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Guido Rossi: attenti, la sicurezza non vinca sulla libertà
Corriere della Sera - 14-07-2005
Chi mette le bombe vuole uno Stato di terrore che controlla tutti. No alle intercettazioni preventive di Pisanu

MILANO - Professore, Pisanu dice che "non possiamo limitare le libertà dei cittadini per combattere i nemici della libertà"... "E meno male... ".
...Però propone di dare all' intelligence strumenti insostituibili come le intercettazioni preventive, senza cioè che l'intercettato sia indagato, e l'accesso alle banche dati dei gestori telefonici.

"Ma siamo matti? Finisce che questi fra un po' vanno nelle librerie a chiedere i tabulati come voleva fare l'Fbi! Eh no, allora c'è una contraddizione evidente tra le dichiarazioni di principio a difesa dello Stato di diritto e l'introduzione subdola d'una legislazione d'emergenza".

Nello studio della sua casa milanese, fra quattro pareti ricoperte di libri, Guido Rossi spalanca gli occhi e sillaba: "Non dobbiamo mollare, mai. La difesa dei diritti umani fino in fondo, privacy compresa, è l'unico modo che abbiamo di combattere i terroristi. Perché quello che il terrorismo vuole è proprio uno Stato di terrore in cui si spiano computer e telefoni e si controllano tutti".
Il giurista, già presidente della Consob e padre della legislazione Antitrust, sfoglia bozze e appunti del libro che pubblicherà per Adelphi in ottobre, Il gioco delle regole , seguito ideale di quel Conflitto epidemico che denunciava il cancro del conflitto di interessi nel mercato globalizzato.

"Anche questo terrorismo è un effetto negativo della globalizzazione. E sarebbe una tragedia applicare regole sbagliate per combattere un fenomeno che è già abbastanza tragico di suo".

Sbagliate in che senso?

"Un grande avvocato come Alan Dershowitz, da sempre difensore dei diritti umani, a proposito di Guantanamo arrivò a sostenere che la tortura, in casi limitati, si poteva accettare. E come no: un po' di tortura, un po' di controlli, e alla fine i terroristi avranno vinto. Perché i famosi valori dell'Occidente sono quei diritti sanciti dalla Rivoluzione francese".

E allora?

"E allora l'essenziale sta in quello che scriveva il filosofo Roland Dworkin ne Il terrore e l'attacco alle libertà civili del 2003: è sbagliato e pericoloso ritenere che la sicurezza del cittadino sia il principio prevalente che assorbe ogni altro diritto umano. Parliamoci chiaro, non sono forse i regimi totalitari a sbandierare la sicurezza? La maggiore sicurezza uccide la libertà, ed è uno scambio che non possiamo fare".

Proprio oggi il Consiglio straordinario giustizia e affari interni della Ue discuterà proposte come quella del ministro dell'interno inglese Clarke sulla registrazione degli ingressi Internet e delle e-mail...

"C'è sempre il rischio che gli esecutivi delle democrazie avanzate abbiano la tentazione di fare come l'amministrazione Bush con il Patriot Act del 13 novembre 2001. Il paradosso è che in questa fase i diritti umani sono calpestati sia dagli atti di terrorismo sia dalla lotta che i Paesi civili gli hanno scatenato contro. Il Patriot Act è inaccettabile perché attaccava diritti fondamentali come la libertà, il giusto processo per i prigionieri di Guantanamo, l' habeas corpus . Si chiedevano poteri straordinari... ".

Il Congresso ha però appena bocciato il potere dell'Fbi di accedere alle banche dati di biblioteche e librerie...

"Per forza, c'è stata una rivolta generale. E grazie a Dio ci sono i giudici ad arginare l'esecutivo, con tre sentenze del giugno 2004 la Corte suprema ha affermato alcuni principi fondamentali: la sola risposta al terrorismo è lo Stato di diritto; il cittadino straniero deve essere trattato con le stesse garanzie offerte dal tuo diritto; è fondamentale la divisione dei poteri che limita l'arbitrio del governo; e infine la Costituzione, il diritto internazionale e la Convenzione di Ginevra sono il quadro entro il quale condurre la lotta al terrorismo".

Lei stesso, però, ha ripetuto che le vecchie regole ora non valgono più, no?

"E certo. Si parla di "guerra" ma in realtà il terrorismo, come derivato violento della globalizzazione, sfugge al vecchio diritto bellico degli Stati-nazione che prevedeva un inizio e una fine della guerra. Qui non c'è inizio formale, non c'è fine, non c'è uno Stato che si possa identificare con il nemico terrorista, e infatti la guerra in Iraq non aveva senso... Allo stesso modo, il terrorismo non ha disciplina neanche nel diritto penale interno".

E Violante, che suggeriva di fare tesoro della lotta al terrorismo negli anni Settanta?

