da Peacereporter - 29-05-2005 |
My name is Clementina In un video Clementina appare in buona salute. E prova ai servizi e alle autorità italiane che la trattativa va avanti Un video con Clementina Cantoni è stato trasmesso questa mattina dall'emittente televisiva Tolo Tv. La cooperante italiana rapita in Afghanistan appare in buona salute e parla in inglese. "Oggi è sabato 28 maggio", dice la ragazza. Dietro a lei si vedono due uomini armati e con il volto coperto. Nel video, trasmesso poco fa dall'emittente afgana Tolo Tv, non viene fatta alcuna richiesta. Clementina parla in inglese, e si mostra in buona salute. Tolo Tv è la televisione afghana in cui lavorava la conduttrice Shaima Razayee, uccisa la scorsa settimana. Clementina Cantoni, era stata rapita nella serata di lunedì 16 maggio nella capitale afghana Kabul. La Cantoni lavora per l'organizzazione non governativa Care International, per cui si occupa di un progetto di assistenza alle vedove afghane. Il rapimento era avvenuto nel quartiere di Shahr-e-Naw a Kabul alle 21 ora locale, le 17:30 in Italia, a opera di quattro uomini armati che hanno costretto la donna a salire su una Toyota Sedan bianca. I rapitori farebbero parte di una banda di delinquenti comuni ma molto potente e in qualche modo legata alla vita politica e militare afgana. Quello che è certo è che le trattative vanno per le lunghe. Il governo afgano ha anche accusato l'Italia di interferire nelle trattative per la liberazione della cooperante."L'ambasciata italiana, senza informarci, ha stabilito contatti con i presunti sequestratori - ha detto il portavoce del ministero dell'Interno afgano, Latfullah Mashal -. Noi riteniamo che questo genere di contatti non sia utile per il negoziato e il rilascio di Clementina". Secondo Kabul, ha proseguito Mashal, le trattative "dovrebbero avvenire attraverso un solo canale, sul versante afgano". Proprio per queste differenze di veduta sulla gestione della trattativa aveva portato le autorità afgane ad effettuare il fermo di una donna afgana, che alcuni avevano indicato come una mediatrice tra la banda e altri invece ritengono essere la madre di Timur Shah, il bandito che in queste settimane ha sempre gestito la trattativa con le autorità. Proprio la liberazione della madre di Timur Shah, oltre al pagamento di denaro e alla liberazione di altri componenti della banda oggi in carcere, è al centro della trattativa per la liberazione di Clementina. Nelle ultime settimane in Afghanistan, che si appresta a compiere i ventisei anni di guerra, si è registrato un aumento della tensione e degli episodi di violenza. Nei primi giorni di maggio proprio Care International, l'organizzazione per cui lavora la Cantoni, ha diffuso un rapporto in cui si denuncia che "l'escalation di violenza nel paese compromette la capacità degli operatori umanitari di distribuire aiuti e di portare avanti i progetti di sviluppo in Afghanistan". Maso Notarianni |
Patrizia Masini - 29-05-2005 |
E' VERO, ME LO CHIEDEVO ANCH'IO COME MAI PER QUESTA GIOVANE DONNA SEMBRA CHE NESSUNO SI MUOVA. IO HO AVUTO L'IMPRESSIONE CHE NON FOSSE ABBASTANZA SOSTENUTA DALLA REAZIONE DELLA STAMPA IMPEGNATA COME IL MANIFESTO O DALL'INTERVENTO POLITICO NON TANTO QUALIFICATO A SINISTRA COME AVVENNE PER LE DUE SIMONE. PECCATO PERCHE' LA SOLIDARIETA FRA DONNE SPECIALMENTE NON DOVREBBE AVERE TANTI COLORI NE TANTE CORRENTI. MI è PIACIUTO MOLTO L'ARTICOLO SCRITTO CON GARBO E PASSIONE. |
da Centomovimenti - 30-05-2005 |
Vietato trasmettere il video di Clementina. Il Cdr del Tg3 insorge "Scandaloso quello che sta accadendo in questi momenti alla Rai". Lo ha scritto ieri in un comunicato il Comitato di redazione del Tg3, che ha protestato duramente dopo che i vertici della tv pubblica hanno vietato al telegiornale della terza rete di interrompere la trasmissione "Telecamere" per mandare in onda il video diffuso dai rapitori di Clementina Cantoni, nel quale viene mostrata la giovane italiana sequestrata in Afghanistan lo scorso 16 maggio. "Dopo giorni di angoscia per la sorte di Clementina Cantoni, è arrivata improvvisa la notizia di un video con l'appello della volontaria italiana - si legge nella nota del Cdr - alle 12.09 il video è passato sui circuiti internazionali ma noi del Tg3 non abbiamo potuto trasmetterlo. Inutili le trattative del direttore con l'azienda. Impossibile, gli è stato risposto, interrompere la puntata registrata di Telecamere che stava andando in quel momento in onda. Solo a trasmissione finita, solo alle 12.40, Clementina può apparire in video". I giornalisti hanno detto di essersi sentiti "ancora una volta mortificati". "Altre televisioni hanno potuto trasmettere il video prima di noi e la Rai, che ha dei doveri verso i cittadini di questo Paese, ancora una volta è rimasta inerte - si legge ancora nel comunicato - ma di quale servizio pubblico stiamo parlando? Che cos'è per i vertici aziendali l'osservanza del contratto di servizio a cui ci dobbiamo tutti indistintamente attenere? |
ilaria ricciotti - 05-06-2005 |
Come mai il comportamento di una parte del popolo italiano, sensibile e contro la guerra non è lo stesso di quello assunto nei confronti di Giuliana? Forse sono due donne che meritano trattamenti diversi? Comunque, a parte questa osservazione di cui ognuno risponderà alla propria coscienza, non dimentichiamoci che ci sono oltre a Clementina altri ostaggi in mano a questi criminali. Ed ancora non ci dimentichiamo che i criminali di Enzo e Calipari sono impuniti. Di Enzo addirittura non è stato ancora ritrovato il corpo. Che nefandezze!!!!!! Questa guerra, come le altre guerre hanno evidenziato fin dove può arrivare la meschinità, l'arroganza e la cattiveria di certi individui, ancora chiamati uomini. |
ilaria ricciotti - 05-06-2005 |
Esprimo la mia piena solidarietà ai giornalisti del TG3 Rai che come sempre debbono lottare con una controparte di parte, che fa oggi più di ieri ad accettare che si trasmetta la verità. Il Tg3 è un TG con professionisti responsabili e liberi che non sono disposti ad ubbidire al padrone di turno, nè a strisciare come altri per ottenere privilegi o mantenere il loro posto di lavoro. Sono uomini e donne con cui mi sono sempre sentita in perfetta sintonia. Sono il fiore all'occhiello di questa RAI che cerca ancora di mantenere a galla un sistema di parte voluto da pochi, ma respinto da molti. |