Intollerabile, l'Unione non cancellerà la riforma Moratti fin qui varata.
Flora - 27-04-2005
L'Unione vuole tradire il nostro voto e la nostra fiducia.
Dopo due anni di resistenza agli orrori della riforma Moratti le dichiarazioni che ha fatto ieri Bersani al quotidiano Italia Oggi
("Mentre la maggioranza si ricompatta sulla scuola secondaria, l'Unione pensa alla sua riforma") sono intollerabili.

Ad una intervista a "Radio Sole24ore " un critico esponente dell'Udc ha dichiarato che la politica scolastica del Centro Destra ha fatto perdere milioni di voti alla casa delle libertà.

L'Unione è consapevole di tutto ciò?

Vuole realmente contrastare il dissenso del movimento a difesa della scuola pubblica per l'abrogazione della Riforma Moratti?
E' consapevole l'Unione del bisogno che ha la scuola di una riforma diversa da quella che sta distruggendo la scuola costituzionale?

Dopo il 14 maggio urge un incontro del "Tavolo fermiamo la Moratti " con il leader del CentroSinistra Prodi, che lo metta per iscritto quello che vogliono fare.
La sofferenza che abbiamo vissuto nelle scuole per due anni non è cosa da poco, varrà pure un prezzo.
l'Unione come vuole giustificare ai nostri occhi la scelta della non cancellazione della riforma dopo che per due anni questo proponimento è servito ad alimentare centralmente il dissenso alle politiche generali del centro destra?

Ricordiamo agli esponenti dell'Unione che si sono espressi per la totale cancellazione, con comunicati, dicharazioni, mozioni congressuali: Italia dei Valori, Rifondazione Comunista, Verdi, Comunisti italiani, Democratici di sinistra, in pratica la totale maggioranza dei partiti del centrosinistra.

Il messaggio sarà espresso con toni forti e chiari già il 14 maggio 2005!
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 ilaria ricciotti    - 27-04-2005
Prima di scrivere un titolo del genere, a mio avviso bisognerebbe ascoltare ciò che verrà detto il 14 maggio dai soggetti dell'Unione. Questo voler spesso anticipare pensieri e programmi, prima di avere delle prove ben precise in merito a quanto sostenuto, non credo sia il prerequisito per far vincere l'Unione, ma piuttosto coloro che fino a questo momento hanno fatto e disfatto, senza ascoltare il pensiero ed i bisogni della gente in riferimento alle politiche sociali.

 Roberto Renzetti    - 27-04-2005
Ho già provato a dire qual è l'unica arma di tutti gli operatori della scuola contro chi crede di gestirci come un docile gregge.
Innanzitutto chiediamo una presa di posizione ufficiale CHIARA dai responsabili scuola DS che attualmente girano per convegni su autonomia e dirigenza, accompagnati dai soliti pedagogisti incompetenti.
Ci interessa poi la presa di posizione di tutta l'Unione attraverso i rappresentanti scuola dei singoli partiti.
Se non abbiamo una risposta chiara e convincente in tempi ragionevoli noi non voteremo quei partiti che non si esprimano a favore della abrogazione Moratti. Non combatteremo per cacciare Berlusconi al fine di sostituirlo con qualche clone ignavo.

Esprimiamoci su questo. Prendiamo questa posizione e propagandiamola dovunque. Abbiamo una grande forza con una rete di insegnanti, genitori e studenti che seguirà le nostre indicazioni se spiegate in modo articolato, come tutti noi sappiamo fare.

Da ultimo vorrei osservare che la posizione di abrogazione della legislazione Moratti sulla scuola è ancora una ipotesi moderata. Il problema, a mio giudizio, dovrebbe partire dall' abrogazione della legislazione Bassanini e Berlinguer (con un poco di De Mauro). Ma di questo parleremo dopo aver tolto di torno Moratti.

