Cartoon per educare. Cartoni per ridere.
Cominciamo dai primi: s'intitola «La lettera di Gillo» ed è il primo disegno animato contro la pedofilia. «Nessuno ha mai osato trasferire in cartoon un tema così delicato. Ma noi vogliamo insegnare ai bambini come comportarsi in situazioni pericolose» annuncia Pietro Campedelli, uno dei produttori, a «Cartoons on the bay», il festival dell'animazione tv in corso a Positano. La storia è semplice: un ragazzino gioca nel bosco con la sorellina. Un figuro lo avvicina, gli promette regali. La vittima non dice nulla ai «grandi» e si tuffa nell'avventura. I genitori leggono il suo diario e avvisano la polizia. Non si capisce, dal cartoon, se il pedofilo ha abusato della vittima. Si mostra, invece, il bambino nello studio di uno psicanalista, che spiega chi sono i pedofili e che cosa fare per difendersi. Soprattutto: «Non mantenete il segreto, parlate con gli adulti che possono aiutarvi». Il cartoon, prodotto dal Gruppo Alcuni e da RaiCinema, sarà proiettato nelle sale, forse anche in tv ,e fa parte di un gruppo di sette corti sugli abusi ai minori. «A partire - spiega Campedelli - dalla pedofilia nell'ambito familiare. Anche il ministro Moratti si è interessato al progetto e ha espresso l'intenzione di mostrare i filmati nelle scuole».
Passiamo ai secondi. Entrambi hanno cominciato per la stessa ragione: «La fame». Uno a Parigi, l'altro a Milano. Entrambi hanno ideato creature di carta che comunicano e fanno ridere senza parole. E quelle creature sono state fonte di ricchezza e di fama. I due sono l'argentino Guillermo Mordillo e Osvaldo Cavandoli, nomi storici dell'animazione internazionale. Mordillo ha fatto il giro del mondo («soltanto ai Poli credo non lo conoscano» dice papà Guillermo). E anche papà Cavandoli non scherza: ha creato la Linea, l'omino che nel Settanta, a Carosello, faceva pubblicità per la pentola Lagostina. Quello spot ante litteram, però, ha pregiudicato il suo successo nazionale. Cavandoli non ha potuto sfruttare l'idea perché il suo omino stizzoso era troppo legato al prodotto che sosteneva. «All'estero, invece, la Linea ha avuto fama dal Manzanarre al Reno», dice papà Cavandoli, classe 1920, che ieri è stato premiato con il Pulcinella Award alla carriera. Accanto a lui, l'amico Mordillo, classe 1932: «A sei anni la mamma mi portò a vedere ”Biancaneve” e la mia vita cambiò. Nel '66, a Parigi, avevo bisogno di soldi e un amico mi disse: perché non fai vignette umoristiche per i giornali? Provai e nacque Mordillo. Chi è Mordillo? Un essere umano che soffre di solitudine. E fa ridere perché il suo umorismo è la tenerezza della paura». Sentiamo Cavandoli: «Ero a Milano, l’idea nacque dalla fame, ma anche da un bisogno di sintesi. E poi la Linea mi assomigliava: era stizzosa, buffa. Alla Lagostina mi dissero: proviamo. E cominciò l'avventura». Oggi l'avventura continua. Il progetto è di Studio Universal, il canale tematico di cinema visibile su Stream, che sta già mandando in onda 20 deliziosi episodi da un minuto della Linea. Una soltanto la trasgressione rispetto agli anni Settanta: il colore. E Cavandoli sta lavorando a un altro progetto: «La Linea History», sorta di storia del mondo con gli occhi di un omino buffo, simbolo di un'Italia che non c'è più.
LUCIANO GIANNINI