la Nazione di Firenze - 13-09-2005 |
Maestro trasferito s'incatena davanti alla scuola SIENA, 12 SETTEMBRE 2005 - Si riapre il caso Fontani. Il maestro 'ripudiato' dall'istituto comprensivo di Montalcino, in provincia di Siena, perché ex testimone di Geova, proprio oggi si è incatenato davanti alla sua ex scuola per protestare contro il trasferimento discriminatorio in un'altra scuola. Ha annunciato inoltre che entro due giorni presenterà un ricorso al giudice del lavoro. Il suo trasferimento era stato chiesto da due genitori Testimoni di Geova che accusavano il maestro di essere stato espulso 15 anni prima dalla congregazione per ribellione e apostasia. E tante sono le regole severe dei Testimoni di Geova nei confronti di chi viene espulso. «Nell'antico Israele - racconta il maestro estromesso - chi lasciava il gruppo veniva condannato a morte. Nella loro filosofia di vita, anche oggi, chi sbaglia deve essere stroncato». «Per mantenere pura l'adorazione di Geova - spiega Fontani - i principi scritturali inerenti alla disassociazione o alla scomunica e gli atteggiamenti che devono essere tenuti nei confronti degli estromessi sono dettati dalla parola di Dio. Se i parenti del dissociato hanno una buona reputazione nella congregazione, non devono vivere sotto il suo stesso tetto e i rapporti con lui devono essere limitati allo stretto necessario, se non completamente annullati». «Guai se i fratelli della Congregazione continuano a mentenere i rapporti con un ex Testimone di Geova. Chi non rispetta la decisione del gruppo di eliminare l'estromesso, rischia a sua volta di essere dissociato. Se un testimone di Geova lavora nello stesso posto del dissociato - aggiunge il maestro - allora è meglio cambiare lavoro». «Ma quali trasgressioni sono ritenute meritevoli della dissociazione? Vietate prima di tutto le trasgressioni sessuali continuate - inizia così il lungo elenco delle regole della congregazione il maestro ex testimone di Geova - attenzione anche a non commettere furti, a non dire menzogne e a non avviare disoneste pratiche commerciali. Ma la trasgressione più grave è la ribellione all'organizzazione di Geova è anche vietata la calunnia, l'ubriachezza , l'apostasia e l'insegnamento di false dottrine . «Lo scopo più importante dell'espulsione - precisa Fontani - è quello di preservare la pura adorazione di Geova. Chi pratica il male deve essere espulso per la purezza della congregazione, poiché un po' di lievito fa fermentare tutta la massa. Inoltre la dissociazione di uno è un efficace esempio ammonitore per gli altri del gruppo, affinchè non commettano errori. Odiare e incoraggiare a odiare chi ha abbandonato la via di Geova, ecco quale deve essere lo scopo di chi resta fedele alla congregazione». «Per chi viene espulso dai Testimoni di Geova niente funerale: non è appropriato che chi sia stato dissociato abbia un degno servizio funebre, perché è considerato un eretico. E non solo anche per i parenti del dissociato morto non c'è possibilità di assistere al suo funerale, se sono fedeli alla pura adorazione di Geova». «Anche i contatti con i propri familiari sono messi al bando - dice Fontani - per i nonni 'ex' è vietato severamente l'incontro con i propri nipoti. Si rompono i rapporti familiari e ogni legame affettivo viene reciso e se si ha il coraggio di troncare con la famiglia, allora si è superata la prova a cui il Dio di Geova ci ha sottoposto. Vietato lasciarsi trasportare dalle emozioni, perchè se si lascia Geova si recide il legame spirituale con la propria famiglia. Tuttavia, il traditore può pentirsi e venire riabilitato e riassociato nel gruppo. Se invece non ti penti sei braccato e perseguitato per sempre». Una vera e propria battaglia legale quella intrapresa dal maestro contro la scuola che l'ha discriminato per motivi religiosi, ma anche un'opportunità per mettere in luce gli aspetti che rendono, secondo lui, la congregazione di Geova una vera e propria setta, aiutando le vittime che riescono a liberarsene. Con questo scopo, il maestro di Buonconvento ha creato il 'coordinamento dei fuoriusciti dai testimoni di Geova'. «Quello che mi preme di più è avere giustizia nel processo che mi vede vittima di mobbing da parte dell'istituto scolastico - afferma Fontani - e credo che in un paese come l'Italia, dove il principio di uguaglianza è tra i primi della Costituzione, questa vicenda stia assumendo toni paradossali.Tra pochi giorni mi comunicheranno se verrò spostato in un'altra scuola e se ciò dovesse accadere, a Buonconvento scoppierebbe una guerra» |