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Tfr e fondi pensione: una polpetta avvelenata
Attac italia - 15-09-2005
TFR: MARONI ALL´ATTACCO DELLE PRESTAZIONI SOCIALI E DEI SERVIZI

Ieri, alle 16.30 Maroni ha presentato alle parti sociali il testo del decreto attuativo della cosiddetta riforma previdenziale, quello, per intenderci, che vorrebbe trasferire il TFR dei lavoratori nei Fondi pensione con il sistema del silenzio-assenso.

Rispetto al testo licenziato nel mese di luglio, la novità sostanziale del nuovo decreto, per quel che riguarda le possibili valutazioni di ogni singolo lavoratore - del contributo dei datori di lavoro che, prioritariamente, torma ad essere a favore dei fondi negoziali - cioè quelli organizzati da datori di lavoro e sindacati - salvo diversa previsione contrattuale.

In precedenza Maroni aveva previsto che questo contributo si trasferisse automaticamente a favore di un altro Fondo pensione, anche aperto o assicurativo, nel momento in cui il lavoratore avesse deciso di cambiare fondo. Questo andare incontro alle richieste di Confindustria e sindacati, che oggi dovrebbero farci sapere se questo li abbia soddisfatti, ha però scontentato l´Ania, l´associazione delle assicurazioni che lamenta la violazione della delega.

Al di là di questa zuffa intorno ad un osso calcolato nell´ordine dei 13 miliardi di euro all´anno, il decreto mette però a nudo un nervo che riguarda tutto e tutti.
Nella disperata ricerca di una copertura a questa gigantesca operazione finanziaria - ripeto 13 miliardi di euro sottratti ogni anno ai lavoratori e al sistema delle imprese che ci si autofinanzia - il ministro Maroni ha pensato bene di compensare le imprese attraverso la fiscalizzazione dei cosiddetti oneri impropri (malattia, maternità, assegni familiari).

Nella sostanza le imprese non dovrebbero più pagare i contributi all'INPS per queste prestazioni sociali.

Che significa?

E´ semplice, o queste prestazioni verranno tendenzialmente finanziate attraverso la fiscalità generale, con un aggravio della pressione
fiscale (c´è qualcuno che ci crede?), o, più probabilmente, assisteremo ad una progressiva contrazione e riduzione di queste prestazioni.

Del resto la vicenda dell'indennità di malattia degli
autoferrotranvieri e dei relativi scioperi di queste ultime settimane mi sembra assolutamente emblematica di quanto stia avvenendo.

Ancora, Maroni avrebbe stabilito che il Fondo di garanzia a favore delle banche per consentire l'accesso semi-automatico (sarebbero escluse quelle tecnicamente sull'orlo del fallimento) al credito
delle aziende che hanno perduto l'autofinanzamento costituito dal TFR, sarebbe "interamente a carico dello Stato, quanto a dotazione patrimoniale e oneri di gestione",... cioé, indovinate un po' chi paga?

Nella sostanza questo gigantesco trasferimento di risorse verso i mercati e la speculazione finanziaria - ripeto, 13 miliardi di euro all'anno - lo pagheremo anche attraverso la riduzione delle prestazioni sociali e delle risorse che verranno sottratte ai servizi.

Su questo sarebbe bene che tutti, organizzazioni sociali, sindacali e politiche, si interrogassero senza lasciarsi "depistare" da questioni e interessi d´altro genere.

Severo Lutrario

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 gp    - 17-09-2005
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