Per un sindacalismo di base
Coordinamento Nazionale delle Rsu - 16-05-2005
Il nuovo orario di lavoro .. ed altre cose ancora
Mentre i salari continuano a diminuire e la precarietà lavorativa aumenta, i sindacati aprono alla direttiva europea che aumenta l'orario di lavoro e lo sfruttamento


Ritorna la concertazione - La Cgil sceglie l'accordo con Cisl e Uil e riapre senza indugi alla nuova e peggiore concertazione. Lavoro e Società, coerentemente con la scelta di un congresso unitario si adegua e sparisce definitivamente sciogliendosi nella maggioranza della Cgil.

Ed i lavoratori ? Non sanno nulla ovviamente - Neppure una assemblea, altro che democrazia, diritto di voto e referendum. Si decide sulle loro teste in nome delle politiche di sostegno al profitto ed alla produttività

Dopo la truffa sul TFR, l'ennesima fregatura sull'orario un'altro motivo in più per costruire da basso un documento alternativo al prossimo congresso CGIL

Nel Settembre 2004 viene presentata la proposta di direttiva del Parlamento Europeo recante modifica della direttiva 2003/88 concernente "taluni aspetti dell'organizzazione dell'orario di lavoro".

Cosa dice la direttiva? - Praticamente che l'orario di lavoro va conteggiato su base annua e non più settimanale, [1] che si può lavorare su settimane di 48 ore per 12 mesi, che l'orario individuale (contrattabile individualmente) può subire deroghe fino ad arrivare a 65 ore settimanali, che il lavoro in regime di reperibilità non entra nel conteggio ai fini del limite della prestazione normale dovuta al padrone ecc. ecc.

Il sogno dei padroni - Il moto perpetuo, il lavoro fino al limite della sostenibilità fisica di una persona, giorno e notte, come e quanto servirà, senza intoppi o noiose contrattazioni.

Contro questa Direttiva, il Sindacato Europeo aveva sollevato una serie di obiezioni impegnandosi a presentare emendamenti in sede di dibattito parlamentare. La Fiom, in particolare si era spinta oltre, chiedendo giustamente a tutta la Cgil una iniziativa per annullare completamente la direttiva (vedi comunicato della Segreteria nazionale della Fiom del 27 ottobre 2004).

A distanza di mesi, il bisogno (quasi fisico) di tornare a concertare, ha portato Cgil Cisl e Uil a rivedere le proprie posizioni ed in una lettera inviata ai Parlamentari Italiani lo scorso 4 maggio, aprono inspiegabilmente e pericolosamente sui contenuti della direttiva Europea in cambio di un riconoscimento di ruolo negoziale.

Molto meglio di quanto potremmo fare noi, è la Fiom (per fortuna c'è ancora la Fiom) che nel suo comunicato del 9 maggio scorso smaschera con estrema precisione tutta l'assurdità delle aperture di Cgil Cisl e Uil e ne dimostra le conseguenze nefaste che ciò avrà, sia sulle condizioni di lavoro che su quella tenuta contrattuale che la Cgil continua a dichiarare di voler difendere contro gli attacchi di Confindustria.

Ma un duro monito a tutto il sindacalismo Europeo viene anche dal sindacalista Belga Georges Debunne, fondatore ed ex Presidente della Confederazione Europea dei Sindacati (CES) che condanna l'atteggiamento sindacale, prevalentemente favorevole ad una Costituzione Europea che permette la messa in campo di delibere che aumentano l'orario di lavoro fino a 65 ore settimanali.

Ma tant'è........ Ora c'è Montezemolo e la Confindustria è tornata a parlare con i Sindacati e pure con fare gentile e modi squisiti. Come negargli quindi una apertura che permetta alle sue aziende di stropicciare ancora un poco di più i lavoratori facendoli lavorare qualche ora di più la settimana. E poi c'è la possibilità di un ritorno del centro sinistra al Governo. Come negargli la possibilità di incamerare un solido contributo alla ripresa della produttività che come centro sinistra sarebbe più complicato proporre dalle posizioni di Governo senza rischiare di passare per antipopolare. Lasciamo al centro destra l'onere della responsabilità (atteggiamento non dissimile a quello tenuto in materia di mercato del lavoro e pensioni).
Passata la nottata (e la paura di una tenuta del blocco sociale di centro destra) si torna finalmente a concertare ... ed alla grande.

Ma quello che sta succedendo ci dice anche qualcosa d'altro.

Dovè finita "Lavoro e Società" ? Notiamo con preoccupazione (senza sorpresa però) non il solito silenzio (a cui siamo abituati da mesi - aspettiamo ancora una presa di posizione contro il furto del TFR) ma addirittura una calorosa azione di sostegno ad una posizione che di fatto smantella la contrattazione sugli orari di lavoro (già abbondantemente manomessa dalle precedenti tornate contrattuali) e peggiora le condizioni di lavoro aumentando a dismisura la subordinazione della prestazione all'interesse di profitto.

