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La scuola che verrà
Ilaria Ricciotti - 13-04-2005
Premessa

"Chi affronta con tanto ardore tematiche scolastiche, dovrebbe a mio avviso non solo soffermarsi su di esse, esternando soltanto le proprie opinioni. E' ora, a mio avviso che le scuole si aprano alla società e facciano vedere come operano al loro interno. Soltanto così si può rispondere a coloro che in genere hanno un'opinione negativa della classe docente".

La nostra idea di scuola

Il forasacco ha pensato di utilizzare questo mezzo mediatico per far esprimere la classe docente sull' idea che ha di scuola, utilizzando possibilmente anche i lavori fatti per e con i ragazzi.

Fino ad ora purtroppo in questa rivista soltanto qualche insegnante infatti ha reso partecipe i lettori del lavoro svolto a scuola, a proposito di...., quando al contrario ogni scuola porta avanti, spesso con sacrificio, numerose attività, interessanti e bellissime.

Pertanto, secondo me, non si potrà costruire una scuola nuova limitandosi soltanto a proclami teorici, ma partendo dal concreto.

La scuola ed i suoi operatori penso che a proposito abbiano tanto da raccontare!
Ed allora spalanchiamo questi portoni e rendiamo le nostre scuole più trasparenti ed aperte al mondo che le circonda, in quanto esse non sono isole!

La scuola che verrà dovrebbe essere una scuola aperta al mondo ed una scuola in osmosi con tante altre scuole che si uniscono per parlare, comunicare, collaborare, affrontare insieme temi e problemi sostenendosi a vicenda per far sì che esse crescano e siano in grado di affrontare le sfide del secolo con passione, coraggio, preparazione e sicurezza, mettendo al loro centro di gravità la ricerca, quella con la R maiuscola.

Dato che su Fuoriregistro si parla di scuola: quella propinata dal governo, quella che si pensa sia dell'opposizione, quella dei movimenti di base, quella che ognuno ha in mente, attraverso il forasacco potremmo tentare di delineare un'idea di scuola che sia comune alla stragrande maggioranza di chi la scuola la vive ogni giorno.


Cominciamo allora a parlare di Scuola:

- come edificio, con i suoi spazi interni, esterni ed i suoi arredi.
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 ilaria ricciotti    - 13-04-2005
Purtroppo oggi 12 aprile 2005 a Casoie, in provincia di Napoli, è crollato il solaio di una scuola,fortunatamente prima che entrassero gli alunni.
Questo fatto ed altri recenti ci inducono a porci una domanda più che legittima: "quante scuole italiane sono state costruite a norma?"
(Chi avesse dati a proposito è invitato cortesemente a fornirceli.)
La scuola che bambini ed adolescenti reclamano a noi adulti non è certo un edificio grigio, freddo, umido, di carta velina, senza adeguati spazi ed arredi con attorno tanto verde.
A proposito, ad esempio, mi risulta che a Firenze qualche vecchissimo edificio privato è stato prelevato per essere utilizzato come scuola.
Questo purtroppo non è un caso, in quanto le spese in materia di edilizia scolastica sono ridotte all'osso, a rischio e pericolo di coloro che ci vivono quotidianamente.

Poi quando succede la tragedia, soltanto allora le autorità competenti intervengono e noi cittadini facciamo sentire le nostre urla di dolore.
E' ora che la smettiamo con questa logica stracolma di illogicità.

Sarebbe interessante chiedere ai nostri figli o alunni come vorrebbero fosse il loro edificio scolastico.
Se lo facessimo ci accorgeremmo che loro hanno le idee ben chiare e le loro scuole non sarebbe certo come quelle in cui si trovano.

Sono graditi a proposito disegni degli studenti, piccoli o grandi che siano, ma anche descrizioni fatte da genitori, da operatori scolastici e cittadini.

 ilaria ricciotti    - 27-04-2005
Cominciamo a chiedere ai Partiti dell'Unione di fare un censimento sullo stato edilizio delle scuole italiane e verificare se esse sono a norma. Sono sicura che molte scuole italiane dovrebbero essere chiuse.
Non piangiamo poi se accadono dei disastri di cui anche tutti noi siamo responsabili!

 ilaria ricciotti    - 03-05-2005
Apprezzo con molto piacere l'interesse che molti impegnatissimi docenti, lettori e commentatori di questo sito, hanno manifestato per questa rubrica.
E' pertanto in nome di questo interesse che chiedo loro se vivono in scuole a norma, dove sia gli interni che gli esterni sono di alto gradimento e privi di pericoli.
Debbo inoltre esternare ciò che non sono in grado di capire fino in fondo e cioè:- Pur rispettando le azioni altrui, chiedo come mai certi docenti molto afferrati ed interessati ad esprimere le loro opinioni politiche e sindacali, sembrano essere restii ad offrire il loro prezioso contributo in materia di edilizia scolastica?
Forse se l'Unione vincerà le elezioni non dovrà affrontare anche queste tematiche?
Anticipatamente ringrazio.