Considerazioni sulla lettura ( di un insegnante)
Francesco Di Lorenzo - 14-04-2002
I.

- Era il 1964 e Gianni Rodari scrisse un quasi decalogo sui modi per insegnare ai ragazzi a odiare la lettura e per far nascere in loro “una nausea inestinguibile verso la carta stampata”.

Eccoli:

1. Presentare il libro come un’alternativa alla TV

2. Presentare il libro come un’alternativa al fumetto

3. Dire ai bambini di oggi che i bambini di una volta leggevano di più

4. Ritenere che i bambini abbiano troppe distrazioni

5. Dare la colpa ai bambini se non amano la lettura

6. Trasformare il libro in uno strumento di tortura

7. Rifiutarsi di leggere al bambino

8. Non offrire una scelta sufficiente

9. Ordinare di leggere.



- In televisione un signore invitato a molti programmi e imitato in altrettanti, presentando la sua nuova casa londinese mostrò con accurata nonchalance la libreria a parete con tutti i libri fissi in legno, disegnati dallo stilista che aveva avuto, disse lui, questa idea per arredare.



II.

I. B. SINGER, WHY I WRITE FOR CHILDREN (Perchè scrivo per i bambini).

Proprio nei giorni in cui viene insignito del premio nobel per la letteratura, Isaac Bashevis SINGER, fa uscire sul “The New York Times” (11.12.78) “ un elegante e spiritoso catalogo” su come i bambini intendono la lettura.



1. I bambini leggono libri, non recensioni. Per loro il giudizio dei critici non vale una cicca.

2. Non leggono per cercare un’identità.

3. Non leggono per liberarsi dai sensi di colpa, né per soddisfare la propria sete di ribellione, né per sbarazzarsi dell’alienazione.

4. Non sanno che farsene della psicologia.

5. Detestano la sociologia.

6. Non cercano di capire Kafka e Finnegan’s wake.

7. Credono ancora in Dio, nella famiglia, negli angeli, nei diavoli, nelle streghe, nei folletti, nella logica, nella chiarezza, nella punteggiatura e in altri simili vecchiumi.

8. Amano le storie interessanti, non i commentari, non le guide alla lettura, non le note a piè di pagina.

9. Quando un libro li annoia, sbadigliano senza scrupoli, senza alcuna vergogna o timore dell’autorità.

10. Non si aspettano che il loro scrittore prediletto redima l’umanità. Giovani come sono, capiscono che egli non ha questo potere. Solo gli adulti hanno illusioni così infantili.



- Nella società descritta da Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, leggere libri è proibito. Squadre di incendiari vanno ad appiccare il fuoco alle biblioteche che i pochi temerari ancora conservano. Alla fine il gruppo degli oppositori, che trascorre il tempo nascondendosi nel profondo della foresta, emarginati dal resto della società, vive in pratica solo per ricordare un libro, anzi, ognuno di loro è un libro perché si è incaricato di imparare un libro a memoria.



III.

Daniel PENNAC, nel suo decalogo che è del 1992, fa un’operazione interessante: mette a nudo – denuncia - l’ipocrisia di tanti che negano alcuni diritti a quelli che a parole vogliono iniziare alla lettura ma che assolutamente non negano a se stessi.



1. Il diritto di non leggere

2. Il diritto di saltare le pagine

3. Il diritto di non finire un libro

4. Il diritto di rileggere

5. Il diritto di leggere qualsiasi cosa

6. Il diritto al bovarismo ( malattia testualmente contagiosa)

7. Il diritto di leggere ovunque

8. Il diritto di spizzicare

9. Il diritto di leggere a voce alta

10. Il diritto di tacere.



Il dato innegabile è che in Italia si legge poco. Le ragioni sono troppe e complicate: fino al 1966 alcuni stilavano ancora una lista di libri da non leggere, il famoso indice dei libri proibiti. Certo che l’indice non era preso in considerazione dai più, ma conta come idea, spirito, etica?

Bisognerebbe, forse, iniziare a diffidare di chi legge (Brecht). Potrebbe essere un modo per guardare il problema da un punto di vista decentrato.

È ancora accettabile che qualcuno stia in cattedra a dire che non si legge? Come se questo facesse aumentare i lettori.


interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 Luca    - 21-04-2002
sottoscrivo in toto

 Giovanna Chianelli    - 21-04-2002
cosa fare se tua figlia non vuole leggere?
Leggi tu, anche a lei. La curiosità prima o poi avrà la meglio....
Qualche volta funziona.

 Giuseppe Tizza    - 21-04-2002
in Germania viene organizzata ogni anno dalla società degli editori in collaborazione con le casse di risparmio una gara di lettura a livello di scuola, poi cittadino, regionale e infine federale.

Avendolo organizzato diverse volte per i ragazzi italiani in Germania posso garantirvi la riuscita.

Qualcuno ha detto: "Non si è letto ma i così tanto!"

Un cordiale saluto.




