La legge c'è ma non viene rispettata
Stefania da Milano - 21-10-2005
Cari lettori,
ecco cosa dice la legge n. 176 art. 31 del 27 Maggio 199:

- Gli stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero di dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e di partecipare
liberamente alla vita culturale ed artistica
-

Detto questo vorrei sapere, se con tutti i compiti scolastici da svolgere a casa un bambino può far valere il diritto di cui si parla nella legge sopracitata,
senza che nessuno la faccia rispettare, ma la famiglia conta ancora qualche cosa, oppure è diventata un optional ?

Facciamo in modo che i nostri bambini vivano la loro fanciullezza con serenità, giocando finchè ne hanno la possibilità, avranno tutto il tempo di diventare grandi e fare cose da adulti.
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 Tecnica della scuola    - 23-10-2005
Compiti a casa … ma non c’era una circolare?

Con la ripresa delle lezioni a pieno ritmo ricomincia per studenti e genitori l’incubo dei compiti a casa.
Puntualmente, sui mezzi d’informazione, si riaprono le polemiche fra i fautori dei compiti “frequenti e abbondanti” (perché tanto gli studenti sono abilissimi a ridurseli da soli) e coloro che li giudicano eccessivi e spesso didatticamente inutili. E a questa schiera appartengono, non solo molti genitori e alunni stressati da ‘carrettate’ quotidiane di compiti - che poi si ripercuotono anche su parenti e baby sitter - ma anche illustri pedagogisti e molti docenti delle nuove generazioni. E in tanti si interrogano pure sull’opportunità di impegnare o meno gli alunni anche durante le vacanze natalizie e pasquali, e il sabato e la domenica.

A questo proposito si ricorda la circolare ministeriale (la C.M. n. 177/1969), peraltro mai abrogata che, testualmente, prevede che “agli alunni delle scuole elementari e secondarie di ogni grado e tipo non vengano assegnati compiti scolastici da svolgere o preparare a casa per il giorno successivo a quello festivo” e che il lunedì non si facciano interrogazioni, tranne che in vista di scrutini o di esami. E’ pur vero che la circolare risale a 35 anni fa, ma ribadisce alcuni principi educativi e di ‘qualità della vita’ - diremmo oggi - che sono di straordinaria attualità. Innanzitutto, pone l’accento sul tempo libero e sull’importanza di promuovere fra i giovani attività sportive, ricreative e artistiche. Poi sottolinea la necessità da parte della scuola di “rendere praticamente possibile” questo arricchimento culturale e formativo extrascolastico, ponendo gli alunni nelle migliori condizioni per poterne fruire. E infine, pone l’accento sul fatto che in “moltissime famiglie italiane, in cui entrambi i genitori svolgono un'attività lavorativa”, il sabato pomeriggio e i giorni festivi costituiscono le uniche occasioni di incontro in cui si rafforzano, “con tempi più distesi”, i rapporti affettivi, lo scambio di esperienze, il confronto fra giovani e adulti e le relazioni sociali in genere.

Si potrebbe obiettare che molte cose sono cambiate nell’organizzazione del tempo-scuola, grazie all’autonomia e alle sperimentazioni, ma quel che è certo è che le condizioni e i ritmi di vita delle famiglie non sono mutati, anzi sono di gran lunga peggiorati.
Purtroppo, la questione dei compiti a casa è molto più ampia ed è legata a problemi strutturali del nostro sistema scolastico, come la limitata diffusione del tempo pieno alle elementari (solo il 22% delle classi) e del tempo prolungato nella scuola media (solo il 30%); la settimana corta alle superiori, adottata solo in pochi istituti dell’area tecnica e professionale; la presenza di mense scolastiche e le scarse risorse degli Enti Locali. Tuttavia, sarebbe opportuno che nei consigli di classe si rileggesse con più attenzione la C.M. n. 177/1969 quando si definiscono gli orari settimanali che, nella gran parte dei casi, vengono elaborati badando più alle esigenze personali dei docenti che ai bisogni degli alunni e all’equilibrio dei carichi di lavoro.

Agostino Aquilina

 Cagliostro    - 23-10-2005
Sono d'accordo con la signora. Esiste il diritto allo studio, ma anche quello all'ignoranza. Non dovrebbe esistere il diritto al diploma (senza studiare).

 Michele Del Sesto    - 23-10-2005
Sono pienamente d'accordo. I compiti a casa sono un tormento per bambini e genitori, soprattutto per i bambini sensibili. diligenti e intelligenti che vengono maggiormente penalixxati. I bambini per così dire "negligenti" e genitori comunque se ne fregano dei compiti a casa. Ma non è che i docenti assegnano compiti per far credere alle famiglie che lavorano molto? Senza offesa per i docenti, ma non arebbe meglio far lavorare i bambini in classe, dando loro il tempo poi di evadere, di giocare o di vivere la propria vita familiare
sono un docente in pensione che non ha quasi mai assegnato compiti a casa.
midelse@tin.it

 CARDIO    - 12-12-2009
La scuola è... un diritto che ogniuno di noi ha e.. ci mancherebbe, anche un dovere nei confronti di una sempre più nuova società che, si spera, migliori nel tempo. Ma anche la libertà è un diritto !!! Soprattutto per i bambini. Vogliamo smetterla di pretendere sempre di più da loro e lamentarci poi di dover cercare aiuto dallo psicologo??? I bambini sono bambini e come tali devono essere considerati e trattati, perciò devono essere liberi di giocare, inventare, ... pensare !!!! Per quanto riguarda i doveri... c'è tempo !!! Diamo tempo al tempo !
VORREI SOLO SAPERE COME SI PUO' FARE PER RISOLVERE IL PROBLEMA!!! E' CHIARO CHE SONO D'ACCORDO CON QUANTO LEI HA DETTO.

 Lidia    - 13-10-2012
Vorrei solo sapere come impugnare il problema dei compiti a casa, visto che i dirigenti non parlano.