Misure per garantire il diritto allo studio
Ufficio Stampa on. Alba Sasso - 29-09-2005
Interrogazione parlamentare

Di seguito, trasmettiamo il discorsivo dell'interrogazione svolta oggi 28 settembre 2005 alla Camera dei Deputati in sede di Question Time, rivolta al Ministro dell'Istruzione e avente a oggetto "Misure per garantire il diritto allo studio e il buon funzionamento del sistema scolastico".

l'Ufficio Stampa dell'on. Alba Sasso

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PRESIDENTE. L'onorevole Grignaffini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Sasso n. 3-05052, di cui è cofirmataria.

GIOVANNA GRIGNAFFINI. Signor Presidente, chiedo scusa al ministro Giovanardi, ma, a quanto pare, dovrò utilizzarlo quale messaggero nei confronti del ministro Moratti, che non è presente in aula.
Un ministro della pubblica istruzione non può permettersi di saper fare solo le somme e non le sottrazioni! Infatti, il ministro continua a fornirci dati sul numero degli alunni e dei docenti che non tengono conto del fatto che in questi anni nella scuola vi sono state non solo entrate, ma anche uscite. I dati ricavati dal sito del Ministero dell'istruzione affermano che dal 2001, l'ultimo anno delle leggi finanziarie del centrosinistra, ad oggi gli insegnanti nella scuola sono diminuiti di 15 mila unità, corrispondenti al 20 per cento del totale, a fronte di un aumento di popolazione scolastica di 100 mila unità. Quindi, si tratta di 100 mila studenti in più e di 15 mila docenti in meno. Questa è la scuola dei governi di centro destra!

PRESIDENTE. Onorevole Grignaffini...

GIOVANNA GRIGNAFFINI. Signor Presidente, l'altro consiglio da rivolgere al ministro è quello di lasciare il suo scranno per entrare nelle scuole, dove si sperimenta concretamente il disagio della popolazione studentesca, che non vede garantiti i propri diritti nell'ambito della scuola per l'infanzia e di quella elementare....

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Grignaffini.
Il ministro per i rapporti con il Parlamento, onorevole Giovanardi, ha facoltà di rispondere.

CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, nei 180 secondi che ho a disposizione per la risposta fornirò alcuni dati.
La spesa complessiva per l'istruzione, dal 2001 al 2005, è passata da 33 a 41 miliardi di euro. Si tratta di un dato complessivo che testimonia lo sforzo straordinario, anche dal punto di vista economico, profuso per la scuola.
Oltre 120 mila studenti sono rientrati nei sistemi di istruzione e formazione, con conseguente riduzione dell'abbandono scolastico dal 25 al 20 per cento in questi cinque anni. Un milione di bambini in più studia la lingua inglese ed in totale sono 2,5 milioni; oltre un milione di alunni delle classi prima e seconda della scuola media studiano l'inglese ed una seconda lingua comunitaria.
Il numero delle ore di inglese è complessivamente aumentato, tenendo anche conto che alle ore obbligatorie vanno aggiunte quelle richieste dalle famiglie nell'ambito delle scelte opzionali che le scuole devono garantire. Vi sono oltre 41 mila laboratori, di cui 24.262 di informatica, distribuiti in 29 mila sedi scolastiche, con un incremento del 35 per cento rispetto al 2001. Nel quadriennio 2001-2005 il rapporto tra studenti e personal computer è passato da 28:1 a 10:1, con un miglioramento incredibile.
Riguardo al sovraffollamento delle classi, vorrei chiarire che il rapporto tra alunni e classi va da 18,51 nella scuola primaria a 22,03 in quella secondaria, quindi ampiamente sotto i 25 alunni per classe previsti dal decreto del 1998. Sarebbe interessante stabilire se in Europa riescono a raggiungere queste medie, ma sicuramente si tratta di numeri più alti.
Riguardo al personale, dal 2001 ad oggi sono state effettuate 130 mila assunzioni tra personale docente, amministrativo, tecnico ed ausiliario, di cui 40 mila entro il primo agosto 2005. Queste 40 mila sono soltanto un'anticipazione del piano pluriennale previsto dalla legge n. 143, già definito da un provvedimento in via di conclusione.

Vi sono 1.476 posti in più nella scuola dell'infanzia per la graduale generalizzazione del servizio, 7 mila insegnanti in più, di cui 2.500 per gli anticipi (quest'anno sono oltre 45 mila gli alunni anticipatari). Tra questi 1.000 garantiscono lo studio generalizzato della lingue inglese nella scuola primaria e 3.500 lo studio della seconda lingua nella scuola secondaria di primo grado.
L'anno scolastico è iniziato regolarmente in tutte le regioni e non si prevedono mutamenti significativi di docenti rispetto alle complesse operazioni già effettuate.
Per quanto riguarda i buoni scuola, ricordo che la legge risale al 2000 - quindi appartenente al centrosinistra - ed ha istituito un sistema nazionale di istruzione costituito da scuole statali e paritarie - private e degli enti locali - che devono avere pari dignità. Quindi, l'offerta formativa deve essere assicurata sia delle scuole statali che da quelle paritarie.
Si può affermare che il bicchiere è mezzo vuoto, come fa l'opposizione, o mezzo pieno, come diciamo noi che vogliamo essere modesti. Tuttavia, questi dati mostrano lo sforzo straordinario fatto in questi anni per la scuola italiana.

PRESIDENTE. L'onorevole Sasso ha facoltà di replicare.

