breve di cronaca
Con i fondi per la ricerca 54 mila nuovi occupati
La Stampa - 20-04-2002
IL GOVERNO AUMENTA GLI INVESTIMENTI: SFIDA PER LO SVILUPPO DEL PAESE

ROMA

Un incremento di 14.175 milioni di euro da destinare alla ricerca, portando i finanziamenti assegnati al sistema di ricerca da parte del settore pubblico dall'attuale 0,6% del Pil all'1%, nel periodo 2003-2006. È quanto stabilito dalle linee guide per la politica scientifica e tecnologia del governo, approvate del Cipe e presentate ieri a Palazzo Chigi dal ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti. Il governo stima che questi nuovi investimenti determineranno un incremento nell'occupazione diretta nel settore della ricerca pubblica e privata di circa 54 mila nuovi addetti e un incremento dell'occupazione indiretta di circa 108 mila nuovi occupati. Si prevede poi un incremento di circa 4 mila nuovi brevetti e di circa 16 mila nuovi lavori scientifici. «Si tratta - ha spiegato la Moratti nel corso della conferenza stampa dopo il consiglio dei ministri - di una sfida nell´ottica di una ricerca considerata come priorità strategica per lo sviluppo del paese». Il ministro ha poi detto che il documento pensa anche al rilancio della ricerca umanistica, «elemento fondante della nostra società, per valorizzare i grandi livelli della tradizione che abbiamo ereditato e che ci vengono riconosciuti in tutto il mondo». In buona sostanza è un documento che «si rivolge ai giovani, che troveranno nei grandi progetti previsti veri e propri "cantieri di formazione" capaci di valorizzare idee ed energia. L'importanza di porre rimedio ad una «situazione disastrosa», ereditata dai precedenti governi, è stata più volte sottolineata dal presidente del Consiglio che, a fianco della Moratti, ha spiegato che il primo obiettivo è «avere più competitività, più sviluppo e più internazionalizzazione». Ma l'impegno è anche quello di «fermare l'emorragia di cervelli che dall'Italia vanno all'estero». Il Piano, secondo il premier, dovrebbe portare l'Italia «a non perdere definitivamente il passo rispetto agli altri paesi europei». E per sottolinearlo ha snocciolato alcuni dati di classifica: «L'Italia - ha detto - figura, su 18 paesi industrializzati, al quattordicesimo posto per numero di ricercatori, al sedicesimo per numero di dottori in ricerca, al quattordicesimo per spesa in ricerca sul bilancio pubblico e all'ultimo posto per la collaborazione tra ricerca pubblica e ricerca industriale». Immediata la replica del responsabile Ds per la scuola, Luigi Berlinguer: «Ancora una volta il governo Berlusconi dice una cosa e se ne fa un'altra. Il ministro Moratti promette una pioggia di miliardi sulla ricerca, e intanto taglia i fondi con la Finanziaria. Il Cnr e gli altri enti sono stati messi nelle condizioni di non poter fare il proprio bilancio, si sono diramate circolari annunciando agli studiosi che i progetti di ricerca presentati non potevano avere finanziamenti. In questo momento la ricerca ha perso risorse anche rispetto al recente passato». «Altrettanto grave - sostiene l'ex ministro dell'Istruzione, Luigi Berlinguer - è l'assoluta assenza di menzione della ricerca di base. Questo governo sta facendo perdere all'Italia un punto di forza, che è stata proprio la ricerca di base in molti settori. Mentre i Giapponesi cambiano indirizzo e anche gli americani destinano ingenti risorse alla ricerca di base, noi facciamo come il gambero. È diventato insopportabile questo ritornello che i soldi per la ricerca si devono trovare nell'industria. Certo, ognuno deve fare la sua parte. Il Governo faccia la sua». Positivo, invece, il commento di Lucio Bianco, presidente del Cnr: «Il documento del governo contenente le linee guida sulla politica in materia di ricerca era molto atteso, perchè rappresenta la bussola con cui si orienta il mondo della ricerca».


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