliani hanno respinto a grande maggioranza la proposta di abolire il commercio di armi. E' evidente la mala fede di questo tipo di giornalismo, fazioso, di parte, asservito agli interessi del potere, dei fabbricanti d'armi, dell'industria bellica italiana e internazionale.
E' dunque vero che nel nostro paese non c'e' liberta' di informazione. E' dunque vero che le notizie vengono date non per educare i cittadini, ma vengono usate per distorcerne la coscienza. C'e' bisogno dunque di lavorare per sostenere e far crescere nuovi spazi liberi di informazione, come questo nostro notiziario, e altri ancora.
La sconfitta del referendum brasiliano non e' la sconfitta della nonviolenza, ma solo l'ennesima prova della insufficienza che ancora esiste nel mondo dell'informazione.
Il segnale che oggi ci viene dal Brasile e' un appello ad ognuno a fare qualcosa di piu' per avere anche in Italia spazi veri di liberta' di informazione.

Mao Valpiana

 dalla Rete del Nuovo Municipio    - 25-10-2005
Segnaliamo l'incontro di Fondazione della Rete Europea di Giovani per il disarmo Nucleare

Milano 28-30 ottobre 2005

http://www.provincia.milano.it/portale/notizie_flash/05_10/nukes/volantino.pdf


I giovani per la campagna
Abolition Now! a Milano