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Costruiamo insieme la Biblioteca che non c'è
Repubblica Bari - 25-06-2005
Ho fatto un sogno: sono stato in una biblioteca che è il luogo di incontro della sua città. Una biblioteca senza porte e senza tavoli. Dove la gente gira liberamente, senza quell´aria un po´ impacciata, quasi intimorita che ciascuno di noi (salvo i cosiddetti "topi" di biblioteca) assume quando entra in una biblioteca. Nella biblioteca del mio sogno si può perfino parlare: un lettore può descrivere il libro che sta leggendo a chi gli è seduto vicino, senza che gli altri si girino infastiditi per intimargli il silenzio. C´è un bar, dove ci si ritrova per una pausa, c´è un prato davanti, dove i ragazzi si siedono (o si sdraiano) e chiacchierano. Accanto agli scaffali mobili ad altezza d´uomo ci sono i computer su cui navigare in Internet, i televisori su cui vedersi un film, i ripiani delle riviste.
E poi proposte di lettura: dalle novità ai libri di donne sulle donne, dai fumetti alla poesia, dal design ai romanzi gialli. Il mio sogno l´ho fatto a Pesaro e la biblioteca esiste veramente e si chiama Biblioteca Comunale San Giovanni. È frutto dell´esperienza delle più avanzate biblioteche del mondo, specie nel Nord Europa e negli Stati Uniti. Un´esperienza che non contraddice la tradizione della biblioteca - luogo di conservazione e di studio - ma che fa un passo in avanti e la vede sempre più come luogo sociale. Il luogo di incontro della città, per l´appunto. Alla biblioteca S. Giovanni vanno i bambini con i genitori e i nonni a farsi leggere i libri illustrati, gli adolescenti a sentire musica e vedere film, gli adulti a leggere e magari discutere su un tema di attualità. Non c´è formalità d´ingresso e ciascuno può portarsi a casa fino a 18 oggetti tra libri, CD, DVD, riviste, ecc.
Alla biblioteca S. Giovanni - insomma - il rapporto tra il lettore e il libro passa anche attraverso il rapporto tra lettori. La biblioteca S. Giovanni dunque non è un sogno. Ma sembra che lo sia quando lo si paragona alla condizione delle biblioteche nella maggior parte del territorio italiano: poche e soprattutto povere, di mezzi e di persone.
Se qualche regione del Nord ha un rapporto tra biblioteche, patrimonio librario e utenti vicino alle medie europee, nel resto d´Italia la situazione è ben diversa, nel Sud (salvo eccezioni) semplicemente disastrosa: in Piemonte c´è lo stesso numero di biblioteche che si trovano in Sicilia e in Sardegna insieme. In Lombardia secondo l´ultimo rapporto dell´Associazione Editori, troviamo addirittura un centinaio di biblioteche in più di quelle collocate in ben sei regioni del Sud, calcolate insieme: Calabria, Basilicata, Puglia, Campania, Molise, Abruzzo...
La Puglia non fa purtroppo eccezione. E uno dei capitoli più dolenti è quello degli orari, spesso risicati e raramente coincidenti con le possibilità di chi ha un lavoro.
D´altra parte (di nuovo salvo qualche lodevole eccezione) le nostre istituzioni - nazionali e locali - e la nostra classe di governo hanno trattato le biblioteche come un lusso, un prezzo da pagare malvolentieri a una petulante minoranza di colti. Dunque non stupisce molto che perfino a una struttura nuova di zecca come la Biblioteca Provinciale di Bari non sia stata data la dotazione di personale sufficiente a coprire l´orario pieno d´estate (dell´orario serale naturalmente neanche a parlarne). E questo, si badi, nonostante della Biblioteca di Bari si sia molto parlato quest´anno, e bene, grazie alle tante iniziative di qualità promosse dalla sua direttrice, Emanuela Angiuli. Evidentemente occorre porre il problema in termini generali e dire con chiarezza che quella delle biblioteche è una battaglia culturale che riguarda tutta intera la nostra società. Ci vuole un cambio di mentalità. Bisogna pensare che la biblioteca - ogni biblioteca - può essere come la S. Giovanni di Pesaro. E questo non è un lusso ma un diritto dei cittadini. Un diritto che tra l´altro costa molto poco, infinitamente meno di quanto non costino ad esempio una struttura come uno stadio di calcio, pur producendo infinitamente di più per la crescita sociale ed economica, oltre che culturale del paese.

Vogliamo ragionare su questi temi insieme ai tanti bravi bibliotecari che ci sono in Puglia, e con i migliori bibliotecari italiani? Noi dei Presìdi siamo pronti a fare la nostra parte: ci piacerebbe organizzare entro l´anno un grande incontro pubblico sulle biblioteche, sulla loro funzione e sul rapporto prezioso che possono avere con la nostra collettività tutta intera. Sono disponibili a promuoverlo insieme a noi la Regione, la Provincia, il Comune, l´Università e gli intellettuali ma anche la Confindustria e le forze economiche più vive sul nostro territorio?

Giuseppe Laterza
(L´autore è presidente dell´associazione Presìdi del libro e della omonima casa editrice)

Sul tema si veda anche questa altra pagina di Fuoriregistro.

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