Del senno di poi
Anna Pizzuti - 03-10-2005
Settimana di audizioni - nelle Commissioni Parlamentari - delle rappresentanze sindacali e professionali della scuola, audizioni la cui conclusione, prevista per venerdì 30 settembre è stata anticipata - almeno alla Camera - a giovedì. Forse per rincorrere i lavori della Commissione in Senato, che hanno subito, nel frattempo, una brusca accelerazione.

Da una parte, quindi, si riflette, forse si ascolta (ma i dubbi sono molti) dall'altra ci si affretta. Da qui la difficoltà di una sintesi che, comunque, proviamo ugualmente a fare.

La posizione dell'onorevole Garagnani, non è passata inosservata.
La riprendono e commentano, infatti, sia Tuttoscuola, che in una nota intitolata: "Alla Camera Forza Italia fa sul serio: vuole la riforma del 2° ciclo dal 2006", lascia supporre che dietro le posizioni del relatore di maggioranza alla Camera ci sia l'Onorevole Valentina Aprea, sia La Tecnica della scuola, che, parlando di un vero e proprio contrordine sul rinvio dell'inizio della "riforma" del secondo ciclo, individua lo stesso Ministro come ispiratore delle posizioni di Forza Italia in commissione.
"Se le Regioni voteranno contro - pare avesse detto il Ministro poche ore prima del voto della Conferenza - sarà il Parlamento a decidere sulla data di avvio della riforma".

Ma non è solo la data di avvio della riforma a diventare oggetto di dibattito, dentro e fuori "il palazzo".
E' del 22 settembre il comunicato (l'unico, sull'argomento, dal 15 settembre) del Ministro, comunicato che ci annuncia quanto segue:

"Il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Letizia Moratti ha incontrato il Vice Presidente di Confindustria Gianfelice Rocca a cui ha comunicato di avere esaminato e condiviso le proposte formulate da Confindustria e da 15 organizzazioni imprenditoriali sul decreto sul secondo ciclo, attualmente all'esame delle competenti commissioni parlamentari, e, nel rispetto delle prerogative del Parlamento e delle Regioni ha ritenuto condivisibili - con alcune limitate integrazioni - i quadri orari proposti per i licei tecnologico ed economico.".

E questo ha reso legittima, per qualche giorno, la domanda: ma quale schema di decreto stanno discutendo le Commissioni? Quello approvato dal Consiglio dei Ministri il 27 maggio? Quello modificato in sede di Conferenza Stato-Regioni? Quello riscritto da Confindustria ed altri?

Lo stesso Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni, si sta rendendo conto che qualcosa non va, sedichiara, mercoledì 28 settembre: ''Pur riconoscendo pienamente il ruolo del Parlamento, voglio richiamare il Governo a confermare il rispetto degli accordi presi con le Regioni e gli Enti locali nella Conferenza Unificata del 15 settembre. Il mondo della scuola e le famiglie italiane hanno infatti bisogno di certezze e non di scelte affrettate. Quegli accordi hanno un valore decisivo e rappresentano una scelta essenziale per la prosecuzione del confronto fra le Regioni e il Governo''.

La risposta arriva lo stesso giorno dalla Commissione Istruzione del Senato, sottoforma di un primo schema di parere sul decreto.

Schema di parere che accoglie quasi tutte le richieste delle organizzazioni datoriali in ordine alle finalità professionalizzanti dei licei tecnologici, ai quadri orario ed alla cancellazione della seconda lingua comunitaria, e che, al contempo, sembra anche accogliere le modifiche agli articoli 27 e 28 del decreto intervenute in seguito agli accordi del 15 settembre, se non fosse per un passaggio contenuto in premessa che recita:"considerato che il riferimento alla definizione di tutti i passaggi normativi propedeutici all'avvio del secondo ciclo, recato al comma 3-bis dell'emendamento proposto dal Governo all'articolo 27 in sede di Conferenza unificata, deve intendersi riferito ai passaggi normativi attribuiti alle rispettive competenze e quindi, quanto alla sperimentazione del MIUR, relativamente ai passaggi normativi di competenza dello stesso Ministero e ferma restando ovviamente l'autonomia scolastica in materia che da solo giustificherebbe la presentazione dei due "contropareri" proposti quello stesso giorno,dall'opposizione.

Contropareri che, oltre al giudizio negativo sull'impianto della riforma, contengono osservazioni che potremmo definire del senno di poi.
Questa la prima: "considerato che(....) inoltre il Governo ha palesemente violato uno dei pochi punti sui quali era stato raggiunto un accordo con gli enti territoriali in ordine ai tempi e modi di attuazione della riforma e che, si badi, era stato determinante nella decisione degli enti territoriali di non adottare più severe forme di censura sullo schema di provvedimento; si deve registrare, pertanto, la violazione di un principio di elementare buona fede nei rapporti interistituzionali che rischia di lasciare un segno nelle relazioni Stato-Regioni (parere Soliani e Monticane).
E questa la seconda:"(....) rilevato che:
a) la nuova formulazione dell'articolo 27 rende incompleta e insufficiente la
relazione tecnica sulla quantificazione degli effetti finanziari delle disposizioni in esame laddove non prende in considerazione i dati numerici sugli istituti professionali che devono confluire nei percorsi liceali (parere Modica)

Lo stesso mercoledì 28 settembre, ancora una seduta notturna della Commissione istruzione del Senato, il cui resoconto sommario appare però, sul sito del Senato, solo il giovedì successivo, ed a notte inoltrata. Seduta al termine della quale, "con separate votazioni, la Commissione accoglie a maggioranza il dispositivo, nonché le osservazioni da n. 1) a n. 16). Previa dichiarazione di astensione del Presidente relatore ASCIUTTI (FI), accoglie altresì l'osservazione n. 17). La Commissione accoglie infine lo schema di parere nel suo complesso".

Da notare che l'osservazione n. 17 è la seguente:
Si invita il Governo a considerare l'opportunità di avviare una sperimentazione nazionale dei nuovi percorsi formativi ai sensi dell'articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999 a partire dall'anno scolastico 2006-2007 nel rispetto dell'autonomia delle singole scuole.


Segnaliamo i pareri presentati dai senatori Acciarini e Cortiana e quello del senatore Flammia

Un'ultima osservazione: in ambedue le Commissioni Parlamentari, i relatori nella presentazione del decreto arrivano fino all'articolo 30. Nessuno dei due fa cenno all'articolo 31 che è ancora presente nel testo del decreto che si trova sul sito del MIUR. Ricordo che tale articolo recita:
(Norma finale) Gli interventi di riconversione del personale docente, eventualmente necessari, anche al fine di trasferimenti in altri comparti della pubblica amministrazione, saranno programmati dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro per la funzione pubblica.

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 Anna Pizzuti    - 03-10-2005
Anche la Flc-Cgil commenta con estrema preoccupazione quello che sta accadendo nelle Commissioni Istruzioni del Parlamento.
Segnalo, per conoscenza, la conclusione del comunicato.
"Nei prossimi giorni saremo davanti alla Camera dei Deputati per l’intera durata del dibattito in Commissione, insieme ai soggetti che compongono il Tavolo Fermiamo la Moratti, a presidiare e difendere la nostra scuola, che vogliamo migliorare: non ci possiamo né ci vogliamo rassegnare alla deriva cui questa maggioranza di Governo la sta invece condannando".