ALBA SASSO. Signor ministro, i vostri spot pubblicitari non attaccano più perché le cifre reali sono diverse. Io le ho ricavate dal sito del Ministero: per la vostra riforma, la legge n. 53, avete stanziato 8 mila milioni di euro ma ne avete spesi soltanto il 6 per cento. Avete ridotto i fondi alle scuole per la gestione ordinaria del 44 per cento; avete ridotti i fondi per le esperienze migliori e per l'autonomia scolastica del 22 per cento.
Nelle scuole bisogna entrare, signor ministro, per ascoltare e vedere. Non attaccano più i vostri spot perché la realtà è troppo diversa da quello che rappresentate e la gente lo sa.

Le classi sono più affollate, i docenti sempre più precari, vi sono meno insegnanti di sostegno, meno bidelli, meno soldi alle scuole per le spese di ogni giorno. Avete anche tolto ai comuni le risorse che erano utilizzate per finanziare le scuole. Vi sono bambini che anticipano, e non si trovano nelle condizioni per frequentare proficuamente insieme con i bambini più grandi; genitori che pagano le ore di inglese; dotazioni informatiche vecchie ed inutili.
Le riforme sono state decise a tavolino, senza consenso e senza conoscere la realtà...

CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. È uno spot elettorale!

ALBA SASSO. Non è uno spot elettorale, ministro. Ci vada, nelle scuole, non so se ci è mai andato...

CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Mia moglie è insegnante...

ALBA SASSO. Allora se lo faccia dire da sua moglie!
Siete fortunati, anzi siamo noi ad essere fortunati: infatti, nonostante la vostra cieca determinazione ad impoverire e distruggere la scuola pubblica, vi è un popolo della scuola responsabile, come forse anche sua moglie, che stringe la cinghia e va avanti, perché, al contrario di voi, crede nella scuola pubblica e ama i giovani e il futuro, e che dunque vi chiederà conto, statene certi, del disastro che avete provocato (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).

CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Altro che spot...
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 Pasquale D'Avolio    - 02-10-2005
Mi permetto di segnalare alla on. Sasso quanto da me scritto sul Gazzettino di Udine su un certo modo di parlare di scuola da parte di certa sinistra. Lei non sarà d'accordo e forse tanti altri lettori, ma io temo che con certe argomentazioni va a finire che rivincono quelli là!
saluti
Pasquale D'Avolio
Venerdì, 30 Settembre 2005

MENO MALE CHE I BAMBINI NON LEGGONO I GIORNALI
di PASQUALE D’AVOLIO (*)

Per fortuna i bambini non leggono i giornali; i servizi sul primo giorno di scuola avrebbero spento i loro sorrisi e la loro gioia, che pure le foto, riportate dalla stessa stampa, erano lì a testimoniare; a parte naturalmente qualche pianto tra i "primini"! Ma i genitori li leggono. E allora cosa pensare dei tanti problemi e dei "disagi" che attanagliano la scuola pubblica, sempre a sentire quel che scrivono i giornalisti su "ispirazione" dei sindacati? Possibile che della Scuola bisogna parlare solo per ciò che non va? I tagli al personale, la carenza dei docenti di sostegno e dei bidelli (pardon, dei "collaboratori scolastici"), le presidenze vacanti, i fondi che non arrivano e via lamentando: tutto vero certamente; ma la Scuola pubblica è proprio allo sfascio? Se fosse così, come amano dipingerla certi nostri sindacalisti, non ci sarebbe da meravigliarsi se i genitori iscrivono i loro figli alle scuole private! Eppure gli iscritti alla scuola pubblica aumentano!
Forse perché la scuola privata costa, mentre la pubblica è gratuita?

"Calano gli iscritti agli Istituti tecnici e professionali" ci si lamenta. Tutto sarebbe colpa della Riforma Moratti, che per il momento è solo annunciata! Ma siamo proprio sicuri che questo "alone" negativo sulle professionali non sia anche il riflesso di una campagna, portata avanti proprio dai Sindacati e da certa opposizione, che vede nella regionalizzazione di questi Istituti il baratro e la rovina dell'istruzione tecnica e professionale in Italia? In termini tecnici si chiama profezia autoavverantesi!

In sostanza bisognerebbe smetterla, per ragioni solo politiche, di dipingere a tinte fosche un settore, quello scolastico, che avrà tante pecche ma ha anche tante energie al suo interno, energie che rischiano di essere depresse da un certo catastrofismo interessato.

Sia ben chiaro: non condivido l'ottimismo di maniera del Ministro o dei vertici dell'Amministrazione! Ma tra il trionfalismo di certe dichiarazioni e il catastrofismo a cui ci ha abituato una certa pubblicistica occorrerebbe trovare la giusta via di mezzo, anche per non abbatterci oltre misura.

Insomma vorrei lanciare un messaggio di speranza. Un messaggio che non faccia arretrare di fronte alle difficoltà chi si batte per una scuola migliore, più "a misura dei ragazzi". Una Scuola che esiste già, indipendentemente dalle politiche governative, siano di destra o di sinistra.

In questo modo, con la critica a tutto campo, si semina solo sfiducia e si finisce con l'incoraggiare i tanti che non vogliono cambiare nulla.

Chi scrive, nonostante tutto, crede ancora nella Scuola e vorrebbe che questa fiducia venisse trasmessa ai nostri ragazzi. Utopismo? Forse, ma abbiamo bisogno anche di un po' di utopia, altrimenti di che scuola parliamo?

(*) Dirigente scolastico I.C. di Arta-Paularo