breve di cronaca
In catene per protesta
Corsera - 13-09-2005
Protagonista un maestro elementare del senese

Si incatena davanti alla sua ex scuola Adriano Fontani ha protestato contro un trasferimento causato da un dissidio con i genitori di alcuni suoi ex alunni testimoni di Geova

SIENA - Fine delle vacanze estive per circa 9 milioni di studenti. Per gli insegnanti, invece, le classiche riunioni pre-inizio avevano anticipato di qualche giorno l'evento. Che molte persone non tornino a scuola col sorriso sulle labbra è normale, ma nel senese un maestro di scuola elementare, Adriano Fontani, nel suo primo giorno di lezione ha dato vita a un'iniziativa su cui non si può scherzare: si è incatenato per tre ore davanti alla «Giovanni Pascoli» di Buonconvento. Si tratta dell'istituto dove ha insegnato per 30 anni e dove vorrebbe continuare a operare, ma le autorità scolastiche gli hanno imposto il trasferimento forzato presso una scuola elementare di Siena, in cui si è recato per lavorare terminata la protesta.

Adriano Fontani, 19 anni fa, abbandonò la sua congregazione religiosa, quella dei Testimoni di Geova, «guadagnandosi» una condanna per apostasia. Da allora, oltre a fare il maestro, opera per conto di organizzazioni che aiutano chi, come lui, ha deciso di abbandonare quella che non esita a definire «una setta»: per molte persone l'abbandono della congregazione può significare l'addio a amicizie e perfino rapporti parentali, con ovvie pesanti ripercussioni psicologiche.

Nella scuola di Buonconvento, Fontani aveva anche due alunni testimoni di Geova. I loro genitori non tolleravano che il maestro dei loro figli fosse un «fuoriuscito» ed erano riusciti ad ottenere il trasferimento dei bambini in un'altra classe. La cosa ha scatenato una dura reazione presso le famiglie degli altri alunni di Fontani, con tanto di raccolta di firme a sostegno di quest'ultimo (all'iniziativa hanno aderito anche genitori di alunni musulmani). Il caso Fontani ha destato talmente tanto scalpore da finire al centro di un'interrogazione parlamentare, presentata il 10 marzo scorso dall'onorevole Giovanna Bianchi Clerici al ministro dell'Istruzione Letizia Moratti.
Fontani è stato oggetto di ripetute ispezioni scolastiche e persino a visite mediche per accertare la sua idoneità all'insegnamento. Finché si è giunti al trasferimento.

«Mi sono incatenato per tre ore - ha dichiarato il maestro - perché ritengo di essere stato discriminato dalla scuola e perché sono dispiaciuto di non vedere più i miei ex alunni. Volevo salutarli, e loro, con i loro genitori, mi hanno dimostrato tutta la loro solidarietà e il loro affetto. Entro due giorni presenterò ricorso al Giudice del Lavoro». Uno degli ispettori che si era recato nella scuola di Buonconvento per verificare che Fontani non facesse nulla di nocivo nei confronti dei propri alunni aveva stilato un documento che elencava in 6 punti quei principi che attribuiscono ruoli ben precisi a insegnanti, allievi e genitori, oltre i quali non si può sconfinare. Il documento sottolineava soprattutto che «la possibilità di scelta delle famiglie si fermava al tipo di scuola (normale o tempo pieno) e a materie opzionali, ma che nessuna scelta era ammessa sui docenti e che in nessun caso questi ultimi potevano essere valutati in ragione del loro credo religioso, della loro razza o della fede politica».
Il paesino di Buonconvento si è letteralmente mobilitato per manifestare a difesa di un maestro considerato da alunni e genitori un ineccepibile educatore. Tra i promotori di petizioni pro-Fontani, anche le famiglie musulmane di ex scolari che hanno affermato: «Fontani ha sempre rispettato la nostra religione nel confronto tra culture diverse e i nostri figli non sono mai stati messi in imbarazzo. La scuola pubblica è laica, cosa c'entra con la religione? Allora anche noi musulmani potremmo rifiutare di mettere i nostri figli in classi dove ad insegnare sono insegnanti cattolici praticanti».

Corriere.it


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 la Nazione di Firenze    - 13-09-2005
Maestro trasferito s'incatena davanti alla scuola


SIENA, 12 SETTEMBRE 2005 - Si riapre il caso Fontani. Il maestro 'ripudiato' dall'istituto comprensivo di Montalcino, in provincia di Siena, perché ex testimone di Geova, proprio oggi si è incatenato davanti alla sua ex scuola per protestare contro il trasferimento discriminatorio in un'altra scuola.