 Ermanno Detti    - 21-04-2002
Egregio signor Francesco Di Lorenzo,
trovo molto interessanti le sue osservazioni sulla lettura. Che poi ad occuparsene sia un insegnante trovo interessante la cosa di per sé: la scuola non si è mai preoccupata di formare lettori, ha dato solo - e badi che non è poco anche se non è tutto - gli strumenti per leggere.
Mi permetta una sola osservazione al suo scritto: con i decaloghi non si va da alcuna parte. Essi sono utili per sollevare una questione, ma occorre dell'altro, sforzarsi per andare oltre. Per esempio che ne dice di fenomeni tipo il calo dei lettori tra i 5 e i 13 anni registrato all'ultima Fiera del libro per ragazzi di Bologna (dati Aie)? E che ne dice del fatto che comunque i ragazzi leggano di più degli adulti? E che le bambine leggano di più dei maschi? E di fenomeni tipo Harry Potter? E...? Si potrebbe continuare ma mi fermo qui.
Grazie per il suo interessamento a una questione tanto delicata come quella della formazione dei lettori. Temo che questo sia uno dei temi di fondo della nostra società, che non legge o legge troppe schifezze. E' d'accordo?
Saluti cordialissimi
Ermanno Detti

 Pina gasparro    - 21-04-2002
Condivido la tua riflessione.PINA GASPARRO

 Maria Grazia Bonanno    - 22-04-2002
Gentile Francesco,
apprezzo in pieno quanto da lei scritto perchè,
se è vero che con i decaloghi non si va da nessuna parte ( come le ha risposto un lettore ) è pur vero che occorre trovare un punto di partenza sulla lettura e la scuola; per esempio non credo che possa valere ancora la distinzione fra i libri " buoni " e le schifezze, il gusto di leggere può iniziare nei modi più svariati ( anche con le ricette da cucina )e continuare ,cambiando nel tempo, fino ad arrivare alle cosiddette " opere di valore universale ". Del resto : si è mai vista una persona che per imparare a nuotare inizia col fare il subacqueo ?
Ed ancora : che dire del modo in cui viene concepito da molti insegnanti il modo di fare la famosa" ora di narrativa "? Un solo libro per tutto l'anno, leggendone un pezzetto per uno ( mentre gli altri dormono ),e con gli esercizi da svolgere alla fine di ogni capitoletto ( gloria a tutti gli "apparati didattici " ). se la lettura è questa va da sè che sia meglio fare altro.

 Ercole Arcone    - 23-04-2002
Diffidare di chi legge? Bella provocazione quella di Brecht e di ...Francesco. Certo, un punto di vista decentrato per ragionare sulla lettura (o sulla non lettura, se si preferisce). Ma è sufficiente, da solo, a dar conto di uno dei paradossi della modernità? Libri ovunque, in libreria, in edicola, sulle bancarelle, al super mercato, edizioni di lusso e super economiche, prezzi stracciati, libri per corrispondenza, libri a rate, e-book, libri in rete, libri letti alla radio o in tivù, libri in audiocassette: di fronte a tutto ciò, le statistiche sono quelle che conosciamo! Eppure la provocazione può essere accettata, diffidando dunque di chi sa leggere ed è attento a non regalare mai un libro perchè altri non imparino. Contemporaneamente, è d'obbligo resistere nella ricerca di strade che portino a conquistare, ad esempio, la fiducia di quegli insegnanti che comprano, forse, un solo libro l'anno senza completarne la lettura, dei genitori che leggono solo le bollette, dei figli che finanche i fumetti guardano di traverso, degli studenti che non riescono a mettere in rima discoteca con biblioteca.
Tante belle letture a tutti.

 Gianni Trezzi    - 28-04-2002
Come invogliare i bambini a leggere? Per esempio... con il nostro buon esempio (ed è un punto già sottolineato). Una pratica a mio parere molto efficace è, semplicemente, leggere ad alta voce al bambino, fin dalla prima infanzia (cfr. l'iniziativa ABI-Ass. Culturale Pediatri denominata "Nati per leggere", a sua volta ispirato al progetto USA "Born to read"). Io mi sono autodefinito "maestro leggistorie" e utilizzo questa pratica, proficuamente, da alcuni anni per suggerire ai bambini che la lettura può anche (e soprattutto) trasmettere emozioni e non solo essere una noiosa pratica didattica imposta dagli adulti (Piumini dice che la lettura è un "gioco" e che è controproducente renderla un "giogo"). Quando nelle nostre scuole la distinzione tra "lettura strumentale " e "lettura emozionale" avrà finalmente diritto di cittadinanza, avremo fatto un grosso passo avanti sulla strada del rinnovamento didattico-educativo. Evviva la lettura gratuita! (come dice Pennac).

P.S.: dato che sto lavorando ad una tesi sull'uso della lettura ad alta voce nella scuola elementare, eventuali commenti o suggerimenti sono... assolutamente invocati! Per il momento, grazie a Francesco per aver gettato il sasso nello stagno...