Riforma Scolastica: ragioni di un dissenso
Tiziana Mercuri - 23-03-2002
Al Ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca
Alle Organizzazioni Sindacali nazionali e locali
Agli Organi di Stampa locali
Ai Forum di discussione via web interessati
A Tutti gli interessati

I docenti di Scuola dell’Infanzia e di Scuola Elementare del Circolo Didattico di Corridonia (MC), unitamente al personale ATA, hanno autonomamente costituito una commissione di studio per una lettura ragionata della Delega al governo per la riforma della Scuola Italiana.

LA COMMISSIONE

deplora la decisione di regolamentare una materia complessa e fondamentale per il futuro della società come la riforma del sistema scolastico con un atto di governo;

contesta l’abrogazione, con un atto unilaterale di governo, di una legge dello Stato che è stata approvata dalle camere dopo un lungo dibattito anche all’interno delle singole scuole;

denuncia le seguenti gravi implicazioni evidenziate dal testo della Delega:
- non si garantisce un reale innalzamento del livello culturale della popolazione giovanile sostituendo l’obbligo scolastico con un generico diritto-dovere
- si pretende che la scuola favorisca la formazione spirituale invece di quella culturale
- si sostituisce il concetto di formazione dell’uomo e del cittadino con quello di formazione professionale, non prevedendo un percorso culturale unitario successivo al primo ciclo di studi
- si prevede la possibilità di anticipare l’ingresso dei bambini nella Scuola dell’Infanzia e nella Scuola Primaria, in ambienti non idonei strutturalmente, dando luogo alla formazione di sezioni/classi con la presenza contemporanea di alunni con una differenza di età notevole
- si vanifica l’attività educativa della Scuola dell’Infanzia a favore di una semplice assistenza in sezioni con un numero elevato di bambini con età e bisogni molto diversi tra loro
- si introducono genericamente nuove figure nella Scuola dell’infanzia senza specificarne né il ruolo, né la funzione, né la collocazione giuridico-amministrativa
- si abbassa il livello delle attività scolastiche nella Scuola primaria con un inevitabile ritorno, per gli alunni di cinque anni, al lavoro preparatorio che ora svolge egregiamente la Scuola dell’infanzia e con un altrettanto inevitabile disagio per gli alunni più grandi che, invece, avranno la necessità di progredire in altri apprendimenti
- si restaura la dicotomia tra un percorso culturale ed uno lavorativo già a partire dai 13 anni
- non si garantiscono, localizzando l’istruzione professionale, uguali opportunità di formazione su tutto il territorio nazionale
- si declassano le scuole professionali equiparando l’apprendistato alla frequenza scolastica
- si favoriscono le aziende private che possono usufruire di manodopera gratuita (tirocinanti) e sovvenzionamenti
- non si considera la specificità del personale ATA che svolge un ruolo educativo rilevante all’interno della comunità scolastica, ponendo le basi per una futura esternalizzazione dei servizi.


Dalle osservazioni fin qui riportate, la commissione esprime il proprio dissenso nei confronti di una riforma – controriforma che

- non prevede un riordino organico ed unitario del percorso scolastico, ma propone un anticipo, peraltro facoltativo, dell’ingresso nella scuola per facilitare la conclusione degli studi entro il 18° anno di età
- non si preoccupa dell’innalzamento del livello culturale, né di prevenire l’analfabetismo di ritorno, né di garantire reali pari opportunità
- modifica, abbassandone la qualità, proprio le scuole che a livello europeo sono riconosciute come le migliori del percorso educativo della scuola italiana
- tende, senza peraltro dichiararlo apertamente, a squalificare il sistema scolastico pubblico, favorendo scelte di natura privatistica che , solo apparentemente, sono percorribili da tutti
- ripropone un’ottica vecchia e superata per cui, in nome di una pseudo-meritocrazia, si dividono nettamente, già dall’adolescenza, percorsi culturali destinati a “produrre” futuri cittadini di serie A e di serie B
- regola, per legge, aspetti della materia contrattuale.

La commissione, riaffermando la centralità della scuola pubblica in un sistema educativo democratico, dichiara il proprio totale disaccordo nei confronti di una legge che vanificando il percorso di autoqualificazione svolto internamente alle scuole pubbliche e contravvenendo alle esigenze di innalzamento, a livelli europei, dell’obbligo scolastico, tende ad un appiattimento del livello culturale della popolazione giovanile, favorendo soltanto quella parte che si presuppone sia destinata a diventare la futura classe dirigente.

Per la commissione
Tiziana Mecuri
Seguono, allegate al documento, le firme di adesione (78 )



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