Il 26 luglio 1943 dopo la festa popolare per la caduta del regime fascista, a spazzare via ogni dubbio sulla presunta "discontinuità" con il passato di violenza e di sopraffazione ci pensa il nuovo Capo di Stato maggiore - nominato da Badoglio - Gen. Mario Roatta, che emana una circolare nella quale ordina a tutti i presidi di reprimere nella maniera più decisa, anche sparando, ogni manifestazione, corteo, comizio o assembramento che turbi l'ordine pubblico.
E la forza pubblica mise subito in pratica la repressione. In cinque giorni in Italia ci furono 83 morti, centinaia di feriti, e 1500 arresti. Nell'nvitarvi alla lettura della circolare in oggetto rammentiamo ai nostri lettori che una circolare simile - nella forma e nella sostanza - sarà emessa sette anni dopo in pieno regime repubblicano ... "antifascista". Si tratta della circolare n. 400 del 1 giugno 1950 più nota come circolare Pacciardi dal nome del ministro della Difesa (!?) che la emanò.
Testo integrale della circolare Roatta emanata la sera del 26 luglio 1943
Presi gli ordini dal Comando Supremo comunico et dispongo:
I) nella situazione attuale, col nemico che preme, qualunque perturbamento dell'ordine pubblico anche minimo, et di qualsiasi tinta, costituisce tradimento et può condurre ove non represso ai conseguenze gravissime; qualunque pietà et qualunque riguardo nella repressione sarebbe pertanto delitto;
2) poco sangue versato inizialmente risparmia fiumi di sangue in seguito. Perciò ogni movimento deve essere inesorabilmente stroncato in origine;
3) siano assolutamente abbandonati i sistemi antidiluviani quali i cordoni, gli squilli, le intimazioni et la persuasione et non sia tollerato che i civili sostino presso le truppe intorno alle armi in postazione;
4) i reparti devono assumere et mantenere . grinta dura et atteggiamento estremamente risoluto. Quando impiegati in servizio di ordine pubblico, in sosta aut in movimento, abbiano il fucile ai pronti et non a bracciarm;
5) muovendo, contro gruppi di individui che perturbino ordine aut non si attengano prescrizioni autorità militare, si proceda in formazione di combattimento et si apra fuoco a distanza, anche con mortai et artiglieria senza preavviso di sorta, come se si procedesse contro truppe nemiche. Medesimo procedimento venga usato da reparti in posizione contro gruppi di individui avanzanti;
6) non est ammesso il tiro in aria; si tira sempre a colpire come in combattimento
7) massimo rigore nel controllo et attuazione di tutte le misure stabilite da noto manifesto. Apertura immediata del fuoco contro automezzi che non si fermino all'intimazione;
8) i caporioni ed istigatori dei disordini, riconosciuti come tali siano senz'altro fucilati se presi sul fatto, altrimenti siano giudicati immediatamente dal Tribunale di guerra sedente in veste di Tribunale straordinario;
9) chiunque, anche isolatamente compia atti di violenza et ribellione contro le forze armate et di polizia aut insulti le stesse e le istituzioni venga passato immediatamente per le armi;.
10) il militare che, impiegato in servizio ordine pubblico compia il minimo gesto di solidarietà con i perturbatori dell'ordine, aut si ribelli, aut non obbedisca agli ordini, aut vilipenda superiori et istituzioni, venga immediatamente passato per le armi;
11) il comandante di qualsiasi grado che non si regoli secondo gli ordini di cui sopra, venga immediatamente deferito al Tribunale di guerra competente che siederà e giudicherà nel termine di non oltre ventiquattrore. Confido che i Comandanti ‑consci della gravità dell'ora e che da falsa pietà, lentezza et irresolutezza, potrebbe derivare la rovina della patria ‑‑‑daranno e faranno dare la più ampia esecuzione a quanto sopra disposto. Si tratta di imporsi subito con rigore inflessibile.
Roatta