Anna Pizzuti - 03-07-2005 |
Leggendo l’articolo 3 del decreto 115 riportato da Grazia la mia attenzione è stata subito attirata da questo passaggio: “La partecipazione obbligatoria ai corsi di formazione in servizio del personale docente …… è estesa alle altre esigenze di formazione in servizio del personale docente, derivanti da modifiche di ordinamenti o da modifiche delle classi di concorso.” Il quale, a sua volta, mi ha rimandato al misterioso articolo 31 del decreto sul secondo ciclo, articolo che riporto: Articolo 31(Norma finale) Gli interventi di riconversione del personale docente, eventualmente necessari, anche al fine di trasferimenti in altri comparti della pubblica amministrazione, saranno programmati dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro per la funzione pubblica. E’ un gioco non nuovo: mentre c’è una sua “pensata” poco chiara nel contenuto ed altrettanto incerta nel destino (e mi riferisco al decreto sul secondo ciclo) che giace su qualche tavolo del MIUR, il ministro, approfittando di tutte le porte che le si aprono, crea puntelli o mette paletti che, in un movimento a spirale, ne autogiustificano l’esistenza. Di tutte le intese o pareri o comunque proposte che facciano capire come sarà il secondo canale (la stessa conferenza unificata, organismo da cui tutti ci aspettiamo di conoscere il nostro destino, visto il ruolo che le assegna il decreto e che si è riunita il 30 giugno non aveva all’ ordine del giorno nulla che riguardasse la scuola) non ne è arrivato ancora nessuno, tranne qualche iniziativa, come, ad esempio, quella della regione Toscana o quella dell’amministrazione provinciale di Milano. Di ufficiale ancora nulla, quindi, però ci si prepara a quello che tutti temono e che nessuno ha il coraggio di smentire ufficialmente, cioè alla grande quantità di posti di lavoro che la riforma farà perdere o alle riconversioni di ruolo alle quali porterà. Situazione drammatica ma assolutamente non seria, se pensiamo che un articolo di legge che dovrebbe portare alle assunzioni, fa pensare ad ipotesi inquietanti di licenziamenti oltre che a fare da sponda all’articolo di un decreto che preannuncia riconversioni, mentre in qualche altro suo punto parla di conferma degli organici. |
gp - 04-07-2005 |
In merito all’intervento di Anna (ri)propongo - per comprendere meglio la "genesi" e le dinamiche, anche giuridico/contrattuali, della situazione in atto nella scuola - la lettura di una, vecchia, nota di Antimo Di Geronimo pubblicata su La Stampa di Torino del 10 novembre 2003 che mi sembra molto attuale ... e poco conosciuta. Chi, oggi, "casca dalle nuvole" fingendo di non sapere è un ingenuo o, peggio, in malafede. P.S.: per la cronaca comunico che il decreto legislativo n. 165/01 - ovvero l'ultimo provvedimento normativo di un certo rilievo varato dal centrosinistra - rappresenta la "summa" (è formulato sotto forma di Testo Unico) di tutte le leggi varate (1990/2001) in regime di "concertazione", ovvero con il "placet", delle parti sociali. Norme recepite anche nei contratti collettivi nazionali del pubblico impiego che - per ironia della sorte - sono applicate in chiave liberista - dal centrodestra. Esuberi, no alla mobilità intercompartimentale I docenti inidonei all’insegnamento e gli insegnanti soprannumerari appartenenti a classi di concorso in esubero non potranno essere assorbiti in altri comparti della pubblica amministrazione. E’ quanto è emerso in un incontro tra i rappresentanti dell’amministrazione scolastica e dei sindacati della scuola il 5 novembre scorso. L’indisponibilità di posti, per assorbire gli esuberi di personale, è stata rilevata dal Ministero della funzione pubblica con una nota inviata al Dicastero dell’istruzione nel mese di aprile, che, però, è stata resa nota ai sindacati solo in occasione della riunione del 5 novembre. Si tratta di una dato allarmante per i 5 mila docenti inidonei all’insegnamento, attualmente occupati presso l’amministrazione scolastica con altre mansioni. Così come pure per i 7mila docenti appartenenti a classi di concorso in esubero, individuati coma tali lo scorso anno. E il dato è destinato a salire. Il riempimento a 18 ore delle cattedre delle secondarie, disposto dalla Finanziaria dello scorso anno, ha prodotto, infatti, diverse migliaia di nuovi esuberi, che, difficilmente, potranno essere riassorbiti con la riconversione professionale. Per non parlare della forte riduzione del fabbisogno di docenti che farà seguito all’entrata a regime della riforma Moratti, che prevede una riduzione generalizzata del tempo scuola. Per i docenti in esubero, che non sarà possibile riassorbire, dunque, si applicheranno le regole sui licenziamenti collettivi previste dal decreto legislativo 165/2001. Licenziamenti che, peraltro, non saranno automatici. Prima di arrivare alla risoluzione del rapporto di lavoro, i docenti interessati saranno obbligati a frequentare corsi di riconversione professionale, il cui finanziamento è stato già previsto nel disegno di legge finanziaria di quest’anno. Dopo la riconversione si tenterà la ricollocazione in altri insegnamenti e se ciò non sarà possibile, scatterà la messa in disponibilità per 24 mesi a stipendio ridotto e, infine, il licenziamento. In linea meramente teorica, il decreto 165 prevede anche la mobilità intercompartimentale. Ipotesi questa, che non potrà essere posta in atto, proprio a causa della indisponibilità di posti negli altri comparti dell’amministrazione. |
da Tuttoscuola - 05-07-2005 |
Secondo ciclo. 'La conferma degli organici non è una garanzia ma un blocco' Nello schema di decreto legislativo per il secondo ciclo, approvato dal Consiglio dei ministri il 27 maggio scorso e trasmesso alla Conferenza unificata per il prescritto parere, vi è una norma transitoria (art. 27) che prevede: "Al fine di assicurare il passaggio graduale al nuovo ordinamento, per l'anno scolastico 2006/2007 e fino alla messa a regime del sistema dei licei, decorrente dall'anno scolastico 2010/2011, la consistenza numerica della dotazione dell'organico di diritto del personale docente resta confermata nelle quantità complessivamente determinate per l'anno scolastico 2005/2006". Quella conferma degli organici, affermava nel comunicato stampa il Miur all’indomani dell’approvazione dello schema di decreto, è una garanzia. Altro che garanzia, tuona ora la Cisl-scuola, dopo aver analizzato attentamente il decreto legge 30 giugno 2005 n. 115 per l’immissione in ruolo dei precari, e dopo aver ricercato inutilmente prospettive rassicuranti per i piani di assunzione dei prossimi anni. Quella conferma non è affatto una "garanzia" bensì un "blocco" a qualsiasi prevedibile esigenza di espansione del sistema scolastico: crescente presenza di alunni stranieri, lotta all'evasione, alla dispersione, ecc.. Senza contare gli effetti dell’aumento di popolazione scolastica per l’innalzamento dell’obbligo (diritto-dovere) per una durata complessiva di almeno 12 anni. Per la Cisl-scuola anche "la revisione delle classi di concorso prefigura evidenti obiettivi di razionalizzazione del sistema attraverso un impoverimento degli insegnamenti e conseguenti tagli di organici". |