Qualche chiarimento sul precariato scuola
Rinaldo Dal Mas (segnalato da S.M.) - 02-10-2005
Roma.

Salve, leggo con perplessità il discorso tenuto dal collega docente Stefano Maschietti e intitolato "Lettera del prof. "G." - docente precario"durante il dibattito tenutosi il 10 settembre 2005 nello spazio conferenze della Festa di Liberazione (Roma, area ex-mercati generali), dedicato alla drammatica crisi del sistema scolastico. Ma mi presento, mi chiamo Rinaldo Dal Mas e sono uno di quei docenti precari abilitati SSIS. Nonostante il collega creda che tutti gli abilitati con percorso universitario siano giovani, io ho quarant'anni, così come molti altri miei colleghi SSIS. Nonostante le SSIS abbiano un certo costo, (ma quale laurea purtroppo non ha un costo in rette da pagare?) ho ottenuto una borsa di studio che copriva il 100% delle tasse universitarie. Da uomo di sinistra, condivido l'analisi sullo sfascio della scuola italiana. Condivido la necessità che l'Unione investa nell'istruzione per migliorare il futuro del nostro paese, drenando le risorse per questi interventi attraverso la lotta all'evasione fiscale che ormai è endemica in tutto il paese. Giustamente (DS) Andrea Ranieri si confronta con i paesi e i colleghi stranieri. Giustamente Giovanni Manzini (Margherita) richiama l'attenzione sul precariato scuola. Dissento però molto su quanto poi affermato. Il collega Maschietti attacca duramente il mondo universitario che forma i nuovi docenti, ma dimentica di chiarire che l'ADACO, organizzazione di docenti precari che rappresenta, si ritiene danneggiata dall'istituzione di questi percorsi universitari. Egli definisce le università il "potere forte" che ha portato a questa situazione, e che sempre questa "potente lobby" ostacoli il cambiamento e le assunzioni dei docenti. Mi sembra tuttavia palese che per essere un potere forte le università sono riuscite ad ottenere solo danni da questo governo!!!!!!!! Ma chiariamo subito un punto. Il mondo universitario, attraverso uno dei suoi più importanti organi, il CRUI, (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane), non ha mai chiesto di differire queste assunzioni, ma di attivarle solo dopo una equa ripartizione verso tutte le categorie di docenti precari. Infatti con la legge attuale il 50% dei posti è destinato dal 2001 ai vincitori del concorso ordinario, mentre il rimanente a tutte le rimanenti categorie di precari COMPRESI quelli dell'ordinario. In questa situazione si dimentica che proprio il centro sinistra ha attivato i corsi di formazione universitaria dei docenti a numero chiuso con due anni di corso chiamate SSIS. L'Italia arriva buona ultima alla formazione universitaria dei docenti, quando questa realtà è ormai attiva da più di 20 anni in tutti i maggiori paesi europei. Va un plauso al governo di centrosinistra che si è attivato per colmare questa grave lacuna. Guardando all'estero come afferma il collega Maschietti, l'esperienza italiana è simile a quella di Spagna e Francia, e non ha nulla da invidiare agli altri stati se non la data di nascita e la mancanza endemica di fondi, che condivide con tutto il mondo universitario italiano in particolare da quando c'è questo governo. Però, come tutti i cambiamenti, ha "pestato" i piedi di vecchi interessi, di privilegi consolidati, ecc. La legge infatti prevedeva che le Graduatoria esclusiva per le assunzioni dei docenti precari del concorso ordinario scadessero già nel 2003, mentre ancora oggi sono funzionanti. Viceversa, i docenti abilitati con l'ordinario ancora oggi si vedono con scarsissime possibilità di assunzione. Da qui la richiesta di poter CONDIVIDERE una parte di quei posti che ora vengono utilizzati solo da chi si è abilitato con l'ordinario. Questo ha provocato la reazione negativa di chi si vede ridurre il proprio privilegio del 50% dei posti disponibili ad un numero inferiore. Tra gli oppositori di tale scelta c'è l'ADACO, proprio coloro che si sono fatti promotori di una vasta delegittimazione dei percorsi abilitanti universitari. Ecco allora che il percorso di formazione universitario dei docenti diventa la sentina di tutti i peccati, che tale istituzioni, chiamate SSIS, sono il "peggio del peggio" di quanto esiste nel variegato mondo delle università italiane. Nella descrizione delle pecche di queste istituzioni universitarie il collega precario dimostra pure anche una certa omissione di parte. Dalle sue parole si evince che non ci sono insegnanti presi dalle scuole che insegnano sui banchi universitari. Nulla di più falso!!!! Anzi, sono proprio loro, a dare il miglior contributo alla formazione dei futuri docenti! Le SSIS non sono prive di errori, ma la descrizione del collega pecca di faziosità, che viene avvalorata proprio dalla sua "paura" di perdere parte dei diritti che lui possiede per condividerli con i colleghi delle SSIS. Né gli abilitati SSIS chiedono o si sono battuti per cancellare i diritti dei colleghi con percorso ordinario, ma da sempre chiedono una equiparazione dei diritti e dei doveri, anche quel 50% dei posti in ruolo che ora sono a esclusivo beneficio degli abilitati con ordinario, beneficio di cui ancora usufruiscono nonostante dovesse decadere già dal 20031 Rispetto quanto affermato dal collega, ma dissento quando vede nei colleghi docenti precari SSIS degli avversari. Il fatto di aver chiesto una semplice equiparazione tra i diritti dei docenti con il concorso ordinario e i docenti universitari non deve suscitare critiche ed atteggiamenti vittimistici, ma un sano confronto sulle necessità di cambiare le presenti regole del gioco. .


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