L'ora delle scelte
Grazia Perrone - 30-04-2005
Il contratto della scuola, relativo al secondo biennio economico, è scaduto dal 31 dicembre 2003. Se non sarà rinnovato entro il 31 dicembre di quest'anno salterà una tornata contrattuale con, indubbi, benefici per il ... "datore di lavoro" (lo Stato). Finora nel rapporto di lavoro di tipo privatistico inaugurato dalla legge 29/93 è accaduto una sola volta: nel biennio economico 1992/93. In quel caso il mancato accordo depauperò (con un'inflazione galoppante che si aggirava intorno al 14%) il cospicuo aumento stipendiale (500mila lire a testa) strappato nelle lotte del biennio '88/'89 [1]. Lotte in cui una cospicua e combattiva minoranza agente di docenti utilizzò - come forma di lotta - lo sciopero degli scrutini ad oltranza. Utilizzando, anche, una intelligente forma di ... "turn over" tra gli scioperanti (per bloccare gli scrutini è sufficiente l'assenza di un solo docente). Oggi questa protesta - grazie agli accordi sottoscritti dalle OOSS con i governi "amici" - è illegale ma ... di fronte all'indecenza della proposta "padronale" di cui si riferisce in questa nota ripresa da l'Unità troveranno il coraggio necessario per chiamare il personale (docente e non docente) ad una mobilitazione degna di questa nome e di passare dalle parole ai fatti? In altre parole - e senza inutili perifrasi - di fronte alla possibilità del blocco contrattuale sono disposti a disattendere le norme contrattuali che hanno sottoscritto e a proclamare lo sciopero degli scrutini ad oltranza?.


[1] L'ulteriore "mazzata" sullo stipendio "principesco" del personale docente - lo dico a beneficio dei colleghi più giovani - derivò dalla stipula del primo contratto (4 agosto 1995) della "scuola azienda" nel quale fu eliminato il meccanismo dello scatto, stipendiale, biennale. A partire da quel momento il potere d'acquisto del personale docente ha subito una strabiliante e inarrestabile discesa ... che continua ancora oggi.

Da l'Unità del 29 aprile 2005

Statali, coro di no contro la «cura» Siniscalco. Uno stop anche da Baccini e Storace

Le risorse per i contratti della sanità e dei dipendenti pubblici riguarderanno la finanziaria 2005, compresi gli arretrati. Parola dell'inedita coppia Storace-Baccini. Sono i due ministri della Casa della Libertà ad affossare l'ipotesi del ministro dell'Economia Siniscalco di rattoppare i conti disastrati dello Stato con i soldi dei dipendenti pubblici.

Ma di cosa si tratta esattamente? La bella pensata del ministro dell'Economia era contenuta nella trimestrale di cassa appena presentata. Il meccanismo è semplice e spietato: il contratto degli statali, che interessa il biennio economico 2004-2005, potrebbe essere rinnovato nel 2006, cioè quando lo stesso biennio economico sarà già interamente scaduto.

Ma la sparata è troppo grossa e i due ministri responsabili del settore hanno pensato alle loro poltrone e alle elezioni del 2006. Chi sarebbe stato il colpevole dello slittamento del contratto e quindi punito dagli elettori? Per gli statali, il ministro della Funzione Pubblica, Mario Baccini e per i medici quello della Sanità, Francesco Storace.

I due si sono quindi affrettati a fermare Siniscalco. Un'alleanza inedita, ma pesante. «Non c'è dubbio che le risorse aggiuntive dei contratti del Pubblico impiego e della Sanità riguarderanno lo strumento della Finanziaria 2005», affermano i due ministri in una dichiarazione congiunta. «E non c'è alcun dubbio - aggiungono - che riguarderanno gli arretrati dovuti».

Già ai sindacati l'ipotesi era parsa illegittima. «Non bisogna far pagare ai lavoratori pubblici e privati la situazione di crisi», ha affermato il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani. «Mi sembra veramente che si stia perdendo il buon senso», aveva commentato il segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta. Il rinnovo del contratto degli statali va fatto «nelle prossime due settimane e non nel 2006», ha detto infine il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti. I sindacati minacciano anche una disdetta degli accordi di autoregolamentazione sugli scioperi: «Se il governo non rispetta le regole, noi cambieremo radicalmente le forme di lotta».

Anche l'opposizione aveva attaccato duramente il ministro dell'economia. Per il diessino Cesare Damiano, «è una linea del governo quella di rimandare i rinnovi per tappare i buchi e tentare così di far quadrare i conti pubblici».


interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 Ansa    - 01-05-2005
-0,25% IL DEFICIT SE IL CONTRATTO STATALI SI FA NEL 2006

Lo slittamento al 2006 delle risorse del rinnovo del biennio 2004-2005 del contratto degli statali consentirebbe di risparmiare 0,25 punti di deficit gia' previsti per il 2005. La stima e' indicata nel documento di sintesi della trimestrale di cassa illustrato oggi durante il Consiglio dei ministri.

