Una scuola povera che spreca il pubblico danaro
Gennaro Capodanno - 18-08-2005
Nell'arco di poco più di una settimana mi sono pervenuti dalla scuola pubblica dove insegno, l'istituto tecnico industriale " Enzo Striano " di Napoli, due raccomandate, una per ribadire alcuni concetti tautologici su aspetti procedurali, un'altra per inviarmi delle certificazioni, documenti che potevano essere consegnati a mano, come avviene nella normalità dei casi, oltre ad un telegramma per una convocazione, peraltro viziata da palese illegittimità visto che a firmare è il dirigente scolastico e non il genitore quale presidente, di una riunione del Consiglio d'Istituto. Il tutto per il costo complessivo di oltre 13 euro, più di 25mila vecchie lire. Spese che, naturalmente, saranno caricate sul bilancio scolastico. Insomma una scuola pubblica "povera" che stenta a dare gli aumenti contrattuali ai lavoratori, allocata in strutture per lo più inidonee, che fa lievitare oltre i limiti di legge il numero degli allievi per classe, che lascia gli studenti diversamente abili privi dei necessari supporti e col personale di sostegno ridotto al lumicino, si può però permettere sprechi di questo genere che, sommati, nell'arco di un anno, danno luogo a cifre a diversi zeri di euro.

Nulla, si dirà, a fronte di un'altra "iniziativa" dello stesso dirigente scolastico dell'ITI " Striano" di Napoli, il quale, il 26 aprile scorso, dopo aver interpellato il solo collegio dei docenti, "parte interessata", decise di sospendere le attività didattiche per una giornata. Insomma un giorno di ferie in più ai docenti ed uno in meno di lezione agli allievi. Un danno all'erario, con l'interruzione immotivata di un pubblico servizio, di qualche decina di migliaia di euro, denunciato, senza alcuna conseguenza operativa a tutt'oggi, anche al direttore dell'ufficio scolastico regionale della Campania e al procuratore regionale della Corte dei conti di Napoli. La struttura elefantiaca della scuola pubblica notoriamente metabolizza tutto, anche gli sprechi, pronta a versare le consuete lacrime di coccodrillo quando si parla di tagli alla spesa nel settore. Ma i cospicui recenti aumenti stipendiali concessi ai dirigenti scolastici non avrebbero dovuto responsabilizzarli anche rispetto ad un migliore utilizzo delle scarse risorse finanziarie statali, cercando pure di rimpinguarle, attivando apposite procedure, con finanziamenti sia di enti pubblici che di privati? E' palese che in molte scuole pubbliche italiane, su questo versante, siamo ancora all'anno zero, con l'aggravante di essere costretti ad assistere a lotte intestine per la mera spartizione dell'esiguo fondo dell'istituzione scolastica, disperso annualmente su di una manciata di inutili progetti, calati dall'alto, messi in campo più per arrotondare i magri stipendi del personale che per rispondere a specifiche esigenze culturali degli studenti, in armonia col piano dell'offerta formativa.


Gennaro Capodanno
Componente RSU - ITI " Striano" Napoli



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