Riparte la protesta
per la nuova scuola
VENEZIA. Il gruppo consiliare dei Comunisti Italiani ha presentato a Palazzo Ferro Fini il convegno nazionale che si terrà giovedì alla Camera del Lavoro di Milano sul tema dei buoni scuola e della controriforma avviata dal ministro Moratti (nella foto). Un'occasione, è stato detto, per prendere una posizione molto rigida sui due provvedimenti.
«Li consideriamo come fattori che sovvertono il sistema scolastico italiano - ha detto l'onorevole Piergiorgio Bergonzi, responsabile scuola per il Pdci - A mio avviso si tratta di provvedimenti gravissimi che segnano una svolta storica in negativo e in netta controtendenza rispetto al diritto all'istruzione sviluppato dall'unità d'Italia ad oggi. Basti pensare all'abbassamento dell'età dell'obbligo scolastico da 15 a 13 anni e mezzo. I giovani dovranno scegliere se proseguire a studiare o dedicarsi alla formazione professionale, con il rischio che le generazioni future ne risentano a livello culturale e anche di capacità ulteriori in campo lavorativo. Qui non si riconosce un diritto, lo si toglie».
«Il governo ha già fatto scelte dannose al sistema scolastico - ha aggiunto Bergonzi - dal taglio dei docenti alle azioni che favoriscono le scuole private con fondi poco chiari e favori agli insegnanti del settore. Una cornice che nega l'istruzione rispetto a quanto fatto finora».
E contro la riforma, tornano anche i fazzoletti bianchi. Annodati al braccio, alla borsa, alla cartella: comunque evidenti, per segnalare la propria ferma critica alla legge di riforma della scuola del ministro Moratti. L'invito viene da varie associazioni di insegnanti, tra le quali Fuoriregistro, Edscuola e Didaweb; le date della protesta sono il 22 e 23 aprile. Le associazioni hanno inviato via e-mail oltre centomila copie di un appello al Parlamento in cui si chiede il ritiro della legge delega sulla scuola.