La firma in calce alla lettera inviata dai sindacati ai parlamentari Italiani porta, tra le altre, la firma di G.Paolo Patta (Coordinatore nazionale di Lavoro e Società). Si potrebbe pensare ad uno svarione (uno dei soliti ... chi si ricorda della sua difesa del "Concorsone" nella scuola, che poi è saltato dopo la mobilitazione degli insegnanti?) ma la cosa è più complessa e si lega al progetto che G.Paolo Patta ed il Coordinamento nazionale dell'area (meglio dire "la sua corrente" visto che non tutta l'area esprime identiche posizioni) stanno portando avanti per accreditarsi come elementi di una nuova maggioranza in Cgil.

G.Paolo Patta, potrebbe dire che la sua firma al documento di Cgil Cisl e Uil è stata messa in quanto pienamente concorde sul merito della lettera (ed allora ci deve spiegare cosa ci fa ancora in Lavoro e Società), ma G.Paolo Patta dovrebbe sapere che l'Area "Lavoro e Società" (di cui ancora si definisce il Coordinatore nazionale) ha più volte ribadito che tutte le posizioni sindacali in merito alle scelte contrattuali devono prima essere sottoposte al voto dei lavoratori. O forse ritiene che l'orario di lavoro e la durata della giornata lavorativa non siano cose che interessano i lavoratori ? Con che mandato Cgil Cisl e Uil (e Patta in quanto firmatario e responsabile del settore) si sono arrogati il diritto di decidere, senza sentire i diretti interessati, su quanto e come un lavoratore deve stare al lavoro.

La verità è che "Lavoro e Società" non esiste più da un pezzo (almeno nella testa della sua burocrazia). Su ogni questione si fa fatica (e non ci si riesce neppure volendo) a capire quale sia ancora l'originale contributo dell'area alla costruzione di una linea e di una prassi sindacale diversa, e anche in questa occasione ravvisiamo più l'interesse della burocrazia sindacale dell'area a procedere nell'accreditamento (sindacale e politico) verso la maggioranza Cgil e verso il Governo che verrà, che non a portare avanti ed a rappresentare quel bisogno di cambiamento che era il cuore della nostra piattaforma congressuale e del mandato ricevuto dagli iscritti.

Gran parte di questa burocrazia ce la ritroveremo al prossimo congresso Cgil a sostenere la necessità e l'utilità di un documento unitario, partendo dall'idea che la Cgil si sia ormai emancipata dalle tentazioni concertative. Ce la troveremo quindi, ad esempio, a spiegarci che la truffa sul Tfr non è una truffa e che la direttiva Europea sugli orari non è così malaccio come sembra, che la concertazione .. si .... . ma .... . però ... ecc.

Ma è proprio la posizione della Cgil (di G. Paolo Patta compreso) sulla direttiva europea in materia di orario di lavoro che dimostra invece la necessità e l'urgenza di tenere viva, anche nel prossimo congresso la battaglia contro una concertazione che non è mai finita e che rischia di peggiorare nei prossimi mesi anche a causa della discussione ormai avviata sulla revisione del modello contrattuale (questione tanto cara a Montezemolo) e sulle regola della rappresentanza sindacale (questione tanto cara a Pezzotta), di cui nessun lavoratore sa nulla (a proposito di democrazia).

Oggi più che mai serve un documento congressuale alternativo [2] tramite il quale permettere agli iscritti alla Cgil di esprimere la richiesta di un cambiamento radicale della linea sindacale. Serve una nuova sinistra sindacale, liberata ormai da quanti in questi anni ne hanno bloccato l'attività, burocratizzandola e piegandola a loro uso e consumo ai soli fini di acquisire posti negli apparati ed accreditamenti verso la maggioranza della Cgil.

La questione del Tfr e l'apertura sugli orari stanno a dimostrare che tipo di Cgil avremo nei prossimi anni se non sapremo mettere in campo una forte capacità di critica, e se non sapremo coinvolgere gli iscritti, nel prossimo congresso Cgil, a sostegno di una proposta alternativa e diversa di linea sindacale.
Il 28 Aprile, a Roma qualcosa ha cominciato a muoversi. Alla fine di una riunione con oltre 150 delegati e sindacalisti, cinque componenti del direttivo nazionale Cgil hanno redatto un documento base per un confronto sulla prossima scelta congressuale e sulla necessità di riorganizzare in un nuovo processo aggregativo, che parte dal basso, dai terrtori e dalle catgorie, la base organizzativa per una nuova sinistra sindacale in Cgil.

10 maggio 2005

Delegate e delegati che aderiscono al movimento "Per un Coordinamento Nazionale delle Rsu"



Note redazionali

[1] E' quanto già avvenuto nella scuola poiché la riforma Moratti prevede - tra le altre cose - una nuova articolazione oraria - non più settimanale ma annuale - del personale docente. La materia è oggetto di contrattazione tra le parti sociali e non può essere affrontata - con atto unilaterale - dalla sola amministrazione scolastica.

[2] E' la stessa richiesta formulata da alcuni elementi del direttivo provinciale Cgil scuola di Milano ... anche se un dirigente nazionale con queste parole (...)" ma la Cgil è abituata a dissensi ben più rilevanti e, soprattutto, espliciti (28% all'ultimo congresso, circa un terzo del direttivo nazionale in dissenso sul tema concorsone nel 2000, tanto per fare degli esempi!) (...)" irride (o sottavaluta come accadde con il concorsone) il dissenso interno. (Red)


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