Riprendendo l'avventura della scuola
Gianni Mereghetti - 13-09-2005
Lettera aperta ad un insegnante

Carissimo,

è arrivato il primo giorno di scuola dopo un'estate che sarà ricordata per la sua drammaticità. Prima il terrorismo ha dilaniato Londra e Sharm el-Sheik, per non dire dell'Iraq dove imperversa senza tregua e con una violenza inenarrabile. Poi disastri aerei si sono susseguiti con un ritmo impressionante, infine due uragani di portata eccezionale si sono abbattuti il primo sull'America, il secondo sul Giappone.

La morte si è incuneata nelle nostre vacanze e con essa l'impressione che il male sia il destino dell'uomo, tanto che per molti trascorrere l'estate nei luoghi di villeggiatura ha voluto dire la possibilità di distrarsi dal nulla che incombe sulla loro vita.

Dopo un'estate così un nuovo anno scolastico è alle porte, come potremo iniziarlo se il nostro "io" fosse paralizzato dalla paura del male?

Sarebbe infatti irragionevole tornare a scuola se la vita avesse un destino negativo, lo faremmo solo perché, nonostante il terrorismo, le catastrofi naturali e il male che pure noi commettiamo, la vita deve comunque andare avanti e vi va per pura forza di inerzia.

Invece le cose non stanno così, nemmeno dopo un'estate così drammatica e nemmeno con il terrorismo che ancora ci minaccia!

Quanto è accaduto non ci ha portato a scoprire il male come orizzonte della vita, ma il limite nostro, quello che segna la condizione umana. Infatti il primo sentimento ragionevole di fronte a tante morti non è la paura, ma il grido ad un Altro che ci liberi dal male. In questo sta la percezione del nostro essere, quello di essere dipendenti da un Mistero, dal quale viene il nostro bene, un Mistero che riga positivamente la realtà da lui creata, tanto che a starle di fronte senza preconcetti non si può non sussultare nel riconoscerLo

Anche la catastrofe più immane, se porta tanta distruzione, come quella che ha cancellato New Orleans, non può eliminare la certezza originaria, quella da cui guardiamo la realtà e con stupore la percepiamo positiva.

E' da qui che si può ragionevolmente iniziare un nuovo anno scolastico, da questa certezza semplice di un bene, e il primo modo di farne esperienza dentro la scuola sta nell'accettare che uno sguardo positivo su di me, su di te valga per iniziare un cammino di conoscenza e di educazione.

Per questo io comincio dallo sguardo di simpatia totale che ho incontrato dentro la mia vita e che mi ha fatto scoprire la positività del reale, la positività del mio essere, del tuo, dei nostri colleghi e dei nostri studenti. E' dall'intensità di questo sguardo che ricomincio e dalla domanda che sappia corrispondervi, fino a comunicarlo.

Buon anno scolastico!

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