SINGOLAR TENZ(i)ONE
Chi era la sconosciuta ma attesissima stilista giapponese
Serpica Naro, che doveva chiudere la lussuosa e scintillante settimana della moda femminile milanese? Provate a fare l'anagramma e scoprirete che si tratta di San Precario, il patrono dei lavoratori atipici. Nel tranello è caduta la
Camera nazionale della moda che di fronte alla candidatura della sedicente stilista anglo-nipponica non ha esitato ad accreditarla e inserirla nel calendario ufficiale, ma anche le riviste del settore come
Donna moderna e
Fashionmagazine, che l'hanno segnalata tra gli eventi, forse perché hanno trovato la conferma della notizia nel sito fake
settimanadellamoda.it. In passerella non hanno sfilato top model di plastica ma ragazze vere. I vestiti non erano intessuti con trame di sfruttamento, ma sono stati realizzati con una fitta rete di condivisione di saperi e creatività. Serpica Naro insomma non esiste, o meglio, non è come il mondo della moda la vorrebbe. Serpica naro è chiunque: è il lavoratore intermittente, atipico, coordinato, continuato od occasionale della metropoli milanese, il tecnico, l'addetto della ristorazione, il magazziniere, il truccatore, il parrucchiere, o una delle mille figure del popolo precario che sono costrette a lavorare sempre più in fretta e con sempre minori garanzie, per far si che il tappeto dell'immaginario di successo possa volare sempre più in alto. La sfilata è arrivta dopo una intera settimana di
mobilitazioni con azioni
durante la sfilata di Prada,
insieme ai lavoratori precari della scala e al
Piccolo Teatro, diventato per l'occasione un mercato per vendere tacchi a spillo.
Altre informazioni in:
Tutta la verità su Serpica Naro
La beffa dei no global