 Flora    - 28-04-2005
Gentilissima Ilaria,
comprendo perfettamente il concetto che hai voluto esprimere e lo condivido.
Ma purtroppo stiamo parlando di due situazioni diverse.
Il titolo del post riprende quello che ha espresso chiaramente Bersani nell'Articolo di "Italia Oggi" di martedì.Non possiamo non prenderne atto.Non credo che il giornalista abbia falsificato le parole del politico.
Sarei stata ben felice di scrivere un titolo diverso.
Mi auguro che i "cantieri aperti" che si vogliono in tutta fretta chiudere lasciando una struttura scolastica riformata a pezzi non condivisi, con profonde lesioni, lascino il posto ad un nuovo cantiere capace di esprimere un investimento, una riforma della scuola vera, nuova e solida.
Magari il 14 ci fosse una presa di posizione chiara da parte dell'Unione, magari nel verso dei concetti espressi da Roberto.

 gp    - 28-04-2005
Correggere la Moratti senza buttarla a mare. Perché la scuola non può essere un cantiere aperto, anche se ha bisogno di interventi decisi (...)".

Così Pierluigi Bersani su Italia Oggi del 26 aprile (pag. 41) che alla domanda: (..)"Se dovesse cambiare la maggioranza di governo alle prossime elezioni, ci dobbiamo aspettare la terza riforma della scuola in sei anni?" risponde: "Sappiamo che la scuola non può essere tenuta in ebollizione. Ha bisogno di stabilità. Interverremo dove serve, senza ricominciare da zero".

La domanda, ora, è la seguente: l'On. Bersani parla a titolo personale oppure esprime l'opinione dei Democratici di Sinistra?

 ilaria ricciotti    - 28-04-2005
Giustissima la domanda di Grazia. Prima attendiamo una risposta e poi, qualunque essa sia, cerchiamo noi, tutti insieme, di proporre che tipo di scuola vogliamo e soprattutto di delineare anche quale dovrebbe essere oggi il ruolo dell'insegnante all'interno di essa, ma anche nei rapporti con i genitori, l'ambiente ed il mondo.

 Rossana Sanges    - 28-04-2005
Credo sia indispensabile che fin da oggi i partiti del centrosinistra dichiarino apertamente come vorranno la scuola dei prossimi anni. Se aspettassimo il loro programma, perderemmo l'opportunità di poter partecipare alle scelte della politica e riformare la scuola dal basso. Adesso è il tempo per costringerli a darci ascolto, perchè domani si accorderanno con sindacati confederali e confindustria ( e non è detto che non l'abbiano già fatto! ). Resistete più che potete!!!!!

 Anna Pizzuti    - 30-04-2005
Comincio a pensare che invece sarebbe più giusto chiedere ai partiti del centro sinistra di non fare nessun programma per la scuola, ma di procedere in un modo completamente diverso.
Vorrei che, innanzi tutto, si stabilissero dei principi, che fossero punti di riferimento costanti: unitarietà, inclusività, valore e significato.
Principi la cui declinazione passasse, successivamente, attraverso tre momenti:
- abrogazioni
- riflessione/ascolto
- ricostruzione
Il primo momento è al plurale, perchè tanti sono i passaggi e tante le pervasività della cosiddetta riforma da far scomparire.
Il secondo momento è una sfida vera, non burocratica o tanto meno mediatica. Qui c'è da inventare molto. Costruire occasioni di riflessione che partano dalle scuole e camminino, in un'unica direzione: quella orizzontale. Una scommesa forte, che annulli l'alto ed il basso, ma che attraversi tutti i luoghi e tutte le persone interessate alla scuola. Orizzontalità anche per l'ascolto, che della riflessione fa parte. Parlarci tra di noi, tra scuole, ragionare su tutto quello che è accaduto in questi anni. Lavorare di setaccio per separare quello che si è subito da quello che si è creato. Ed usare le parole vere, cioè quelle che corrispondono a contenuti, azioni, esigenze, problemi, soluzioni.
Il terzo momento, quello della ricostruzione, raccoglierà ciò che è passato attraverso il setaccio e lo ricomporrà. Verrà fuori qualcosa che sarà fatto di vecchio e di nuovo, che avrà di buono soprattutto il fatto di non partire da un modello precostituito, al quale adattarsi, ma che produrrà un modello. Che dovrà valere anche per tutti gli altri settori della società. Un modello di scuola che, invece di inseguire, insegni.
Questi ultimi anni ci hanno dimostrato che il binomio scuola/società può essere applicato solo quando i principi forti comuni sono quelli che ho indicato prima. Il rapporto perverso che lega la legge Biagi con la riforma Moratti sta a dimostrarlo.
Solo dopo questi passaggi si può cominciare a ricostruire. E se essi saranno stati come li immagino, non sarà necessario nemmeno tanto tempo.
E tutte le figurine che abbiamo visto agitarsi e sgomitare e ritagliarsi spazi piccoli e grandi di "potere", si ritroveranno come il re della fiaba e, se vorranno rivestirsi, potranno farlo sono con gli abiti sensati che avremo cucito.

