I cappellani delle carceri minorili contro il ddl Castelli.
Anticipazioni del documento
Sarà presentato in un incontro pubblico, venerdì 12 aprile 2002, alle ore 11.00 alla Fondazione Lazzati in Largo Corsia dei Servi, 4 a Milano
"Castelli per i minori", un documento che intende riflettere sui punti principali del disegno di legge “Modifiche alla composizione ed alle competenze del Tribunale per i minorenni in materia penale”, proposto dal ministro Castelli e approvato dal Consiglio dei Ministri il 1 marzo scorso.
L'iniziativa è di un ampio raggruppamento di associazioni di volontariato e di gruppi, soprattutto di matrice cattolica, che operano negli istituti penali per i minorenni e con i minori devianti: gruppi che, si legge nella presentazione dell'incontro, sono rimasti "sorpresi e colpiti dalla lettura di alcune misure indicate nel disegno di legge". Interverranno sul tema Don Gino Rigoldi, cappellano dell’Istituto penale per minorenni “C. Beccaria” di Milano, Luciano Eusebi, professore ordinario di Diritto penale all'Università Cattolica di Piacenza, Walter Izzo, vice presidente di Compagnia delle Opere Non profit, Mirella Bocchini, presidente dell'associazione "Incontro e presenza", don Virginio Colmegna, direttore di Caritas Ambrosiana.
"Il documento - spiega Luca Massari, di Caritas Ambrosiana - enuncia le gravi perplessità di queste associazioni verso la proposta Castelli. Il nostro 'stupore' parte già dalla relazione introduttiva là dove parla di 'capacità di delinquere già pressoché adulta e da trattare come tale' per ragazzi di 16 anni, l'esatto contrario di quanto affermano gli esperti, la letteratura e lo stesso senso comune".
Ma i punti caldi riguardano anche il contenuto del ddl: "Nello stesso modo - incalza Mirella Bocchini di "Incontro e presenza" (associazione che tra l'altro opera con 10 volontari nell'istituto minorile Beccaria) – non possiamo che essere contrari al trasferimento (
quasi automatico salvo ragioni particolari, ndr ) di chi compie 18 anni nelle carceri per adulti. Sarebbe un disastro, sia per il trauma causato dall'ambiente, sia perché il minore non ci metterebbe molto a diventare, per poter sopravvivere, 'il garzone e poi l'apprendista della criminalità adulta'.
Un provvedimento che contraddice la nostra Costituzione e la Carta dei diritti del fanciullo".
Anche l'istituto della "messa alla prova" viene toccato dal ddl. Luca Massari lo difende: "Le associazioni sottolineano l'esigenza di una sua più efficace applicazione. Ma non siamo d'accordo sul suo accantonamento proprio per i reati più gravi: bisogna valorizzarlo, con maggiori strumenti e più personale".
"In generale - dice ancora Bocchini - non ci piace la proposta di aumentare i tempi di carcerazione. Noi crediamo sarebbe meglio invece incrementare il personale educativo negli istituti minorili, il sostegno alle famiglie e dare una maggiore attenzione alla crescita umana dei minori".
Conclude Massari: "Il quadro complessivo preoccupa perché sembra che si contrapponga l'interesse di tutti alla sicurezza con l'interesse, altrettanto generale, che i minori vadano educati anche quando sbagliano".
Hanno finora aderito all'appello: Cappellani delle carceri per i minorenni, Cappellani delle carceri della Lombardia, Caritas Ambrosiana, Coordinamento nazionale comunità di accoglienza, Compagnia delle Opere non profit, Conferenza nazionale volontariato e giustizia della Lombardia.
Informazioni:
Caritas Ambrosiana, Segreteria Carcere - Luca Massari 02-76037254