"Fa un discorso assolutamente sbagliato. Allora si è combattuto senza una rottura delle regole fondamentali della convivenza civile, ci furono delle leggi speciali ma erano niente rispetto al Patriot Act . Il terrorismo islamico, insomma, non c'entra niente con quello interno agli Stati, è radicalmente diverso dalle Br, l'Ira, l'Eta... ".

Ma allora che si fa? Giuliano Amato diceva che le leggi che già ci sono bastano.

"Ha ragione, non c'è altro da fare. Bisogna guardarsi dal pericolo che Carl Schmitt, nel Nomos della Terra , faceva risalire alla fine del XIX secolo: il futuro nomos , la nuova "legge" fondamentale, diceva, non potrà essere scambiata con la proliferazione delle leggi. Purtroppo è quello che accade: siamo sottoposti ad alluvioni legislative, si moltiplicano le norme sperando che serva a qualcosa, e non serve a un bel niente".

Quindi?

"Nelle leggi che ci sono bisogna tener fermo, per così dire, un nomos pregiuridico di valori, quei diritti umani che fondano la nostra civiltà e si rintracciano anche nelle principali tradizioni religiose. Altro che scontro di civiltà. Guardi, le direi che dobbiamo avere come riferimento l'ideale di legalità cosmopolita che Kant tracciava nello scritto Sulla pace perpetua ".

Le diranno che il suo è un discorso da anime belle...

"Storie, è l'unico possibile. Sono quelli che si mostrano "duri" a essere discorsi falsi che mirano alla repressione dei valori fondamentali della democrazia. C'è una bellissima sentenza di Aaron Barak, presidente della Corte suprema di Israele, sull'inapplicabilità della tortura. Il 6 settembre '99 quel giudice ha scritto: "Qualche volta la democrazia deve combattere con un braccio legato dietro la schiena; nonostante questo, c'è un altro braccio che può alzare ed è il braccio che difende le regole della legge e il riconoscimento delle libertà civili individuali; soltanto questo costituisce la sicurezza che tanto si invoca quando si pratica la tortura e, alla fine del giorno, la forza e lo spirito di questo concetto di democrazia faranno in modo che anche queste difficoltà vengano risolte"".

Gian Guido Vecchi

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 Dal Corriere della Sera    - 13-07-2005
Lettera aperta ai musulmani e musulmane

Dal popolo della pace solidarietà ai musulmani e alle musulmane d'Italia: le bombe hanno colpito anche voi

Una lettera di solidarietà indirizzata "ai musulmani e alle musulmane in Italia" è stata inviata oggi da quaranta esponenti delle associazioni che componevano il comitato "Fermiamo la Guerra", promotore delle manifestazioni "milionarie" contro la guerra all'Iraq del 15 febbraio 2003 e del 20 marzo 2004.
"Pensiamo che le bombe di Londra colpiscano anche voi" - dicono i firmatari, che si dichiarano "scandalizzati che alcuni giornali definiscano 'islamico' il terrorismo" e propongono una collaborazione con il popolo della pace per evitare lo "scontro di civiltà".
La lettera è stata inviata al Centro Culturale Islamico della Moschea di Roma, all'Unione delle Comunità Islamiche in Italia (UCOII), al Centro islamico Culturale d'Italia, al COREIS e nei prossimi giorni verrà inviata ad altri organismi e a tutte le moschee italiane.
Ulteriori adesioni alla "lettera di solidarietà ai musulmani e alle musulmane che vivono in Italia" si raccolgono su www.unponteper.it/lettera

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Cari amici, care amiche,

vi scriviamo, pensiamo, a nome di milioni di persone, di quei milioni di uomini e donne che nel nostro paese si sono opposti e si oppongono alla guerra.
Vi scriviamo per offrire la nostra solidarietà dopo il terribile attentato di Londra.
Pensiamo che queste bombe colpiscano anche voi.
Vi hanno colpiti perchè tra le vittime delle bombe ci sono cittadini britannici di religione musulmana.
Vi colpiscono perché chi le ha messe ha utilizzato, infangandola, la religione in cui credete.
Vi colpiranno, perché faranno crescere il razzismo e la xenofobia, anche tra la gente comune, nel nostro paese.
Siamo scandalizzati che alcuni giornali e commentatori politici continuino a definire terrorismo "islamico" un'azione che offende l'umanità che la vostra religione esprime.
Siamo preoccupati per il fatto che questo attentato viene preso a giustificazione per continuare le guerre che colpiscono vostri correligionari, per giustificare la repressione di chi nei vostri paesi si oppone a governi dispotici.
Vi offriamo la nostra solidarietà, come sempre abbiamo fatto, anche per le tante vittime delle guerre che attraversano i vostri territori.
Non sono guerre fatte in nostro nome, come le bombe di Londra, sappiamo, non sono in vostro nome.
Non permettiamo che i signori della guerra e del terrore trascinino il mondo in quello che loro chiamano "scontro di civiltà"!
Questo può e deve essere evitato, lo possiamo fare insieme.

Un saluto fraterno dal "popolo della pace".