Scenari da respingere al mittente
Ilaria Ricciotti - 14-10-2005
Se il centrosinistra perdesse le elezioni quale sarebbe il destino di questa scuola già ridotta a brandelli e che la stragrande maggioranza degli operatori, degli studenti e dei cittadini vuole bocciare?
Io personalmente non oso e non voglio sperare che il nostro sistema educativo ritorni in mano a questo governo. Sarebbe la fine di un modello scolastico, in passato il più delle volte vincente.
A coloro che hanno lottato per l'affermazione della scuola del diritto allo studio non rimarrebbe altro che emigrare o soccombere.
Un muro di gomma infatti non può essere penetrato. Esso ti fa rimbalzare all'indietro senza che tu possa scalfirlo.
Quei giovani che si sono diplomati o laureati e vorrebbero mettere a servizio degli altri se stessi, il loro entusiasmo e le loro capacità, non potrebbero di certo coronare i loro sogni nella loro terra. Dovrebbero da emigranti trasferirsi in terre lontane e servire altri popoli per sempre.
E gli altri?
Quei giovani che con sacrificio hanno studiato per ottenere un diploma o anche una laurea, ma che per diversi motivi non potranno mai dedicarsi alla ricerca che fine farebbero?
In uno stato in cui il lavoro non è più un diritto sancito dalla Costituzione, ma un privilegio di pochi, di quelli che possono farsi raccomandare dai padri, dai padrini o dagli amici dei padri, quale sarebbe il destino di questi nostri ragazzi, considerati ancora da molti cittadini risorse importantissime di una società che crede all'importanza del rinnovamento e di una forza lavoro fresca e con tanta voglia di fare?
Queste domande dovremmo porcele, dato che sino ad ora anche ad essi è stata preclusa ogni esperienza lavorativa, rapportata alle loro scelte scolastiche. E' per questo che molti di loro si sono adeguati: facendo i camerieri stagionali, i badanti, i raccoglitori di mele. Facendo di tutto e di più, meno che il lavoro per cui hanno studiato.
E' giusto che si propini questo scenario?
E' giusto vederli brancolare nel buio senza che abbiano la possibilità di progettare il loro futuro?
E' giusto che uno stato prospetti per loro una vita lavorativa ed un'esistenza basata sul precariato, sulla instabilità e sull'idea che nulla è raggiungibile se non si è disposti a vendere la propria dignità ed i propri sogni?
Io penso che ciò sia molto indegno, triste, assurdo e stramaledettamente intollerabile.
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