breve di cronaca
I nuovi ghetti proposti dalla Lega
L'Unità - 30-09-2005
A scuola test d'ingresso per gli stranieri

Scuole sbarrate per gli stranieri, arriva la nuova proposta del Carroccio: test d'ingresso di lingua e cultura italiana, messo a punto dalle Regioni, per accedere alla classi dell'obbligo. E solo se supereranno la prova saranno ammessi insieme con gli studenti italiani. Altrimenti dovranno frequentare per due anni classi di inserimento temporaneo, di soli studenti stranieri che non abbiano superato il test.

«Renderemo più facile il percorso educativo dei bimbi stranieri e in primo luogo extracomunitari i quali oggi vengono sbattuti nelle classe italiane senza avere la minima cognizione della lingua e della cultura - ha spiegato il capogruppo alla Camera della Lega Andrea Gibelli che ha presentato la proposta - così invece potranno apprenderle senza perdere il passo con i programmi ministeriali, che verranno loro impartiti in maniera mirata e dedicata».
Ma in questo modo - ha ammesso Gibelli - si risponde «soprattutto alla domanda di vera formazione che viene dagli alunni italiani che frequentano scuole in cui ci sono anche studenti stranieri». «In queste classi - ha sottolineato infatti - si registra un forte ritardo nell'apprendimento anche per gli italiani, perché le maestre devono attardarsi con gli stranieri e i programmi ministeriali sono ormai una chimera».

La proposta potrebbe arrivare direttamente in Commissione «se motivi d'urgenza lo richiederanno», ha detto il capogruppo che ha già anticipato:«è stata prevista anche la copertura per il fabbisogno ulteriore di assunzioni».
Bandite dunque le scuole arabe gli stranieri saranno "ghettizzati" all'interno delle scuole italiane. Le classi d'inserimento - assicura però la Lega - non sospendono il percorso curricolare, ma sono parallele alla scuola normale. «Si evita così che gli extracomunitari possano addurre come scusa la difficoltà d'inserimento nella scuola italiana per creare scuole ad hoc, magari di lingua araba, come quella di via Quaranta - ha ammonito Gibelli -Esiste invece un dovere degli stranieri ad apprendere non solo la lingua ma anche cultura e valori del paese che li accoglie. Non possono avere con l'Italia un rapporto solo di tipo economico».

Niente di strano dunque: in fondo l'integrazione è un sistema che non paga per la Lega. «Sappiamo che ci tacceranno di essere razzisti - ha concluso Gibelli - ma sappiamo altrettanto bene che esiste un problema oggettivo, al quale non si pone rimedio con le classi multietniche, un modello già fallito. Le classi separate non sono ghetti, ma situazioni di apprendimento temporanee per far superare le difficoltà a chi vive il primo contatto con il nostro paese. Del resto il modello a cui abbiamo fatto riferimento è quello delle Vorklasse (classi preparatorie) tedesche, e la Germania non è certo un paese razzista». Un esempio pretestuoso per dire che la Lega ha ragione. Parola di leghista.

  discussione chiusa  condividi pdf

 Alba Sasso    - 30-09-2005
Ho proprio la sconfortante sensazione che la Lega non sappia di che cosa sta parlando.
Che cosa ha a che fare con la realtà della scuola italiana la proposta di istituire dei test di ingresso per gli studenti stranieri? Probabilmente i leghisti lo ignorano, ma la nostra scuola si è già da tempo attrezzata per far fronte al problema delle barriere tra culture, favorendo accoglienza e integrazione, promuovendo attività specifiche (corsi di italiano per bambini stranieri e in alcuni casi anche per i loro genitori) e dotandosi di strumenti, il cui spirito è ben diverso da quello delle prove di accesso e delle “classi di inserimento” di cui si parla in questa proposta. Una proposta che sembra formulata da chi ignora del tutto il patrimonio di esperienze e di professionalità accumulato grazie al lavoro di tante operatrici e tanti operatori dell’istruzione.
Insomma, per dirla tutta, non è una cosa seria. Così come non è seria la riscoperta della cultura italiana da parte di una forza politica che fino a poco tempo fa ha inseguito i vagheggiamenti di una presunta cultura “celtico-padana”.