 Luigi    - 01-05-2005
Ammesso, ma sono pessimista, che l'Unione vinca le prossime elezioni ci sarà da ridere con posizioni come quelle di Renzetti (abroghiamo a partire dalla Bassanini a quella che vuole tre momenti ecc. ecc. Non sono moderato ma vivo nella scuola da 30 anni e so solo che i docenti sono sfiniti di posizioni che tendono a cancellare le altre. La maggioranza vuole ragionare e cercare di costruire non solo di distruggere in tempi che siano ragionevoli e visibili. Impensabile una riforma che accolga il parere di un milione di persone. L'unica soluzione potrebbe, allora, essere un referendum!!! Cerchiamo di essere realisti e facciamo proposte non di sola abrogazione.
W il Primo Maggio

 Isa Cuoghi    - 01-05-2005
Cara Anna, mi piacerebbe che accadesse quello che tu chiedi: abrogazioni, riflessione, ascolto, ricostruzione.
Purtroppo, nonostante solitamente sia ottimista, in questo caso lo sono molto poco.
L'esperienza sociale e politica di questo ultimo terribile decennio mi ha fatto capire che alcune qualità che dovrebbero caratterizzare gli uomini cosiddetti civili, non esistono più.
Mi sembra che la rilfessione e l'ascolto non esistano più, e che al loro posto ci sia solo la capacità di predisporre programmi costruiti su modelli liberisti che ci parlano solo di esigenze delle imprese, risanamento dei conti (solo per una parte, quella del welfare) , tagli alla spesa (stipendi e posti dei dipendenti pubblici).
Una volta che questi programmi la fanno da padrone, una volta che il baco dell'aziendalismo imperante è entrato nella mente di queste persone.. nessuno mai rifletterà nè tantomeno ascolterà proposte diverse da quelle che sono già in atto.
Il CS non è immune, purtroppo, da questa epidemia.. riguardo la scuola e nonostante Fassino al Congresso avesse parlato di abrogazione della Riforma, ogni giorno leggiamo di esponenti autorevoli che ci dicono che no, la scuola non può sopportare altre Riforme sulla sua pelle.. ma quali Riforme? la Berlinguer, peraltro fortemente contestata, non ha avuto nemmeno un mese di vita.. è meglio tenersi la Riforma Moratti, allora?
Ma nel Cs non si ricordano le manifestazioni contro la Riforma, la presenza di loro autorevoli esponenti nei cortei che tuonavano contro la Moratti, non si ricordano gli scioperi, le iniziative, gli interventi di genitori e insegnanti nei forum, nelle piazze, nelle scuole.. gli ordini del giorno di tutte le scuole dalla materna in su... non se lo ricordano più il loro sostegno?
E gli ordini del giorno di diversi consigli comunali , provinciali, regionali... nemmeno?
Come si fa ad essere ottimisti con un passato di sordi, ciechi... come si fa a pensare che ci sarà ascolto, riflessione, ricostruzione comune... io non ce la faccio, cara Anna, ho perso ogni speranza.
Mano a mano che si prospetta una vittoria del Cs alle prossime elezioni, anzi, mi sembra che aumentino le prese di posizione che stoppano le richieste di discussione sulla scuola.
Cosa c'è di salvabile in questa Riforma, che ce lo dicano, allora.
Io credo che questo governo, con la Riforma Moratti ( e con le altre riforme) abbia fatto il lavoro sporco che il cs avrebbe a molta fatica fatto digerire ai propri elettori... tagli, tagli, tagli... e che il Cs con il consenso dei sindacati non abbia proprio intenzione di rimettere tutto in discussione per:
- ripristinare il tempo pieno e aumentare il numero delle classi dove ci sono le richieste
- diminuire il numero alunni per classe
- cancellare i Programmi e tutte le innovazioni con varie sigle annesse, per riportare la didattica agli insegnanti e non ridurla a un mero burocratico adempimento di moduli, schemi, portfoli vari..
-parlare di vera formazione in servizio per i docenti e non solo e-learning, che ormai anche dov'è nato è fallito
- ridiscutere criticamente Autonomia e Dirigenza ammettendo che da lì è nata la china in cui è precipitata la scuola
- contratto agli statali che sembrava imminente prima delle Regionali
ecc..ecc..
Mi sembra che queste persone che sono così brave quando addossano alla scuola ogni responsabilità del degrado socio-culturale, e che pretendono che la scuola si mobiliti per ogni emergenza, siano i primi che sparano mazzate a ripetizione... a cominciare dall'intollerabile atteggiamento del non-ascolto di chi parla ancora con grande preoccupazione, nonostante la rabbia nel vedere lo sfacelo a cui siamo giunti, uno sfacelo che è evidente quando ci si rende conto che ora, oggi, ogni scuola è un mondo a sè, divisa e isolata dalle altre da decisioni e scelte prese senza informazioni, imposte dalla Dirigenza e con i sindacati che si accorgono dei problemi solo quando sono già esplosi... vedi ad es. la presa di posizione sulle prove Invalsi che è giunta una settimana prima di somministrarle... maddai, non mi dirai che sei ottimista... mi sembra di avere a che fare con dei dilettanti allo sbaraglio, non con sindacalisti di esperienza o con politici illuminati... ma è la Moratti che ha sbaragliato tutti?

