L´ANALISI
I vescovi e il governatore attrazione fatale in Puglia
Non dispiace che le opere cattoliche ricevano fondi dalla Regione ma perché la Chiesa tace sulla crisi economica e sociale?
In piena campagna elettorale la Regione Puglia stanzia 102 milioni di euro in favore degli oratori cattolici in applicazione di una legge regionale del 2001. E per questo atto il presidente Fitto e l´assessore competente ricevono sentiti ringraziamenti (perché mai per un atto di governo per sua natura finalizzato ad interessi generali?) dal presidente dei vescovi pugliesi, monsignor Ruppi, e dall´arcivescovo di Brindisi, in un incontro ampiamente pubblicizzato che diviene oggettivamente, al di là delle intenzioni dei due uomini di chiesa, un rilevante strumento di propaganda elettorale.
Giorni addietro monsignor Talucci si reca nella sede di Brindisi dell´Associazione degli industriali per esprimere ai dirigenti di tale sodalizio, notoriamente favorevoli alla realizzazione del rigasificatore, vivo apprezzamento per il loro operato. E ciò senza che da parte del presule ci sia stata finora analoga propensione al dialogo nei confronti delle rappresentanze sociali delle migliaia di cittadini che hanno un´idea dello sviluppo diversa da quella del dottor Ferrarese e che, anche per questo, si oppongono alla costruzione del pericoloso e devastante impianto in sintonia peraltro con le decisioni della Provincia e del Comune di Brindisi.
Ed ancora: qualche mese addietro si è avuta la notizia di un accordo fra il governo nazionale, quello regionale ed i vescovi pugliesi per un finanziamento una tantum di 16 milioni di euro in favore dell´ospedale religioso di San Giovanni Rotondo, una somma che rappresenta circa un decimo di quanto destinato per l´ammodernamento strutturale a tutti gli ospedali pugliesi in questi anni. Infine, tornando ai nostri giorni, in un quadro di rapporti come quello in qualche modo tratteggiato fra il potere politico dominante e la gerarchia ecclesiale pugliese, il vescovo di Lecce ha sorprendentemente parlato, con riferimento all´arresto del direttore del Cpt Regina Pacis, di «chiesa perseguitata». Una reazione incontrollata e smentita dai fatti, che provano esattamente il contrario.
Non dispiace certo - specialmente a chi si sente parte della comunità ecclesiale e ha a cuore la sua missione evangelizzatrice - che gli oratori, gli ospedali e le altre opere cattoliche ricevano, in un quadro di attenta giustizia distributiva, aiuti finanziari in rapporto all´utilità sociale delle attività e dei servizi svolti. Ma sono motivo di amarezza, per certe inclinazioni partigiane e per certi utilizzi, le attenzioni, i contatti e gli apprezzamenti che spesso caratterizzano i rapporti dei vertici (non tutti) della chiesa pugliese con i massimi esponenti del potere politico ed economico dominante. Situazione questa che mette in malinconico risalto i tanti inspiegabili silenzi su piaghe sociali di enorme gravità. C´è infatti da chiedersi come mai la chiesa pugliese non ha nulla (o quasi) da dire sulla paurosa crisi economica e occupazionale, sulle crescenti condizioni di precarietà e di marginalità, sull´inquinamento e le sue vittime (da Manfredonia a Taranto passando per Brindisi), sui ritardi nelle bonifiche e nella gestione dei rifiuti, sui tagli alla sanità, alla scuola pubblica, alla ricerca ed all´assistenza sociale.
MAURIZIO PORTALURI E MICHELE DI SCHIENA