I giovani e la lettura
Gianni Mereghetti - 10-05-2005
Secondo una ricerca fatta negli Stati Uniti e amplificata dal Corriere della Sera i giovani non leggono più perché "Tv, Internet e cellulari «spengono» la voglia di leggere", il che è certamente vero, ma in modo parziale. Tv, Internet e cellulari non sono infatti la causa prima di questa grave crisi della lettura nel mondo giovanile, si sono solo inseriti in un vuoto che il mondo adulto - genitori e insegnanti in primis - ha creato, una voragine scavata dalla mancanza di proposta di letture che coinvolgano la vita. I giovani non leggono più perché gli adulti hanno sempre più ridotto la loro proposta. Prima hanno fatto scomparire l'epica, poi i classici, poi i capolavori, sostituendoli con libri di basso livello: è questo che ha portato alla non lettura, che non ci siano stati più libri coinvolgenti, libri che entrassero a capofitto nella vita. Per questo non c'è affatto da spegnere Tv, Internet e cellulari, c'è invece bisogno che un giovane si trovi davanti un genitore o un insegnante per il quale leggere coincida con la passione per la realtà. Ancora una volta non saranno le analisi a salvare il mondo, ma la bellezza e la bellezza è sempre portata da un uomo!
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 Anna Luce Lenzi    - 12-08-2006
Hai ragione, perbacco! Lo dico da insegnante.
I momenti che passano più in fretta sono quelli catturati dall'esposizione di un libro, così, en passant; oppure da due ragazzi che non sono d'accordo nel giudizio su Anna Karenina. Oppure quando si legge in classe Lo scherzuccio di Cechov e all'ultima riga senti dall'ultima fila un acuto "Noooooo!" . Oppure porti un racconto di Platonov e ti chiedono il libro intero.
Le soddisfazioni più inattese, sentirsi dire, magari nell'intervallo, "E' la prima volta che ho letto un libro intero. Posso leggere anche Il Maestro e Margherita?" Oppure: "Ha letto questo, ha letto quello?". "Prof, perché tutti mi dicono di leggere Coelho?" e così via.
Si fa presto a dare la colpa ai giovani: intanto non perdono tempo a difendersi, hanno altro da fare. Per fortuna.
Grazie, Mereghetti: dillo forte!