 ilaria ricciotti    - 02-05-2005
Appoggio pienamente quanto scritto da Anna. Disapprovo profondamente quanto esternato da Isa.,
a cui porrei questa domanda: "Ma se tu fossi a posto dei sindacati o dei partiti all''opposizione e dovessi proporre il tuo programma sindacale o politico sulla scuola, quali obiettivi programmatici indicheresti ai docenti, agli insegnanti, agli studenti, ai genitori ed ai cittadini tutti ?".
Per farla breve,- quale modello di scuola hai in mente?

 Anna Pizzuti    - 02-05-2005
Cara Isa, immaginarsi qualcosa non vuol dire essere ottimista; vuol dire forse, al contrario, essere abbastanza preoccupata.
Continuare ad evidenziare gli orrori di questa riforma, a questo punto, penso serva proprio come difesa complessiva, da tutti i rischi.
Difesa nei confronti della parte che si candida a governare, come a dire: c’è anche questo e questo, in questa “riforma”, vi sta bene? E certo che mi aspetto che dicano di no, ma non sono affatto tranquilla. La tentazione dei tecnicismi e la mancanza di fantasia, temo innanzitutto, oltre che la mancanza di una reale conoscenza. E sto parlando dei politici, lo ripeto, quelli nelle cui mani il quadro complessivo rischia di frantumarsi.
Rispetto al sindacato, invece, la preoccupazione riguarda la capacità e la volontà di mettersi in moto là dove – ed è la maggior parte del paese – nessun movimento è ancora riuscito a nascere. Preoccupazione retrospettiva, ma anche rispetto al futuro, più o meno immediato. Per la capacità di controllo non maturata.
Però le mie preoccupazioni principali riguardano le persone, i colleghi che mi vedo intorno quotidianamente, quelli dai quali, prima ancora che da vertici politici e sindacali, mi sarei aspettata reazioni forti, simili a quelle che avevano avuto precedentemente.
Naturalmente parlo della realtà nella quale vivo e, probabilmente, cioè sicuramente, dovrei assumermi anche io delle responsabilità. Così almeno sono stata educata, quando ho fatto sindacato e politica ed ancora ne porto il segno. Non sono riuscita a rompere la crosta di indifferenza nella quale molti si sono trincerati, qualsiasi iniziativa io abbia preso. Ma forse l’errore, la debolezza, sta proprio in quell’ “io”.
Le due preoccupazioni si rispecchiano o si fondono, se penso a quanta gente, in questi anni, ho visto assimilare gattopardescamente la cosiddetta riforma, adattarsela, svuotandola e credendo, così, di combatterla, o liberarsene con una scrollata di spalle, dicendo: “Tanto non è possibile”; paradossalmente è stato e sarà questo il problema maggiore da affrontare; secondo me, se nel