Ha annunciato inoltre che entro due giorni presenterà un ricorso al giudice del lavoro. Il suo trasferimento era stato chiesto da due genitori Testimoni di Geova che accusavano il maestro di essere stato espulso 15 anni prima dalla congregazione per ribellione e apostasia. E tante sono le regole severe dei Testimoni di Geova nei confronti di chi viene espulso.

«Nell'antico Israele - racconta il maestro estromesso - chi lasciava il gruppo veniva condannato a morte. Nella loro filosofia di vita, anche oggi, chi sbaglia deve essere stroncato». «Per mantenere pura l'adorazione di Geova - spiega Fontani - i principi scritturali inerenti alla disassociazione o alla scomunica e gli atteggiamenti che devono essere tenuti nei confronti degli estromessi sono dettati dalla parola di Dio. Se i parenti del dissociato hanno una buona reputazione nella congregazione, non devono vivere sotto il suo stesso tetto e i rapporti con lui devono essere limitati allo stretto necessario, se non completamente annullati».

«Guai se i fratelli della Congregazione continuano a mentenere i rapporti con un ex Testimone di Geova. Chi non rispetta la decisione del gruppo di eliminare l'estromesso, rischia a sua volta di essere dissociato. Se un testimone di Geova lavora nello stesso posto del dissociato - aggiunge il maestro - allora è meglio cambiare lavoro».

«Ma quali trasgressioni sono ritenute meritevoli della dissociazione? Vietate prima di tutto le trasgressioni sessuali continuate - inizia così il lungo elenco delle regole della congregazione il maestro ex testimone di Geova - attenzione anche a non commettere furti, a non dire menzogne e a non avviare disoneste pratiche commerciali. Ma la trasgressione più grave è la ribellione all'organizzazione di Geova è anche vietata la calunnia, l'ubriachezza , l'apostasia e l'insegnamento di false dottrine .

«Lo scopo più importante dell'espulsione - precisa Fontani - è quello di preservare la pura adorazione di Geova. Chi pratica il male deve essere espulso per la purezza della congregazione, poiché un po' di lievito fa fermentare tutta la massa. Inoltre la dissociazione di uno è un efficace esempio ammonitore per gli altri del gruppo, affinchè non commettano errori. Odiare e incoraggiare a odiare chi ha abbandonato la via di Geova, ecco quale deve essere lo scopo di chi resta fedele alla congregazione».

«Per chi viene espulso dai Testimoni di Geova niente funerale: non è appropriato che chi sia stato dissociato abbia un degno servizio funebre, perché è considerato un eretico. E non solo anche per i parenti del dissociato morto non c'è possibilità di assistere al suo funerale, se sono fedeli alla pura adorazione di Geova».

«Anche i contatti con i propri familiari sono messi al bando - dice Fontani - per i nonni 'ex' è vietato severamente l'incontro con i propri nipoti. Si rompono i rapporti familiari e ogni legame affettivo viene reciso e se si ha il coraggio di troncare con la famiglia, allora si è superata la prova a cui il Dio di Geova ci ha sottoposto. Vietato lasciarsi trasportare dalle emozioni, perchè se si lascia Geova si recide il legame spirituale con la propria famiglia. Tuttavia, il traditore può pentirsi e venire riabilitato e riassociato nel gruppo. Se invece non ti penti sei braccato e perseguitato per sempre».

Una vera e propria battaglia legale quella intrapresa dal maestro contro la scuola che l'ha discriminato per motivi religiosi, ma anche un'opportunità per mettere in luce gli aspetti che rendono, secondo lui, la congregazione di Geova una vera e propria setta, aiutando le vittime che riescono a liberarsene. Con questo scopo, il maestro di Buonconvento ha creato il 'coordinamento dei fuoriusciti dai testimoni di Geova'.

«Quello che mi preme di più è avere giustizia nel processo che mi vede vittima di mobbing da parte dell'istituto scolastico - afferma Fontani - e credo che in un paese come l'Italia, dove il principio di uguaglianza è tra i primi della Costituzione, questa vicenda stia assumendo toni paradossali.Tra pochi giorni mi comunicheranno se verrò spostato in un'altra scuola e se ciò dovesse accadere, a Buonconvento scoppierebbe una guerra»