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No al Ponte sullo Stretto di Messina
WWF - 22-04-2005
Per lo sviluppo sostenibile del Mezzogiorno

I firmatari di questo appello, già sottoscritto da numerose personalità della cultura, chiedono che al posto del Ponte sullo Stretto di Messina si realizzino opere prioritarie e necessarie, a cominciare dal potenziamento del sistema ferroviario e dall'adeguamento degli assi stradali e autostradali siciliani e calabresi.

Dichiarano la loro opposizione ad un'inutile opera monumentale. A un intervento che farebbe scempio, in un'area già deturpata dall'urbanizzazione, delle zone umide, degli ultimi lembi di macchia mediterranea, del paesaggio ancora integro della fascia costiera dello Stretto.

Chiedono che si dichiari conclusa una progettazione infinita che ha prodotto sinora risultati molto modesti e che si dia conto di come siano stati impiegati i finanziamenti pubblici destinati a questo scopo. Il Governo prevede per la progettazione nuove risorse stimate in 20 milioni di Euro, che si aggiungono agli oltre 80 milioni di Euro già spesi sinora. Visto lo stato delle finanze pubbliche, vogliono evitare il rischio concreto che questo sia l'unico nuovo cantiere aperto al Sud.

Ritengono opportuno rendere noti i motivi della loro contrarietà nei confronti dell'opera e della decisione del Governo di dare nuovo impulso alla sua realizzazione:

- il Ponte non serve alla Sicilia e al sistema dei trasporti del Mezzogiorno.
Lo Stretto di Messina non è certo il collo di bottiglia dei trasporti tra la Sicilia e la Penisola. Perché in Sicilia solo metà delle tratte ferroviarie sono elettrificate e solo 105 chilometri risultano a doppio binario. Perché tra Calabria e Sicilia la rete stradale è ancora oggi insicura e inadeguata.

- I costi per la realizzazione dell'opera saranno a carico dello Stato e verranno sottratti ad opere ben più necessarie e urgenti.
Non esistono possibilità che l'opera venga finanziata integralmente dai privati. La prospettiva è che sia lo Stato a garantire l'80% dei 5 miliardi di Euro necessari per la realizzazione del Ponte, accollandosi i rischi dell'operazione finanziaria e anticipando buona parte dell'investimento pur in presenza di una concessione di durata quasi secolare.

- Non esiste ancora chiarezza sul progetto
Tutti gli studi elaborati finora hanno lasciato irrisolti i principali problemi d'impatto ambientale e territoriale dell'opera. In particolare, permangono molti dubbi sulla tenuta statica e sulla sicurezza del Ponte, che dovrebbe essere costruito in una delle aree più a rischio sismico del Mediterraneo. E la procedura accelerata prevista dal Governo sul progetto preliminare, non consente un serio approfondimento sugli aspetti costruttivi ancora irrisolti e sulle infrastrutture di collegamento.

- Il ponte non serve all'occupazione
I cantieri darebbero vita solo un'occupazione per un tempo limitato ad alcune migliaia di persone, facendo perdere definitivamente il lavoro ai marittimi che garantiscono i collegamenti dei traghetti. Inoltre i Governo sa bene che, a parità d'investimento, la realizzazione di nuove infrastrutture porta meno occupazione della manutenzione e dell'ammodernamento delle infrastrutture esistenti.

In conclusione, ritengono che il Ponte sullo Stretto di Messina non sia un'opera sostenibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale, né un'infrastruttura strategica per il paese.

All'Appello, promosso dalle associazioni ambientaliste (Associazione Bianchi Bandinelli, Comitato per la Bellezza, Greenpeace, Italia Nostra, Legambiente, LAC, LAV, LIPU, Marevivo, VAS, WWF) hanno già aderito:

Carmine Abate, scrittore; Mario Alcaro, professore ordinario di Storia della Filosofia dell'Università Mediterranea della Calabria; Vittoria Alliata, scrittrice; Pino Arlacchi, sociologo; Letizia Battaglia, fotografa; Donata Bellante, insegnante; Piero Bevilacqua, professore ordinario di Storia Contemporanea dell'Università di Roma La Sapienza; Teresa Cannarozzo, direttore del Dipartimento Città e Territorio dell'Università di Palermo; Pierluigi Cervellati, urbanista; Vincenzo Consolo, scrittore; Vezio De Lucia, urbanista; Giovanna Fiume, professoressa ordinaria di Storia Moderna dell'Università di Palermo; Giuseppe Giarrizzo, professore emerito dell'Università di Catania, Accademico dei Lincei; Francesco Indovina, urbanista; Italo Insolera, urbanista; Dacia Maraini, scrittrice; Enzo Majorca, sportivo e giornalista; Simona Mafai, redazione di Mezzocielo; Rosario Mangiameli, professore associato di Storia Contemporanea dell'Università di Catania; Domenico Marino, professore associato di Politica Economica dell'Università di Reggio Calabria; Giorgio Nebbia, docente di merceologia della Facolta di Economia di Bari; Salvatore Nicosia, professore ordinario del Dipartimento di Studi Greci, Latini e musicali dell'Università di Palermo; Adriano Paolella, Facoltà di Architettura dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria; Amelia Paparazzo, professoressa associata di Storia Contemporanea dell'Università della Calabria; Rosanna Pirajno, architetto; Bernardo Rossi Doria, urbanista; Arturo Russo, professore ordinario di Storia della Fisica dell'Università di Palermo; Edoardo Salzano, urbanista; Schobha, fotografo; Enzo Siciliano, scrittore; Renate Siebert, sociologa; Paolo Sylos Labini, economista; Giovanni Sollima, compositore; Mario Tozzi, geologo; Rosario Villari, professore emerito dell'Università di Roma La Sapienza, Accademico dei Lincei; Alberto Ziparo, urbanista.

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 Jean L. Genevois, ingegnere    - 22-01-2009
Il ponte di Messina non mi convince nè dal punto di vista statico nè dal punto di vista economico e pratico.
Ci sono ben altre opere pubbliche, non rischiose come il ponte, cui dare la precedenza