centrosinistra si fanno strada le posizioni che temiamo, è a questa parte della categoria che forse fanno riferimento. E’ questa parte che si ha paura di turbare. Proprio perché ho questa visione così negativa, per quanto legata all’esperienza diretta, se qualche elemento di ottimismo ho espresso, è stato quando la riflessione e l’ascolto li ho definiti e sperati orizzontali, non verticali. Il momento “verticale” verrà, se verrà, successivamente, se ci sarà il buon senso vero.
Mi rendo conto perfettamente di star facendo un discorso “impolitico”, ingenuo ed assolutamente non strategico, come giustamente è stato sottolineato, da te e da altri. Come pure avevo ben presente, scrivendo, che i giochi non si fanno qui, tra di noi, e che esistono direttive, europee e non solo, che piegano i sistemi.
Il fatto è che al mio elenco ho implicitamente aggiunto un’altra speranza: la disintossicazione. E tu mi aiuti con il tuo, di elenco, concreto, che sa di scuola e non di strategie.

 Roberto Renzetti    - 02-05-2005
Caro Luigi,
perché leggi ciò che non c'è scritto ?
Io ho detto che sono folli le posizioni di chi, addirittura, non vuole abrogare la Moratti ma solo imbellettarla.
Poi ho detto che questa resta comunque una posizione moderata perché, se dipendesse da me, io partirei dai genitori di ogni disastro: Bassanini e Berlinguer.
Resto comunque sbalordito dal fatto che si recepisce un discorso su abrogazione come un qualcosa che possa o no dispiacere agli insegnanti (quali, prego? io che invece ho insegnato per oltre 40 anni ho esperienze opposte, in particolare non sopportano la scuola degli psicopedagoghi, relazioni, progetti, programmi, valutazioni, crocette, simulazioni, piani, pof, ... e ... BASTA).
E lo sbalordimento prosegue perché Luigi sembra accettare olimpicamente le proposte Bersani, Rutelli, e molti altri presunti sinistri.
Se disturba il cenno a Bassanini e Berlinguer (quando ci leveremo di torno le ideologie ammuffite?) rimaniamo solo su: CANCELLARE IN TOTO OGNI PROVVEDIMENTO MORATTI.
Così va bene ?

Robertto Renzetti

 Isa Cuoghi    - 03-05-2005
Beh a Ilaria rispondo che indirettamente anche lei dice che politici e sindacalisti non si sa bene quale obiettivi perseguano, che i loro sono discorsi demagogici , in quanto la loro vita è fuori dall'esperienza scolastica, e che con questi discorsi fanno semplicemente addormentare , se non addirittura demotivare alle lotte.
Che poi lei mi disapprovi completamente, beh, che dire, avrei preferito che dicesse che non concorda con le mie parole.. la disapprovazione è una parola che implica un giudizio anche morale.