Nel capoverso riservato a ''i rinnovi contrattuali per il biennio 2004-2005'', e' scritto che ''l'aspettativa di un incremento di risorse da definire nella prossima legge finanziaria potrebbe determinare lo slittamento al 2006 della relativa stipula e dei conseguenti oneri assunti nella stima per un importo netto attorno allo 0,25% del Pil''.

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 Gildains    - 01-05-2005
Contratto. Inammissibile l’ipotesi di uno slittamento al 2006 del rinnovo del contratto di lavoro dei dipendenti del pubblico impiego, contenuta nella “trimestrale di cassa” approvata oggi dal Consiglio dei ministri. Se questa ipotesi estemporanea si dovesse concretizzare, si priverebbero gli ottocentomila docenti italiani anche del solo recupero di una parte della perdita del potere d'acquisto delle retribuzioni. Questa sostanziale definitiva “disdetta”, da parte del Governo, di tutti gli accordi in tema di politica dei redditi e concertazione, non potrà che avere, come conseguenza immediata, la contemporanea disdetta degli accordi sull’autoregolamentazione degli scioperi nei pubblici servizi. Se questa sarà la posizione del Governo, la Gilda valuterà il ricorso a forme di lotta dure, non esclusi il blocco ad oltranza degli scrutini e degli esami di Stato.

Nota del 29-04

 Camillo Pagni    - 01-05-2005
"...derivò dalla stipula del primo contratto (4 agosto 1995) della "scuola azienda" nel quale fu eliminato il meccanismo dello scatto, stipendiale, biennale."
Ma non fu forse la CGIL a volere tale folle soluzione e i docenti ossequiosi accettarono ?
Le informazioni sono migliori se corrette e quantopiù possibile complete. Non pensate?

 gp    - 02-05-2005
Non amo fare pubblicità ... pro domo mea ma sono costretta a comunicarti che non sono iscritta alla Cgil scuola bensì alla Gilda. Ovvero all'associazione professionale - con fini sindacali - che non solo non ha firmato il contratto del 4 agosto 1995 ma neppure quelli successivi. Quando scrivo però - e ci tengo a sottolinearlo - esprimo, come tutti su Fuoriregistro, opinabilissime opinioni personali ... il che non mi esime dal dirti che affermazioni relative a (...)"docenti ossequiosi (...)" sono - in questo caso - fuori luogo anche perché ti prego di considerare che i contratti sottoscritti in regime di rapporto di lavoro privatistico (quello in esame è stato il primo) hanno valore di norma cogente alla quale - piaccia o no - bisogna soggiacere.

Il problema, semmai, è quello della comunicazione che - al dissenso sociale - è negata o, fortemente limitata. E questa è una costante sia nell'era Berlusconi che ... in quella Berlinguer!!

Questo in premessa. Brevemente, ora, nel merito ...

Il primo contratto della scuola che si fa azienda (4 agosto 1995) fu firmato da Cgil - Cisl e Uil. Persino lo Snals (oltre alla Gilda) si rifiutò di firmare quell'obbrobrio che conteneva - oltre alla perdita dello scatto di anzianità biennale automatico - l'aggiornamento coatto per accedere - in anticipo - al "gradone" (settennale) successivo e il, famigerato, Fondo di Istituto che ha trasformato le scuole in .... progettifici dalla dubbia efficacia didattica. [1]

Di più. Contro la clausola - capestro - introdotta dalla legge 29/93 che esclude le Organizzazioni Sindacali non firmatarie (anche se rappresentative ai sensi della medesima legge) lo Snals presentò (vincendolo) un ricorso al Consiglio di Stato.

La "scoppola" giuridica ricevuta convinse i confederali (con la "complicità" del governo "amico") a "blindare" il contratto successivo (quello contenente il concorsaccio) con interventi legislativi ad hoc finalizzati a rendere irreversibile l'allontanamento da tutti i tavoli contrattuali alle OOSS non firmatarie. Anche se rappresentative.

Questa forma di ostracismo (o discriminazione?) dura ancora oggi.


[1] Ci sarebbe molto da dire anche "sull'efficacia" (si fa per dire) dei "corsetti" di aggiornamento che hanno proliferato - "all'ombra" (o sotto l'egida) delle associazioni culturali delle OOSS che hanno promosso e sottoscritto quel contratto - ma taccio ... in attesa di qualche commento.