Io credo, e qui rispondo in parte anche ad Anna, che l'atteggiamento in gran parte rinunciatario che si può individuare nei docenti, oggi, sia l'effetto di una inspiegabile mancanza di appoggio e di attivazione di momenti informativi e di mobilitazione all'interno delle scuole da parte di sindacalisti e politici, che in questo modo hanno disatteso fortemente quella che dovrebbe essere la peculiarità della loro azione.

E se non si è colta la volontà di contestazione, motivata, a tutti i decreti sulla scuola creati da questo Ministro, a partire dalla Riforma per arrivare alle prove Invalsi, se non si è capito che gli insegnanti non si sono sentiti nemmeno in parte nè coinvolti nè protagonisti di questa richiesta di radicale cambiamento delle scuola sia organizzativamente che nei principi fondanti l'educazione, se non si è capito che oltre a non essere coinvolti gli insegnanti si sono sentiti soli, disinformati, disorientati, stanchi, a fronte di dichiarazioni e pretese di Dirigenti Scolastici che a fatica si possono contestare, se non si è capito che anche i movimenti con i genitori stanno passando un momento di stanchezza proprio perchè non si vedono risultati e ad ogni azione di lotta corrispondono lunghi silenzi fino a ritornare come niente fosse al punto di partenza, quasi che nulla fosse servito.. beh allora cosa si può fare per fare entrare nella testa dei signori che hanno in mano ilpotere di legiferare per noi e di sostenere le nostre lotte che noi ogni giorno stiamo lavorando in situazioni di grande disagio mentre loro lasciano non solo correre e perdere tempo prezioso in lunghi silenzi e assenze, ma si permettono oltre tutto, adesso, di dirci che la Riforma non va abrogata.. come se tutto quello che abbiamo fatto inquesti 3 anni non fosse servito a un bel niente.. Vorrei anche vedere che qualcuno fosse ancora motivato a cambiare.
Certo, è vero, ora nelle scuole si respira quel clima che spiega bene Anna, si cerca di adeguarsi al meno peggio, con però una conseguenza che dovrebbe fare riflettere molti.
Ha subito un ulteriore scossone la fiducia verso politica e sindacati, quella che ancora era rimasta.
A questi signori io direi :
se non recuperate la volontà e il coraggio di andare ad ascoltare gli operatori di tutte le scuole, se non fate in modo di fare passare l'impressione che vi siamo serviti quando dovevano essere riempite le Piazze in modo strumentale per poi lasciare cadere ogni istanza che cerchiamo di portare avanti, non solo avrete davanti degli insegnanti stanchi e indifferenti, ma avrete anche meno persone disponibili a credere ai vostri programmi.
La fiducia è difficile da dare, figuriamoci ridarla dopo averla persa.

 oliver    - 03-05-2005
Non credo che l'onorevole Bersani possa aver affermato che la riforma Moratti non verrà cancellata. Forse sarebbe il caso di smetterla di spacciarsi come esperto di politiche scolastiche. Il livello di distruzione messo in atto dagli attuali è terribile, l'onorevole vuole continuare? Oliver

 Enrico Evola    - 04-05-2005
Dopo tanto entusiamo, soldi e tempo persi in scioperi,arriva la solita botta e strofa di sinistra-destra-liberal-sinistra che guarda al centro con un occhio e con l'altro guarda a destra e a sinistra.Siamo alle solite : governo di sinistra = illuminazione.
Quando ci proporrete di scioperare affinchè la Riforma Moratti sia mantenuta? Poveri noi. Prepariamoci: il meggio non ha mai limiti. Le cose dovranno cambiare in modo che non cambi niente.Vero onorevole Bersani e relativi portavoce? Se nulla dovesse cambiare potremo affermare prossimamente che dopo tutto si stava meglio quanto si stava peggio. Non è forse perchè si stava peggio che molti elettori guardarono al miraggio Berlusconi. Questa volta, ancora una volta,sarà un abbaglio per tutti noi.Sperando in un miracolo di sinistra-sinistra. Preghiamo tutti uniti e gridiamo evviva la Riforma Moratti, pardon,la riforma Moratti di centro-sinistra: Amen